
[13/02/2012] News
La strage può trasformarsi in guerra civile religiosa?
Oggi si riunisce nuovamente l'Assemblea generale dell'Onu per analizzare nuovamente la sempre più drammatica situazione in Siria e l'Alto commissario per i diritti dell'Onu, Navi Pillay, presenterà il suo rapporto sui massacri e gli scontri. Ma già l'8 febbraio aveva deplorato il cannoneggiamento della città di Homs e sottolineato «L'estrema urgenza per la comunità internazionale di superare le considerazioni politiche e di prendere misure efficaci per proteggere la popolazione siriana. Sono costernata per l'attacco deliberato condotto dal governo siriano su Homs, così come per l'utilizzo dell'artiglieria e di altre armi pesanti. Il fallimento del Consiglio di sicurezza nel trovare un accordo su una forte azione congiunta sembra aver aggravato la pressione del governo siriano per massacrare senza tregua la sua stessa popolazione, al fine di schiacciare la contestazione».
Il governo siriano non solo smentisce l'evidenza dei suoi carri armati, elicotteri e cecchini che attaccano quartieri civili ed ospedali, ma diffonde "interviste" nelle quali si accusano i militari britannici e del Quatar infiltrati in Siria e "migliaia" di volontari libici che avrebbero raggiunto Homs attraverso il Libano di essere i colpevoli dell'attacco alla città per screditare il regime nazional-socialista di Bashir al Assad. Una teoria incredibile, contraddetta dalle stesse testimonianze dei feriti, dei medici e dei profughi di Homs, che però trova i suoi propagandisti anche in Italia.
La Pillay sottolinea che «Oltre a queste violazioni massicce e continuate dei diritti umani, temo che in questi ultimi mesi la situazione umanitaria si sia deteriorata in maniera significativa in diverse regioni del Paese e in particolare ad Homs dove dei quartieri sono stati largamente tagliati fuori dal resto della città o circondati durante lunghi periodi. Nel corso degli 11 ultimi mesi, dall'inizio della repressione brutale di manifestazioni essenzialmente pacifiche da parte del governo siriano, migliaia di manifestanti e di civili sono stati uccisi, feriti, imprigionati, torturati e vittime di scomparse forzate. Tutto indica che l'esercito siriano e le forze di sicurezza siano implicate nella maggior parte dei crimini perpetrati. Considerando la loro natura e la loro ampiezza, costituiscono dei crimini contro l'umanità, possono essere puniti dal diritto internazionale. Ricordo che i crimini contro l'umanità non vanno in prescrizione».
Ieri al Cairo i ministri degli esteri della Lega Araba hanno votato una risoluzione che chiede «Al Consiglio di sicurezza dell'Onu di pronunciarsi sulla formazione di una forza di mantenimento della pace congiunta dell'Onu e dei Paesi arabi, in vista di supervisionare la messa in opera di un cessate il fuoco»., quindi si chiede l'invio dei caschi blu in Siria e si annuncia la fine della missione degli osservatori arabi nel Paese. La Lega Araba ha anche invitato la comunità internazionale a «Prendere tutte le misure necessarie per rafforzare le sanzioni economiche» contro Damasco e per fornire un sostegno economico e politico all'opposizione. La risoluzione prevede anche «La fine di ogni cooperazione diplomatica» con il regime baathista» e l'apertura di canali di comunicazione con l'opposizione siriana.
Gli iraniani, alleati del regime di Damasco, accusano il ministro degli esteri dell'Arabia Saudita, Saud al Faisal, per aver chiesto «Che "Ogni forma di sostegno" venga concessa dai Paesi della Lega araba ai terroristi che combattono il governo di Damasco - scrive l'agenzia ufficiale Irna - Alla riunione della Lega al Cairo è stata archiviata la missione degli osservatori arabi in Siria ed è passato il progetto di organizzare il prossimo 24 febbraio nel regno dei fratelli musulmani tunisini la conferenza degli "amici della Siria", un forum di sostegno alle bande armate che seminano la violenza nel Paese».
La Lega Araba però assicura che non sosterrà militarmente gli oppositori siriani. Oggi il ministro degli esteri degli Emirati Arabi Unitio, Cheikh Abdallah Ben Zayed Al-Nahyane, ha detto, durante una conferenza stampa congiunta con il suo collega russo Serguei Lavrov. «Quanto al sostegno all'opposizione, vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che la risoluzione della Lega Araba sottolinea la necessità di consolidare le relazioni con l'opposizione siriana. Vorrei precisare che si tratta di un sostegno materiale e politico e i nessun caso militare, mirante ad unire tutte le forze dell'opposizione, tanto interne che esterne».
