
[09/02/2012] News
Su Il Giornale cronaca di Genova sono stati dedicati un paio di articoli ai parchi nazionali e regionali della Liguria e del loro rapporto con il territorio tosco-emiliano. La premessa corretta è stata dedicata alla opportunità che parchi nazionali come quello dell'Appennino Tosco-Emiliano trovino sempre più attivi rapporti con il territorio ligure specialmente ove operano parchi come quello delle 5 Terre.
Un tema non nuovo di cui si è discusso in molte occasioni e a cui sono state dedicate anche specifiche pubblicazioni sotto il titolo efficace e felice di Parchi di terra e di mare. Del resto APE ( Appennino parco d'Europa) è presente non certo a caso nella legge 426 unitamente alle Alpi come obbiettivo strategico di quella politica di sistema nazionale che purtroppo per molti -troppi- versi è rimasta ferma al palo.
Ma da questo a concludere che condizione di questa maggiore cooperazione sia l'unificazione, ad esempio, del parco delle 5 Terre con quello dell'Appennino Tosco- Emiliano è azzardato ed anche poco realistico. Del tutto sbagliato è invece sostenere che da questo accorpamento tra le tre regioni ne deriverebbe addirittura l'esigenza di sopprimere il parco regionale di Montemarcello- Magra.
Che sui parchi regionali più d'uno si sia sbizzarrito a ruota libera è noto. Lo ha fatto l'UPI che ne aveva chiesto lo scioglimento e ora alle prese con altri scioglimenti cioè quello delle province. Ma nel caso del Magra la bufala è di primordine se si pensa che qui il fiume riguarda due regioni ma un unico bacino.
Qui il problema irrisolto è quello di garantire una gestione che riguardi entrambe le sponde dove attualmente la situazione è assolutamente diversa. Sulla sponda ligure opera il parco regionale su quella toscana qualche Anpil (aree naturali protette di interesse locale) che non hanno certo il ruolo di un parco regionale.
Come da tempo si è ipotizzato anche qui finora con scarsa fortuna sarebbe il caso che le due regioni finalmente valutassero seriamente e concretamente la praticabilità di una più adeguata soluzione. Pensare perciò alla abrogazione del parco di Sarzana è una mera sciocchezza tanto più se giustificata con l'esigenza di risparmiare. E non basta neppure denunciare le poco edificanti vicende politiche che hanno portato a ripetere la nomina del presidente e del consiglio dell'ente che innegabilmente danneggiano il parco ma a cui bisogna rimediare evitando il ripetersi di simili fallimenti che non fanno onore né alle istituzioni né all'associazionismo ambientalista.
Renzo Moschini, responsabile Aree protette Legautornomie