[10/01/2012] News

Wwf: «Più sostenibilità come pilastro per costruire economie durevoli anche in tempi di crisi finanziaria. No agenda separata»

L'associazione ambientalista scrive al Fondo Monetario e alla Commissione Europea

«La crisi, oltre a essere causata dalla cattiva gestione delle finanze nazionali, è il riflesso di un modello di sviluppo economico carente, costruito su consumi eccessivi e su un sovrasfruttamento delle risorse naturali, con conseguente deficit ecologico, costantemente in crescita». Lo sostiene il Wwf internazionale in una lettera che ha scritto al direttore del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, e al presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, per sostenere l'urgenza di soluzioni sostenibili alla crisi finanziaria globale, per preservare il capitale naturale che è alla base di ogni attività economica di successo

La lettera punta sul caso Grecia ed evidenzia una serie di «gravi ripercussioni ambientali derivanti dal programma di riassesto economico, approvato a marzo 2010 e co-finanziato dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea. In particolare: la riduzione del "fondo verde" per la Grecia che viene assorbito nel budget generale del Paese; la riduzione della regolamentazione dei permessi in campo ambientale; l'enfasi data a ingenti investimenti a fronte di discutibili verifiche ambientali; la legalizzazione di fatto di azioni illegali di sviluppo in aree protette; la vendita frettolosa e incontrollata di terreni pubblici; il sottodimensionamento di staff ambientale tra le autorità pubbliche; lo smantellamento di istituzioni di governance ambientale; il discutibile supporto dato a fonti di energie inquinanti, compreso il carbone».

«Negli ultimi 15 anni - ha scritto nella nota Jim Leape, direttore generale del WWF internazionale - , il Wwfsi è ripetutamente appellato alle istituzioni finanziarie internazionali, compreso il Fondo Monetario Internazionale, perché rivedessero le loro politiche di prestito e favorissero la transizione dei paesi in crisi finanziaria verso un percorso di sviluppo sostenibile  dal punto di vista ambientale e sociale. Questo appello è diventato più urgente perché l'attività economica sta rapidamente superando il budget che la natura mette a disposizione».

«La Commissione Europea deve onorare il proprio ruolo di garante dei trattati europei e delle politiche ambientali - ha aggiunto Stefano Leoni, Presidente del Wwf Italia - Chiediamo alla Ue  di ampliare la sua considerevole azione sulla sostenibilità, non come agenda separata ma piuttosto come un pilastro per costruire economie durevoli e in salute, anche in tempi di crisi finanziaria. E questo vale non solo per il Piano di Rilancio greco, ma per quello di tutti i Paesi, compresa ovviamente l'Italia».

Una lettera non sposterà il mondo, come non lo sposta un articolo di giornale, ma i contenuti di questa nota sono importanti dal nostro punto di vista perché il Wwf ha compreso che è a questo livello che possono cambiare le cose. Tra l'altro Monti e i suoi ministri si sono già esposti - a parole va detto ma noi ce le ricordiamo - sulla necessità anche in tempo di crisi di una crescita sostenibile. Ora, al di là della discussione sul fatto che possa o non possa esistere una crescita sostenibile, nel contesto dato e nell'ottica di cambiare il modello economico imperante, provare a fare pressione sul nostro governo che pare abbia di nuovo un ruolo europeo affinché a sua volta spinga l'Ue verso questa strada. E' giusta infatti l'osservazione del Wwf che dice che la sostenibilità non può essere un'agenda separata. La differenza - vedi cosa dice e quali programmi ha la Commissione rispetto appunto al Fondo monetario - sta tutta qui tra volere un'economia ecologica o restare ancorati all'idea della protezione ambientale...

Le lettere del Wwf sono state inviate in copia anche a Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio Europeo, Jean Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo; Lucas Papademos, primo ministro della Grecia; Jerzy Buzek, presidente del Parlamento Europeo; e Helle Thorning-Schmidt, primo ministro della Danimarca, il Paese che tiene la presidenza del Consiglio dell'Unione Europea per la prima metà del 2012.

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