[11/01/2012] News toscana

Gli antiparco elbani contrari anche al progetto Life per eradicare i ratti da Montecristo

Ogni tanto sulle pagine di greenreport.it raccontiamo di grandi campagne di eradicazione dei ratti in sperdute isole dell'Oceano Atlantico o nei paradisi degli atolli dell'Oceano Pacifico, dove insospettabili organizzazioni come BirdLife International, Rsbp, Iucn, Wwf e fior di istituzioni scientifiche si impegnano all'eradicazione di uno dei più pericolosi alieni importati dall'uomo nelle isole: i ratti, utilizzando ogni mezzo, comprese l'esche lanciate con l'elicottero.

Si tratta di "protocolli" ormai sperimentati ed utilizzati in tutto il mondo e che nessuno contesta più... meno che all'Elba, dove la scienza è evidentemente per qualcuno un'opinione e dove chiunque si sente in dovere di mettere in dubbio le scelte di scienziati e ricercatori, a cominciare da Carlo Gasparri, un anziano ex campione di pesca subacquea, attualmente presidente della piccola associazione antiparco "Arcipelago Libero", che con una lunghissima lettera inviata a ministero dell'ambiente, Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano, Comune di Portoferraio e regione Toscana, ecc. si è scagliato contro l'eradicazione dei ratti dall'isola di Montecristo, ipotizzando più o meno una devastazione dell'ambiente.

Anche se in molti pensano che dietro questa non ben meditata iniziativa ci sia il tentativo di Arcipelago Libero di sgomitare e farsi un po' di notorietà per cercare di piazzare un suo uomo alla presidenza del Parco Nazionale (per la quale esiste una lunga ed imbarazzante fila di autonominati, spesso nemici od ex nemici del Parco), è anche vero che alla parola "eradicazione", come già accaduto per i cinghiali, sembra che gli anti-parco elbani perdano l'uso del discernimento. La cosa è sembrata un po' troppo anche per la direttrice del Parco Nazionale, Franca Zanichelli, che oggi ha risposto a Gasparri con una puntuta precisazione.

Ecco il testo:
In risposta alla nota pervenuta dall'associazione Arcipelago Libero la direzione del Parco comunica quanto segue.
L'attività di derattizzazione rientra tra le azioni che costituiscono il progetto Montecristo 2010 che è stato avviato da oltre un anno grazie alla cooperazione tra più partner (tra cui Ispra, Regione Toscana, Parco Nazionale, ecc.) e che vede come beneficiario il ministero delle risorse agricole - Utb di Follonica, soggetto gestore dell'isola di Montecristo in quanto Riserva Naturale dello Stato. Il progetto è stato cofinanziato dallo Stato italiano e dalla Ue tramite il Regolamento Life ed è arrivato secondo nella classifica europea tra i progetti meritevoli del 2010. Le azioni sono finalizzate all'eliminazione delle specie dannose per il patrimonio naturale europeo e rientrano a pieno titolo nella strategia di conservazione approvata dal Ministero dell'Ambiente. Ogni partner esegue i propri compiti stabiliti dalla scheda tecnica del progetto, approvato dal Consiglio Direttivo del Parco prima dell'inoltro della candidatura all'Unione europea per la richiesta di finanziamento.

La derattizzazione dell'Isola di Montecristo è pertanto un'operazione stabilita entro il progetto, monitorata e autorizzata da tutte le autorità competenti, incluso Comune di Portoferraio e Ministero della Salute, che si compie nel rispetto di tutte le ordinanze citate dal Sig Gasparri, perché, si ricorda che il Parco è un Ente pubblico e non può che muoversi sempre e solo nel rispetto delle Leggi vigenti. Non opera certo a tentoni, come si vuol far credere, neppure con finalità diverse da quelle per cui è stato istituito. Dire che il Parco distribuisce sull'Isola di Montecristo 26 tonnellate di veleno è una cosa non vera che offende il buon senso del più semplice dei cittadini: si tratta di 26 tonnellate di pellet alimentare (analogo a quello usato ovunque per contenere i ratti) costituito cereali e mangime appetibile al cui interno vi è una percentuale millesimale di principio attivo velenoso. Le esche non possono essere collocate fisicamente a terra come avviene nelle città per la particolare inaccessibilità del territorio e sono distribuite via aerea con uno speciale imbuto prestato da un'altra area protetta che ha già eseguito un intervento analogo in Sardegna.

L'operazione si fa in inverno per ridurre ogni possibile interferenza negativa con fauna selvatica migratoria e la modalità di erogazione sarà per fasi secondo un piano già collaudato in casi analoghi che ne ottimizza l'efficacia riducendo i potenziali rischi per l'ambiente circostante. Si ricorda tra l'altro che Montecristo è disabitata e le visite turistiche sono sempre fatte sotto il controllo del corpo Forestale. Nessuno può girare sull'isola liberamente ad esclusione del personale di servizio.

Vorremmo rassicurare l'associazione Arcipelago Libero sugli allarmi che ha voluto lanciare a tutte le autorità competenti poiché si poteva semplicemente avere tutte le spiegazioni dal Parco prima di seminare inutili preoccupazioni. Per tutti coloro che ritengono di volere avere maggiori informazioni il Parco è a disposizione ( si veda anche il sito del progetto www.montecristo2010.it) . Si ricorda infine che la derattizzazione era stata effettuata, con successo totale, dal Parco alcuni anni or sono nella più piccola Giannutri, avvalendosi di risorse di un analogo progetto europeo.

Concludendo, si segnala che in molte altre isole del Mediterraneo e in altre aree esotiche, diversi soggetti istituzionali e associazioni, come la Royal Society of the Protection of Bird, (la più importante associazione mondiale per la tutela degli uccelli) stanno compiendo operazioni simili in ambienti selvaggi per limitare il disastroso incremento dei ratti, ritenuto ovunque una specie gravemente nociva.

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