[17/01/2012] News toscana

Naufragio del Giglio. Italia Nostra: «Terrorismo ecologico nell’Arcipelago Toscano»

PerUnaltracittà: «Ascoltare le richieste di Greenpeace»

La sezione Isola d'Elba e Giglio di Italia Nostra è direttamente impegnata nell'opera di aiuto e solidarietà con i naufraghi al Giglio e «Denuncia il gravissimo pericolo di disastro ambientale che potrebbe essere innescato dall'ingente carico di carburante presente sulla nave Concordia. L'eventuale,malaugurato sversamento in mare del carburante provocherebbe danni irreversibili all'Arcipelago Toscano,sede del più grande parco marittimo d'Europa,nonché del Santuario internazionale dei Cetacei. Lo stesso ministro Clini  ha sottolineato questa mattina la necessità di fare presto perché ''la situazione ci concede tempi stretti. La cosa più urgente è svuotare i serbatoi dalle 2400 tonnellate di carburante che mettono a rischio un'area molto vulnerabile e preziosa».

Secondo l'associazione ambientalista «Da nord a sud l'Arcipelago Toscano è oggetto di "terrorismo ecologico". Infatti dopo il caso delle 40 tonnellate  di rifiuti tossici che si pensa siano stati inabissati in Gorgona si aggiunge questo nuovo evento, foriero di  conseguenze negative,  già solo per tutto ciò che depositerà sui fondali del Giglio: chiediamo dunque all'assessore Bramerini e al ministro Clini di prendere tutte le misure necessarie affinché una volta per tutte si  istituiscano corridoi precisi di navigazione  distanti dalle isole dell'Arcipelago; in sostanza si esca dal vergognoso "impasse" di cavilli burocratici e pretestuosi contraddittori fra gli enti competenti e venga finalmente trovata una  corretta definizione giuridica delle Aree marine protette dal Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano».

Da Firenze anche PerUnaltracittà-lista di cittadinanza si unisce alle richieste di evitare un disastro ambientale. I i consiglieri De Zordo e Sodi chiedono che «Si ascoltino le richieste di Greenpeace. Il naufragio della Costa Concordia, con il suo luttuoso carico di vittime, assolutamente drammatico, pone oggi una seria emergenza ambientale cui si deve rispondere con estrema urgenza. La nave contiene migliaia di tonnellate di carburante e, verosimilmente, tonnellate di altre sostanze pericolose come lubrificanti, vernici, sostanze clorurate e amianto. Nelle cisterne della Costa Concordia ci sarebbero circa 2.400 tonnellate di carburante. Lo sversamento di solo tre/quattrocento tonnellate di carburante dal portacontainer Rena, in Nuova Zelanda, ha ucciso circa 20 mila uccelli marini e inquinato decine di chilometri  di costa. L'emergenza ambientale che si profila nel caso della Costa Concordia è tristemente simile a quella che ha seguito l'affondamento, il 5 aprile 2007, della nave da crociera Sea Diamond a Santorini (Grecia) e ripropone la questione dei rischi causati dall'avvicinamento alla costa dei grandi traghetti».

I consiglieri di PerUnaltracittà raccolgono le richieste di Greenpeace «Che chiede fin dalle prime ore dal naufragio che venga messo a punto e attuato con urgenza un piano che preveda subito lo svuotamento delle cisterne di carburante della nave e quindi la rimozione della medesima. "Lo svuotamento delle cisterne, che potrebbe essere complicato se il carburante, a causa delle basse temperature, avesse assunto una consistenza semi-solida, deve essere avviato immediatamente, prima che eventuali mareggiate infliggano danni strutturali al relitto, causando la dispersione del carburante»

De Zordo e Sodi denunciano che «In un'area teoricamente protetta come il Santuario dei Cetacei non esiste alcuno strumento per bloccare una nave con carico pericoloso se è in corso una tempesta o impedire alle navi da crociera di avvicinarsi pericolosamente alla costa, come avvenuto per la Costa Concordia. Il Santuario dei Cetacei nasce da un accordo tra Italia, Francia e Monaco e dovrebbe tutelare l'Alto Tirreno e il Mar Ligure per le eccezionali caratteristiche ambientali dell'area. Purtroppo, è solo un "parco di carta", senza alcuna misura di gestione efficace. Il naufragio della Costa Concordia non è certo il primo incidente navale nel Santuario: solo un mese fa, poche decine di miglia più a nord, il traghetto della Grimaldi Lines, Eurocargo Venezia, aveva perso in mare, durante una tempesta, circa 40 tonnellate di sostanze tossiche (catalizzatore al cobalto-molibdeno per la desolforazione di idrocarburi)».

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