
[10/01/2012] News toscana
Interpellanza parlamentare di Ermete Realacci
Anche il responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci ha presentato nei giorni scorsi un'interrogazione parlamentare ai ministri dell'ambiente e della salute (che ricalca quella presentata in Senato da Francesco Ferrante e Roberto Della Seta già pubblicata da greenreport.it) per chiedere quali azioni urgenti intendano mettere in atto per accertare la dinamica e le responsabilità dell'incidente avvenuto il 17 dicembre al largo di Gorgona e determinare l'impatto dell'eventuale inquinamento marino per impedire che bbia gravi ripercussioni sull'area marina protetta, sulle coste della Toscana continentale , sulla fauna marina che il Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano e il Santuario Pelagos dovrebbero proteggere e sul turismo della zona.
Sulla vicenda interviene anche Legambiente nazionale che chiede «La verità sull'incidente sul quale le autorità hanno inspiegabilmente taciuto per diversi giorni e la garanzia che si proceda rapidamente a recuperare e mettere in sicurezza l'enorme quantità di catalizzatori di ossidi di cobalto finita in mare e che potrebbe compromettere in modo molto grave l'ecosistema marino di tutto il Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano, il Santurario Pelagos e anche la costa maremmana».
L'associazione ambientalista che per prima, dopo gli articoli apparsi su "Il Tirreno" ha lanciato l'allarme sul fortissimo rischio d'inquinamento causato dal carico di sostanze infiammabili contenute in catalizzatori (45 tonnellate, 224 fusti contenenti ciascuno 200 kg di monossido di cobalto e molibdeno) finite in mare al largo di Gorgona dopo un incidente all'eurocargo "Venezia" della Grimaldi , è molto preoccupata: «"A questo punto, oltre al completo recupero di tutto il materiale disperso - dice Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente -diventa fondamentale anche escludere che eventuali sostanze tossiche possano entrare nella catena alimentare. Per questo è necessario informare in modo dettagliato i pescatori e le istituzioni dei comuni costieri sulle misure da adottare in caso di reperimento dei fusti, perché il fatto che contengano materiale infiammabile, lì rende molto pericolosi anche per l'incolumità delle persone».
Nei giorni scorsi Legambiente Arcipelago Toscano aveva già chiesto, al ministero dell´ambiente di impegnarsi fortemente nella ricerca e nella difficile azione di recupero dei fusti ma anche che fossero accertate le responsabilità di questa incredibile vicenda. «Quello che non ci spieghiamo - sottolinea Umberto Mazzantini, portavoce di Legambiente Arcipelago Toscano - è il perché gli armatori abbiano deciso di far salpare una nave con un carico così pesante e pericoloso senza nessuna precauzione e con condizioni meteorologiche decisamente avverse. Ricordo che in quei giorni il mare era forza 9/10 e il vento di libeccio tirava fino a 120 chilometri all'ora. Su quelle motivazioni è urgente fare chiarezza perché tutta la dinamica di questa vicenda è piuttosto sospetta. Crediamo che il Mediterraneo e la sua fauna abbiamo già pagato fin troppo la scelleratezza umana. Non è più tollerabile che ancora oggi avvengano simili incidenti».