[19/01/2012] News

Costa Concordia, arrivano vento e mare mosso al Giglio

Realacci: «Perché nessuno ha impedito gli “inchini”?»

Dall'isola del Giglio arrivano preoccupanti notizie di nuovi spostamenti del relitto della Costa Concordia e il Consorzio Lamma http://www.lamma.rete.toscana.it/mare/modelli/vento-e-mare evidenzia un progressivo aumento del   vento e del mare mosso già per oggi, ma - mentre arriva la notizia che la Regione Toscana si costituirà quale parte offesa nel procedimento penale contro i responsabili della tragedia del Giglio - tengono ancora banco gli oscuri risvolti, nutriti di cialtroneria e leggerezza anche politica, sui comportamenti incredibili che hanno prodotto il peggior disastro delle navi da crociera.

In un'interrogazione parlamentare Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, sottolinea che «Dal sistema internazionale di controllo della navigazione l'AIS, obbligatorio per tutti i trasporti marittimi, risulta che la Costa Concordia in precedenza aveva già effettuato ben 52 "inchini" troppo vicini alla costa. Nessuno degli organismi preposti, però, fino alla tragedia di venerdì scorso, ha mai rilevato, denunciato e quindi vietato questi anomali e pericolosissimi cambiamenti di rotta. Una mancanza di controllo gravissima e per la quale chiediamo ai Ministeri dei Trasporti, della Difesa e dell'Ambiente di fare subito chiarezza e individuare le responsabilità. Se queste notizie verranno confermate appare evidente non solo una grave mancanza da parte del capitano, ma da anche da parte di chi aveva il dovere di controllare e mettere a riparo da possibili tragedie».

Due senatori Ecodem , Francesco Ferrante e Roberto della Seta evidenziano che «l terribile incidente della Concordia ha offerto agli occhi dell'opinione pubblica italiana e mondiale un'immagine chiara, che dovrebbe far riflettere: fin quando la catena del comando e l'organizzazione dell'intervento di soccorso è stata nelle mani del privato, Schettino e la dirigenza Costa, vi è stata una penosa incompetenza, mentre quando questo difficile ruolo è  passato nelle mani di amministrazioni pubbliche il ‘pronto soccorso' ha funzionato con ordine ed efficienza. Tutto ciò smentisce l'idea da troppi accarezzata che il privato funzioni sempre meglio del pubblico. La Guardia Costiera, la Capitaneria di Porto, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco, la Protezione civile, le forze dell'ordine  hanno dimostrato di essere pienamente all'altezza di una situazione drammatica e imprevista. Grazie a loro, e grazie anche alla grande prova di generosità offerta dagli abitanti del Giglio che hanno accolto e ospitato un numero di persone pari a quattro volte la popolazione dell'isola, l'Italia almeno ha salvato la faccia. Una lezione per chi vorrebbe privatizzare tutto, dalla protezione civile alle carceri, e la conferma che ci sono funzioni dalle quali lo Stato non può e non deve mai ritrarsi».

La Regione Toscana, come detto, si costituirà invece quale parte offesa ai sensi dell'art. 90 del Codice di procedura penale, secondo il quale è consentito alla Regione intervenire per la lesione degli interessi da essa tutelati in materia di protezione civile, trasporto marittimo per i servizi di continuità territoriale, infrastrutture portuali di interesse regionale.  La parte offesa può presentare memorie ed indicare elementi di prova.

«Ciò che è accaduto all'isola del Giglio non può restare impunito - afferma il presidente Enrico Rossi - C'è un bisogno di verità e di giustizia. Tutti i cittadini si augurano di conoscere in tempi rapidi come sono andati realmente i fatti, di sapere chi ha sbagliato e chi paga per gli errori e per i danni causati alle persone, all'ambiente e al contesto sociale, economico e civile. Per questo abbiamo preso questa decisione. Presenteremo una memoria e porteremo tutti gli elementi di prova sui danni che la Costa Concordia ha provocato agli interessi che la Regione vuole e deve tutelare. La Regione interverrà già a partire da questa fase iniziale delle indagini».

Secondo il parere dell'Avvocatura regionale, a cui il presidente Rossi ha chiesto un approfondimento in materia, quando poi ci sarà il rinvio a giudizio  la Regione potrà costituirsi parte civile nel processo penale e quindi avanzare  la richiesta di risarcimento del danno nell'ambito del processo civile.  La Regione potrà far valere, dimostrandoli, oltre al danno all'immagine i danni al turismo, al trasporto marittimo per i servizi di continuità territoriale, alle infrastrutture portuali, richiedere le maggiori spese sostenute per il servizio di protezione civile ed eventualmente per l'assistenza sanitaria garantita.

La protezione civile fa sapere infine che sono state identificate altre 2 vittime: si tratta della signora Jeanne Gannard e del signor Pierre Gregoire, entrambi cittadini francesi.

Il ministro Corrado Clini ha fatto sapere in serata che domani sarà approvata in Cdm il decreto sulle rotte a rischio. Via, dunque, le navi grandi e pericolose dalle aree più sensibili, a partire dall'arcipelago toscano e dalla laguna di Venezia. Il governo, ha spiegato Clini, è al lavoro «per definire i criteri in base ai quali ☺gli organismi competenti, le Capitanerie di porto, devono regolamentare le rotte». Criteri che dovranno tenere conto della stazza delle imbarcazioni e della distanza da mantenere dalla costa. Quello al quale sta lavorando l'esecutivo, ha proseguito Clini, «è un decreto interministeriale applicativo di una legge che già esiste, la 51 del 2001, «mai utilizzata. Non so perché, andrebbe chiesto ai precedenti ministri degli ultimi dieci anni».

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