
[03/02/2012] News toscana
Gli eventi inducono spesso ad introdurre nuove norme che si reputano funzionali alla limitazione o esclusione di sinistri; altrettanto nuove norme nazionali inducono norme regionali. Non si contesta la legittimità dell'intervento normativo, appare invece legittimo esprimere dei dubbi in merito alle modalità di formazione dei dispositivi legislativi, tanto più che sembrano profilarsi scarsa chiarezza e dubbi interpretativi delle norme emanate.
Ci si riferisce agli articoli 141 e 142 della LRT.66/2011 ed al progetto di legge, approvato dal consiglio in data 30 gennaio, in materia di procedure per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, norma quasi sconosciuta.
Il primo rilievo critico è relativo alla fretta di produrre norme, che può anche trovare ragione in situazioni emergenziali, ma si sostanzia soprattutto nella prassi consolidata di svolgere frettolose consultazioni con una serie limitata di interlocutori istituzionali e non.
Si ha la sensazione che si ascolti poco, e appaia evidente una sorta di cortocircuito che si realizza in una regione che ha fatto dei percorsi partecipativi un vanto politico ed amministrativo, tanto da renderli obbligatori in molte pratiche di governo.
Il secondo rilievo critico è quella che potremo definire una gestione verticistica della partecipazione, anche se questa dipende soprattutto dai soggetti interpellati, sia il caso dell'ANCI, per esempio, o di associazioni genericamente ambientaliste e non meglio identificate e magari anche valutate rispetto alla loro effettiva rappresentatività.
Insomma, anche in riferimento ai due casi citati per i quali peraltro non sono del tutto da escludere possibili profili di illegittimità delle norme emanate, appare utile sollecitare una riflessione su procedure e metodi della formazione delle decisioni che sono comunque importanti, senza nulla togliere, ovviamente, alla responsabilità e libertà di decisione del consiglio regionale.
E se è vero che è saltato il circuito virtuoso del confronto, una volta, almeno fino a metà degli anni Novanta, alimentato dai partiti, è altrettanto evidente che appare misero il contributo del rapporto partecipativo con rappresentanze di categoria o istituzionali che si esaurisce in relazioni verticistiche.
Ricostruire circuiti di partecipazione è difficile e le urgenze, come la necessità di affrontare le crisi (che però non debbono divenire un alibi per decisioni autocratiche), possono indurre a semplificazioni, ma di questo passo non si fa un buon servizio, né al sistema delle istituzioni, né alla politica, né alla società toscana.
Chiudere il confronto al rapporto verticistico tra regione e rappresentanze non può infatti che indurre a progressivo e ulteriore distacco tra istituzioni e tra queste e la cittadinanza; se poi si rapporta questa dimensione a quella della pianificazione, che addirittura prevede la presenza di un garante dell'informazione a tutti i livelli, anche con evidenti difficoltà gestionali (come accade nei piccoli comuni), la sproporzione, diciamo così, di partecipazione, sembra direttamente proporzionale alla dimensione degli interessi o delle problematiche in gioco, cioè, quanto più sono grandi e diffusi gli interessi questi sembrano meno assoggiogati alla imposizione del confronto: quanto più gli interessi sono localizzati e quindi anche rapportati ad effetti più limitati il confronto sembra divenire non solo un passaggio obbligato, ma quale solo viatico di legittimazione, quasi si compisse un passaggio dalla democrazia rappresentativa a quella di tipo assembleare.
Ovviamente ci sarebbe da riflettere anche sulla effettiva rappresentatività di molto associazionismo, dato che le cose si evolvono nel tempo, ma ripartire da modalità più diffuse e diverse di confronto, magari anche on line, sulla formazione di leggi o altri provvedimenti e obbligare il consiglio e la giunta a dare risposte motivate, forse potrebbe servire a ricostruire un rapporto migliore tra politica, politici, cittadini, a ridare credibilità ed anche prestigio a chi è investito di ruoli di rappresentanza e governo.