
[26/01/2012] News
Il Regno Unito rischia di essere condannato dalla Corte di giustizia europea perché non ha rispettato alcune disposizioni sulla raccolta e trattamento delle acque reflue urbane (direttiva 91/271/CEE). Non garantendo che siano installate reti fognarie appropriate a Beckton e Crossness, e non garantendo che un trattamento appropriato sia effettuato sulle acque reflue negli impianti di trattamento di Beckton, Crossness e Mogden, è venuto meno agli obblighi a esso incombenti.
Questa è l'opinione dell'avvocato generale della Corte che si trova ad affrontare il ricorso proposto dalla Commissione contro il Regno Unito. Un ricorso che pur facendo parte di una serie di analoghe azioni avviate nei confronti di numerosi Stati membri si distingue dalla maggior parte di essi. Infatti in questo caso il cuore della controversia non riguarda la valutazione di circostanze di fatto, bensì l'interpretazione di alcune nozioni. Nozioni che sono presenti nel testo normativo, ma che sono prive di una precisa definizione.
Nozioni, fra l'altro, dalle quali dipende la determinazione degli obblighi che la direttiva impone agli Stati membri.
La direttiva del 1991 - che ha lo scopo di tutelare in generale "l'uomo, la fauna, la flora, il suolo, l'acqua, l'aria e il paesaggio" da influenze negative - impone agli Stati membri una serie di obblighi. In alcuni ambiti sono obblighi numericamente determinati, il rispetto dei quali può essere verificato con relativa facilità. Mentre, sotto altri profili le disposizioni della direttiva sono prive di precisi riferimenti numerico - quantitativi, e si prestano pertanto ad essere oggetto di interpretazioni divergenti, (cosa che avviene per il Regno Unito).
Naturalmente, la Corte non può creare arbitrariamente riferimenti numerici che il legislatore ha voluto evitare. Ciò che essa può fare è fornire definizioni che, precisando nei limiti del possibile quello che il testo normativo indica, costituiscano ragionevoli indicazioni interpretative.
Ad esempio può chiarire che cosa si debba intendere per "prestazioni sufficienti" (nozione che si riferisce ai soli impianti di trattamento e non alle reti fognarie), per "piogge singolarmente abbondanti", per "piogge violente" e soprattutto per "tecniche migliori che non comportino costi eccessivi" (Btkneec).
La definizione della nozione di Btkneec - riferita solo alle reti fognarie, non agli impianti di trattamento e contenuta nell'allegato I - rappresenta uno degli aspetti chiave nella direttiva, utile per interpretarne tutte le disposizioni, comprese quelle che si riferiscono agli impianti di trattamento. Perché consente di conciliare in modo adeguato la necessità di garantire l'effetto utile della direttiva e quella di non imporre agli Stati obblighi impossibili da realizzare.
La direttiva, infatti, prevede che la progettazione, la costruzione e la manutenzione delle reti fognarie siano effettuate adottando le tecniche migliori che non comportino costi eccessivi e tenendo conto del volume e delle caratteristiche delle acque reflue urbane, della prevenzione di eventuali fuoriuscite, della limitazione dell'inquinamento delle acque recipienti, dovuto a tracimazioni causate da piogge violente.
Dunque la direttiva impone agli Stati membri, in generale, di dotare gli agglomerati urbani di reti fognarie e di impianti di trattamento che siano in grado, al di fuori di circostanze eccezionali, di assicurare la raccolta e il trattamento di tutte le acque reflue prodotte. L'obbligo di raccolta e trattamento integrale non si estende ai casi in cui essi siano impossibili dal punto di vista tecnologico, oppure richiedano costi del tutto sproporzionati, anche alla luce degli effetti dannosi limitati sull'ambiente.
Per questo l'avvocato propone un controllo articolato in due fasi, tanto per le reti fognarie che per gli impianti di trattamento. In una prima fase deve essere verificato se gli scaricamenti possano essere considerati come una vicenda eccezionale, o meglio come una componente non ordinaria del funzionamento della rete fognaria o dell'impianto di trattamento. In una seconda fase, qualora la prima abbia dimostrato la natura non eccezionale degli eventi di scaricamento nell'ambiente di acque non trattate, si deve procedere alla verifica sulla base della clausola Btkneec.