[20/01/2012] News toscana

I Consorzi di bonifica fanno il punto sulla difesa del suolo in Toscana

A margine della conferenza di organizzazione che i Consorzi di bonifica della Toscana, Liguria, Marche ed Emilia Romagna hanno tenuto oggi a Firenze, in vista della Conferenza nazionale di marzo, Urbat (Unione regionale per le bonifiche, l'irrigazione e l'ambiente della Toscana) ha fatto il punto sullo stato di salute della bonifica toscana in relazione a finanziamenti, lavori, riforma normativa di settore, con uno sguardo anche al livello nazionale vista la presenza di Massimo Gargano presidente dell'Anbi (Associazione nazionale bonifiche, irrigazioni).

«Per il 2012 non sono molte le risorse destinate alla manutenzione dei corsi d'acqua (sponde, argini, casse di espansione, opere idrauliche, briglie, impianti idrovori...) ha introdotto il presidente di Urbat Fortunato Angelini- i 13 Consorzi toscani prevedono di spendere circa 45 milioni di euro derivanti dal tributo di bonifica pagato dai cittadini consorziati. Di questi, circa 5 milioni verranno erogati dai Consorzi ad aziende agricole e cooperative forestali che eseguiranno lavori nel proprio territorio di appartenenza».

Questo è un dato che conferma il patto tra consorzi e mondo agricolo dove le aziende dovranno sempre di più operare guardando alla multifunzionalità e quindi anche alla difesa del territorio in cui operano. Per capire quale sia la distanza tra disponibilità economica per la manutenzione e le esigenze derivanti dalle priorità segnalate dai consorzi basta leggere alcuni dati. Nel 2011 i Consorzi di bonifica toscani hanno segnalato 248 interventi da finanziare da parte degli enti pubblici (Regione, province e comuni) per un importo complessivo di 533 milioni di euro.

«Pur consapevoli che le risorse disponibili saranno poche, per il 2102 abbiamo segnalato 263 interventi da finanziare per un importo complessivo di 613 milioni di euro» ha aggiunto il presidente di Urbat. Inoltre ci sono le nuove infrastrutture: per il 2012 sono già stati appaltate opere per circa 50 milioni di euro, mentre nel 2011 40 milioni di euro provenienti da fondi pubblici sono serviti per finanziare opere tra cui: la IV pompa per l'impianto idrovoro della Bufalina al lago di Massaciuccoli (LU); l'area di laminazione naturale di San Donnino nel comune di Campi Bisenzio (FI); casse di espansione sui fiumi Greve ed ema (FI); il rifacimento degli argini sul fiume Cornia; gli argini a mare a Bocca d'Ombrone (GR).

I consorzi hanno voluto ribadire l'importanza della loro azione operativa e consapevoli di essere attaccati da più fronti hanno spiegato come si stiano impegnando per l'efficienza della loro macchina organizzativa (rispetto al complesso del tributo, circa 52 milioni di euro per la Toscana, l'1,5 % è assegnato ai costi per gli organi di governo degli enti consortili). Poi si sono rivolti alla politica chiedendo che alla loro funzione, che nessuna altro svolge, venga attribuito il giusto sostegno.

«Abbiamo notato una nuova attenzione da parte del governo regionale ai temi della difesa del suolo ha aggiunto Angelini- e la Giunta regionale ha espresso la volontà di giungere ad una riforma complessiva delle norme relative alla difesa del suolo. In questo quadro abbiamo chiesto che siano assegnate ai Consorzi le attività che prima svolgevano le comunità montane per avere conformità di azione sul territorio». Al di la delle necessaria attenzione ai costi di gestione, che tutti gli enti dovrebbero attuare, il presidente nazionale Anbi Gargano ha parlato della governance chiedendo serietà e di non scivolare, quando si parla dei consorzi in facili derive demagogiche.

Poi ha aggiunto: «Non si può risparmiare sulla sicurezza dei cittadini anche perché poi i soldi per le emergenze si trovano e come è noto se per la prevenzione serve un euro, per riparare i danni ne servono 10. La difesa del territorio è una priorità e per questo si devono trovare le risorse per le attività di prevenzione, e realizzare l'opera più importante per il Paese. Noi intanto il 15 febbraio a Roma presenteremo il piano di mitigazione del rischio idraulico, che consiste in piccoli interventi, immediatamente cantierabili, per miliardi di euro, che servirebbero anche per il rilancio dell'occupazione in questo quadro di crisi» ha concluso Gargano.

 

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