Lavrov non molla gli amici siriani ed ha ribadito che «L'autorizzazione di Damasco ed un cessate il fuoco sono necessari per inviare una forza di mantenimento della pace in Siria. Per dispiegare una missione di mantenimento della pace, è necessario ottenere il consenso del Paese che la ospita. Una missione di mantenimento della pace deve prima trovarsi in una situazione di pace per poterla mantenere». Detto in altre parole, le parti del conflitto in Siria devono mettersi d'accordo sul cessate il fuoco.
L'ambasciatore siriano in Egitto, Ahmed Yusef, ha risposto immediatamente: «La Repubblica araba di Siria respinge categoricamente le decisioni della Lega Araba. Le dichiarazioni della Lega Araba riflettono l'isteria dei Paesi membri, dopo il loro fallimento, nell'ottenere l'appoggio del Consiglio di sicurezza dell'Onu per un intervento negli affari siriani. L'Occidente conta di ridistribuire le carte nella regione, al fine di imporre una soluzione al conflitto israelo-arabo, il che comporterà la perdita dei diritti e delle terre arabe».
I consiglieri speciali dell'Onu per la prevenzione dei genocidi e sulla responsabilità di proteggere, Francis Deng ed Edward Luck, hanno ricordato che «La presenza di elementi armati tra la popolazione non rende legali gli attacchi contro i civili. I protagonisti statali e non statali hanno la responsabilità di proteggere la popolazione e possono essere perseguiti per aver istigato od aver commesso delle atrocità».
Ma Deng e Luck evidenziano un pericolo crescente: le tensioni in aumento tra le comunità confessionali in Siria, un rischio che per al Qaeda, incessantemente evocata dal regime baathista legato alla minoranza religiosa alauita, è un'opportunità per "punire" gli infedeli e dare il potere alla maggioranza sunnita. Il capo dell'organizzazione terroristica, Ayman al Zawahiri, ha espresso il suo sostegno alla ribellione siriana in un messaggio video diffuso su alcuni siti internet. Nel messaggio, intitolato "Avanti, leoni della Siria", Al Zawahiri accusa Bashar al-Assad di aver commesso dei crimini contro i propri cittadini, e elogia ch si ribella contro il governo, esortando il suo branco di assassini, probabilmente infiltratisi in Siria dall'Iraq, a rovesciare il regime ed incita i musulmani sunniti di Giordania, Libano ed Iraq a sostenere la battaglia di Al Qaeda.
Tutta farina al mulino del complotto occidentale-integralista-islamico-sunnita propagandato dalla dittatura baathista siriana. Una teoria alla quale si associa il primate della Chiesa siriaco-ortodossa, Ignace Zakka Ier Eiwas, che ha detto ad una delegazione russa in visita a Damasco: «Questi disordini sono fomentati ed organizzati da forze estere e non dai membri della società siriana. Escludo ogni possibilità di repressione contro i cristiani siriani. I cristiani in Siria restano al sicuro, contrariamente a quel che avviene in Egitto o in Iraq». L'incontro è stato organizzato dalla Sana, l'agenzia di stampa ufficiale del regime che cerca di allearsi alle altre minoranze religiose per contrastare i sunniti. Lo scorso dicembre i tre patriarchi cristiani della Siria, Ignace Zakka Ier (siriano-ortodosso), Gregorio III (greco-cattolico melkita) e Ignazio IV (greco-ortodosso) avevano firmato un appello comune per la pace in Siria, respingendo ogni ipotesi di intervento straniero.
La teoria del regime integralista islamico che potrebbe sostituire la dittatura "laica" siriana è un cavallo di battaglia anche dei russi. Evgueni Primakov, ex ministro degli esteri ed ex capo dei servizi segreti russo, durante un'intervista al network televisivo Russia 1, ha ammonito: «Gli uomini politici che parlano di un eventuale arrivo al potere in Siria di un'opposizione democratica, danno prova di una mancanza di comprensione, cioè bluffano. Molti nostri colleghi in Occidente sottovalutano la possibilità, nel caso di una partenza ipotetica del presidente Bashir al Assad, dell'arrivo al potere di forze assolutamente non-democratiche, definendo le cose con il loro nome. E quando parlano della possibilità dell'arrivo di un opposizione democratica è un bluff. L'Egitto deve farci capire molte cose».
Primakov ha evidentemente nostalgia di Hosni Mubarak e degli altri dittatori amici della Russia come Saddam Hussein e Muammar Gheddafi, tanto che riferendosi al massacro in corso in Siria ha concluso «Penso che si possa parlare di un conflitto interno molto serio. Ma questo conflitto non può essere regolato che in un solo modo che è il riavvicinamento delle parti», forse le cannonate sparate dall'esercito di Assad dai carri armati russi sui civili e gli ospedali non aiutano...