[10/02/2012] News
Rispondiamo agli interventi del circolo Legambiente Pisa e del comitato "Non Bruciamoci Pisa",
letti in questi giorni sulla stampa e aventi come oggetto il termovalorizzatore di Ospedaletto.
Innanzitutto, vogliamo sottolineare che Geofor, sul finire del 2011, ha chiuso i propri impianti non
appena resasi conto del superamento dei livelli di diossina. Pur trattandosi di una problematica
seria, fu un superamento lieve, senza punte elevate, ma non è vero che, sottovalutando il
problema, si è proseguita l'attività, una volta rilevata l'anomalia. Si è invece provveduto
all'immediato stop dell'impianto. Respingiamo quindi qualsiasi addebito relativo alla salute dei
cittadini o dei lavoratori. Abbiamo presentato agli enti competenti (Provincia, Arpat) un piano di
esecuzione di lavori per il ripristino della funzione dell'impianto a norma.
Siamo stati autorizzati a ripartire dall'Amministrazione Provinciale, previa verifica dei lavori svolti e
dei risultati del primo e del secondo campionamento di analisi. Le analisi, svolte in maniera
approfondita, sono risultate entro i limiti consentiti. Anzi, ben al di sotto degli stessi (10 volte circa).
Ciò vale per la caldaia numero uno e per la numero due, ovvero entrambe le linee di combustione
del termovalorizzatore.
I dati dei rilevamenti effettuati da Geofor in questo periodo sono i seguenti:
1) Risultati eseguiti con RIFIUTO denominato "tal-quale"
LINEA 1 (13 dicembre 2011) = 0,0779
ng I-TE/Nm3 (valore lim. = 0,1 ng I-TE/Nm3).
LINEA 2 (23 dicembre 2011) = 0,0140
ng I-TE/Nm3 (valore lim. = 0,1 ng I-TE/Nm3).
2) Risultati eseguiti con NUOVO MIX
LINEA 1 (5 Gennaio 2012) = 0,0110
ng I-TE/Nm3 (valore lim. = 0,1 ng I-TE/Nm3).
LINEA 2 (5 Gennaio 2012) = 0,0126
ng I-TE/Nm3 (valore lim. = 0,1 ng I-TE/Nm3).
Anche i dati di Arpat a fine Dicembre 2011 sono risultati positivi.
In questo periodo di fermo lavori, abbiamo inoltre finalizzato lavori di manutenzione straordinaria
sulla linea uno e sulle relative tubazioni. Abbiamo cambiato 420 filtri a manica sulla linea uno e
altrettanti sulla linea due, anticipando i lavori di manutenzione straordinaria, che erano stati previsti
per il mese di giugno 2012. Questo intervento ha contribuito ad un'ulteriore efficienza dell'impianto
e al suo corretto funzionamento.
Ribadiamo, comunque, che l'impianto necessita di una ristrutturazione che, non a caso, è stata
previsto dal piano straordinario dell'Ato Costa. Tale intervento farà parte del piano industriale che
accompagnerà il percorso per la selezione del gestore unico di rifiuti delle quattro province di
Livorno, Lucca, Pisa e Massa-Carrara.
Tecnicamente, Geofor può contare inoltre sulla collaborazione e assistenza di figure esterne di alta
qualità professionale, tra cui il prof. Adelmo Benassi (esperto di termovalorizzazione dell'università
di Parma), il prof. Michele Maini, esperto in sistemi di controllo e regolazione, e l'azienda W.T.E.
(progettisti europei di impianti di termovalorizzazione).
Abbiamo inserito, previa autorizzazione della Provincia e degli organismi competenti, i sovvalli
residui della lavorazione dell'impianto dell'organico, che in genere finiscono in discarica. Questi
hanno un basso potere calorifico e, mescolati con un rifiuto che è sempre più secco in virtù dell'alta
percentuale di raccolta differenziata, concorrono a riadeguare il potere combustibile dei rifiuti, in
base alle potenzialità e ai limiti dell'impianto di Ospedaletto.
