
[30/01/2012] News
Il decreto del Governo sulle liberalizzazioni ha modificato l'articolo 65 riguardante gli impianti fotovoltaici sui terreni agricoli. Questo decreto ha tagliato gli incentivi per gli impianti a terra, pur di limitata estensione ed integrati con le produzioni agricole, per autorizzare, anche con incentivi sostanziosi, i pannelli sopra le serre con dimensioni talmente estese da risultare incompatibili con gran parte delle produzioni agricole. Una decisione che ha sollevando le critiche degli operatori del settore (Anie/Gifi, Aper, Assosolare e Asso Energie future) perché metterebbe in difficoltà chi aveva iniziato a realizzare nuovi impianti secondo la normativa vigente da soli 10 mesi, con un intervento retroattivo che rende difficile capire se gli impianti in via di realizzazione potranno ricevere gli incentivi previsti. Le associazioni di categoria chiedevano al Parlamento che, in sede di conversione del Decreto, venga stralciata definitivamente quella che definiscono la nuova norma "antifotovoltaico".
Sulla questione dell'articolo 65 oggi interviene Legambiente: «Il governo ha fatto bene a intervenire sugli incentivi per il fotovoltaico a terra, perché il boom di progetti presentati al Gse rischia di mandare in tilt il sistema e di diventare un boomerang per il futuro delle rinnovabili. Non condividiamo però l'impianto dell'articolo, in primo luogo perché cancella il fotovoltaico a terra anche per le aziende agricole dove poteva rappresentare una integrazione del reddito, poi perché l'incentivo proposto per gli impianti sulle serre è troppo generoso e rischia di diventare un volano per le speculazioni. In parole povere, vengono previsti incentivi per il fotovoltaico su serra molto più generosi di quelli previsti dal vigente conto energia per il fotovoltaico al suolo (e senza incappare nei limiti imposti dalla precedente normativa), con un limite di ombreggiatura altissimo (il 50%). Questa indicazione potrebbe dare il via libera a speculazioni per ottenere incentivi pari a quelli delle coperture integrate negli edifici, che sono molto più alti di quelli per i pannelli al suolo. Ovviamente sotto le serre ci sarebbe tanta ombra da permettere ben poche coltivazioni, ma tanto gli incentivi coprirebbero abbondantemente anche i costi della mancata produzione».
Invece, secondo il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini, «L'obiettivo dovrebbe essere quello di promuovere una corretta integrazione tra impianti energetici e agricoltura di qualità mentre una norma del genere può solo favorire le speculazioni e aumentare i problemi ambientali, incentivando anche la creazione di nuove serre, con conseguente aumento del consumo di plastiche che già oggi, in molte regioni rappresenta un grave problema per lo smaltimento».