[25/01/2012] News

Fotovoltaico a terra: il decreto sulle liberalizzazioni porta brutte notizie per gli operatori del settore

Nel decreto del Governo sulle liberalizzazioni (decreto Legge 24 gennaio 2012, n°1) firmato ieri in serata dal presidente della Repubblica, sono state portate modifiche dell'ultima ora di un certo rilievo, all'articolo 65 relativo agli impianti fotovoltaici in ambito agricolo, che hanno mandato in fibrillazione gli operatori del settore.

«Il testo pubblicato in Gazzetta ufficiale introduce, incredibilmente, disposizioni retroattive che ledono gravemente i diritti dei produttori fotovoltaici che in buona fede hanno iniziato a realizzare nuovi impianti secondo la normativa vigente, da soli 10 mesi (D.Lgs. 28/11)- hanno dichiarato le associazioni Anie/Gifi, Aper, Assosolare e Asso Energie future - L'articolo 65, infatti, stralcia parte dell'articolo 10 del DLgs 3 marzo 2011 n.28 che concedeva un anno di tempo ai produttori per mettere in esercizio gli impianti fotovoltaici a terra in area agricola, il cui iter autorizzativo fosse già avviato».

Le associazioni rilevano come i produttori che avendo già sostenuto tutti i costi per la realizzazione degli impianti, a meno di due mesi dalla scadenza dell'anno di tempo concesso dal DLgs 3 marzo 2011 n.28, non sanno ora se potranno mai ricevere un incentivo per gli impianti prossimi a entrare in esercizio.

Anie/Gifi, Aper, Assosolare e Asso Energie future ribadiscono con forza la necessità che si «evitino interventi normativi estemporanei e retroattivi che minano la stabilità del sistema e ledono la fiducia degli investitori e chiedono che finisca, in maniera definitiva, la fase in cui si decide senza ascoltare la voce delle forze sociali ed economiche che operano in concreto».

Le associazioni di categoria si rivolgono poi al Parlamento affinché in sede di conversione del Decreto venga stralciata definitivamente quella che è stata definita la nuova norma "antifotovoltaico".

Con l'ultima versione del decreto, e questo è un aspetto positivo, viene scongiurata la possibile corsa all'accaparramento dei terreni agricoli per la realizzazione di mega impianti che gli stessi operatori del settore temevano viste le versioni precedenti della norma.

 

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