[17/01/2012] News

Safari umani nelle Anedamane: l'India vuole "integrare" gli Jarawa

Survival: «Sarebbe un disastro»

Dopo le denuncie di Survival International e di altre organizzazioni locali che hanno svelato la corruzione della polizia indiana, che prende bustarelle per permettere ai turisti di effettuare "safari umani" alla ricerca dei Jarawa, un popolo autoctono negroide, nella loro riserva teoricamente inaccessibile nelle isole Andamane, l'amministrazione del territorio federale indiano, il Bharatiya Janata party (Bjp), cioè la destra induista, il ministro degli affari tribali V Kishore Chandra Deo, non hanno travato di meglio che chiedere che i jarawa vengano "integrati", perche condurrebbero una vita che il ministro considera "bestiale".

L'india sembra voler ripercorrere i passi del peggior colonialismo colonizzatore e "civilizzatore" con questo piccolo e mite popolo, che non conosce la cosiddetta "civiltà" ed ha la "colpa" di avere delle bellissime ragazze praticamente nude che attirano i turisti come il miele le mosche.

Sophie Grig, campaigner di Survival International, è molto preoccupata per le proposte dei politici delle Andamane e indiani: «Qualsiasi tentativo di ‘integrare' gli Jarawa con la forza sarebbe un disastro. Parlando di integrazione, quello a cui le autorità si riferiscono realmente è l'assimilazione forzata degli Jarawa nella società nazionale, e questo avrebbe su di loro un effetto catastrofico .È già accaduto ad altre tribù delle Isole e a molti popoli tribali del mondo. Non possiamo permettere che la storia si ripeta».

La Grig si riferisce soprattutto al vero e proprio genocidio dei Grandi Andamanesi, uno dei 4 popoli autoctoni delle Andamane, che all'arrivo dei colonizzatori britannici erano 5.000, divisi in 10 tribù, ed oggi sono ridotti a 52 individui. L'ultima tribù di questo popolo autoctono entrata in contatto con i bianchi è stata quella dei Bo, che però le malattie portate dai coloni avevano già decimato. «Centinaia di Grandi Andamanesi furono uccisi negli scontri con i coloni britannici - ricorda Survival - Molti altri morirono a seguito delle malattie e degli abusi subiti nella "Casa degli Andamani", un luogo istituito dai britannici per sedare la resistenza della popolazione all'invasione. Nella Casa venivano rinchiusi tutti gli Andamanesi catturati. Dei 150 bambini nati là dentro, nessuno è sopravvissuto oltre i due anni di età. Nel 1970, le autorità indiane hanno trasferito i Grandi Andamanesi superstiti nella minuscola isola di Strait, dove oggi vivono in condizioni di totale dipendenza dal governo per abiti, cibo e alloggio. L'abuso di alcool, spesso dispensato con la complicità degli ufficiali governativi, è molto diffuso».

E' questa l'integrazione alla quale puntano il Bjp e il governo per uscire dall'imbarazzante scandalo dei "safari umani", un vergognoso sfruttamento turistico degli Jarawa che sta mettendo a rischio la loro stessa sopravvivenza. Sono le stesse autorità che non hanno mai risposto alle lettere delle Ong che difendono i diritti dei popoli tribali.

Quattro mesi fa l'assistente sociale Arvind Rai Sharma ha depositato un ricorso denunciando il video promozionale di un tour operator in cui donne e bambini jarawa venivano «Umiliati davanti ai turisti. Ho consegnato personalmente la lettera alle autorità andamanesi e ho incontrato il direttore del Tribal Welfare. Ma non hanno preso la faccenda sul serio, anche se si trattava di una questione davvero scioccante».

Il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, respinge con  forza la soluzione della "integrazione" degli jarawa: «È stupefacente che il governo locale sembri essersi reso conto solo ora dell'entità del fenomeno dei safari umani. Survival ha scritto per la prima volta alle autorità nel 2010. Se vogliono finalmente occuparsi seriamente del problema, devono chiudere la Andaman Trunk Road così come ordinato dalla Corte Suprema dieci anni fa. La chiusura della strada è l'unica azione che possa realmente porre fine a questa disumana speculazione».

E' ormai da decenni che la comunità internazionale considera inaccettabile l'assimilazione forzata di un popolo tribale nella società nazionale. Il suo catastrofico impatto sui popoli tribali è già stato ampiamente riconosciuto: nel continente americano, dove "assimilazione" ha fatto rima con "genocidio",  nessun governo sostiene più l'assimilazione degli indios da più di 30 anni. Il dossier di Survival "Il Progresso Può Uccidere", dimostra che quando i popoli tribali nel mondo sono forzati nella "cultura dominante", i tassi di malattia, depressione, dipendenza e suicidio crescono rapidamente.

La Grig comclude: «Il Ministro Deo deve abbandonare la convinzione che le tribù finiranno inevitabilmente ‘integrate' o che la loro vita sia "primitiva" e "bestiale". Gli Jarawa sono vissuti in prosperità nelle loro foreste per più di 55.000 anni, potranno anche essere poveri in senso monetario ma la loro salute e la qualità della loro vita è visibilmente migliore di quella delle tribù dei Grandi Andamanesi che hanno ricevuto i "benefici" della società dominante. La terra degli Jarawa e le sue risorse devono essere tutelate così che loro possano continuare a vivere nella e della loro foresta. Decidere se, e quale tipo di sviluppo e cambiamento volere, spetta solo a loro».

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