RACCOLTA DIFFERENZIATA
Per concludere, un riferimento agli altri risultati aziendali. Abbiamo portato il bacino servito da
Geofor al 45% di raccolta differenziata, stimando anche l'apporto derivanti dai biocomposter. I
Comuni dell'area pisana sono oltre il 47%, con punte di eccellenza quali Calci, San Giuliano e
Vecchiano (che si collocano tra il 60% e il 70% di R.D.). Così come Bientina, Calcinaia, Ponsacco
e Santa Croce, che già oggi hanno superato l'obiettivo di legge del 65% per il 2012. Siamo
pertanto ben consapevoli dell'importanza della differenziazione e stiamo infatti lavorando assieme
a Revet per applicare nel modo più efficace le politiche del riciclo.
Tuttavia, è dimostrato nei fatti, che oltre a criteri di prevenzione, riutilizzo, e riciclo dei rifiuti, è
necessario avere anche un numero sufficiente di impianti, quali discariche e inceneritori. Nell'Ato
Costa sono rimasti soltanto due impianti di termovalorizzazione: a Livorno e a Pisa. Non è
pensabile fare a meno dell'apporto di impianti del genere (che forse possono ridursi ad uno solo, di
più grandi proporzioni e più moderno). Ciò anche in considerazione del fatto che, se il nostro Ato
produce un milione circa di tonnellate annue di Rifiuti Solidi Urbani, è altresì vero che, dal territorio
delle 4 province, sono prodotti anche 4 milioni circa di rifiuti speciali (provenienti da attività
industriali o lavorative).
Non bruciamoci Pisa, ma non bruciamoci nemmeno il cervello! Non siamo al "mitico" rifiuto zero.
Dai dati di seguito, si nota una notevole riduzione di rifiuto, mentre abbiamo incrementato la
percentuale di raccolta differenziata e diminuito il conferimento in discarica. E' però da
irresponsabili pensare di fare a meno di impianti senza incorrere in emergenze ambientali. E'
giusto puntare a un forte recupero di materia dai rifiuti, ma riteniamo altresì utile anche attuare un
recupero energetico, entro limiti programmati e con un controllo da parte delle autorità competenti
e anche delle forze sociali e delle associazioni ambientaliste.
Ribadisco, in questo senso, la proposta di creare una commissione informale di partecipazione su
questo tema e come presidio attivo della società civile e delle associazioni ambientaliste intorno
all'inceneritore di Ospedaletto.
QUANTITA' RACCOLTE
Nel 2011 nei 25 Comuni della provincia di Pisa serviti da Geofor sono stati prodotti e raccolti
221.618 t. di rifiuti urbani (11 mila t. in meno del 2010).
I rifiuti indifferenziati nel 2011 sono stati 127. 215 t. (nel 2010 furono 142.352): di questi 46.857 t.
sono state termovalorizzate presso l'impianto di Ospedaletto e le rimanenti 80.358 sono state
conferite nella discarica di Legoli.
Sono state avviate a riciclaggio 94.403 t. di rifiuti (nel 2010 furono 90.332).
Come si vede non si può fare a meno degli impianti pur in presenza di una raccolta differenziata
crescente. Del resto dato che il bacino dell'Ato Costa produce circa 1 milione di t. all'anno di rifiuti
solidi urbani, anche se avessimo già conseguito il 65% di differenziata (e siamo ancora lontani)
rimarrebbero ancora 350 mila t. di rifiuti da collocare. Per non parlare degli industriali. E quindi
occorre un mix virtuoso, regolato e programmato di politiche di riduzione e riciclo dei rifiuti, nonché
una dotazione impiantistica adeguata che evitino l'eccessivo conferimento in discarica e ci salvino
dall'emergenza rifiuti. E servirebbe anche un po' più di responsabilità civile e di buon senso.