
[15/02/2012] News toscana
Gli antiparco e gli animalisti che si opponevano al progetto di eradicazione dei ratti dall'isola di Montecristo (nella foto dopo la nevicata dei giorni scorsi) sono stati sepolti da un mare di critiche e di dati tecnico-scientifici ed oggi come suggello arriva una nota della Lipu BirdLife Italia che non lascia adito a dubbi: «Il progetto di derattizzazione realizzato sull'isola di Montecristo è indispensabile per salvare l'importante colonia di berta minore e la natura dell'isola».
Dopo Legambiente, che aveva da subito difeso il progetto Life "Montecristo 2010", cofinanziato dall'Unione europea al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali - Corpo forestale dello Stato e che vede come partner l' Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), il Parco nazionale Arcipelago toscano e la società Nemo, arriva il pieno ed autorevole appoggio della Lipu, che d'altronde è la "sezione" italiana di BirdLife Italia che, come ha raccontato in questi giorni anche greenreport.it, ha notevoli esperienze di mammiferi invasivi dalle isole per proteggere l'avifauna nidificante.
Secondo la Lipu «Ii metodi e i tempi della derattizzazione utilizzati sull'isola non comportano rischi per le altre specie o per la biodiversità marina, come dimostrato anche da altri progetti condotti in tutto il mondo che hanno utilizzato metodi analoghi a quelli del progetto Montecristo 2010. Al contrario questi interventi sono fondamentali per garantire la sopravvivenza della berta minore, specie endemica del bacino del Mediterraneo, sull'isola di Montecristo. Al già basso successo riproduttivo della specie a Montecristo si è sommata negli ultimi anni l'azione distruttiva del ratto nero, in grado di azzerare il successo riproduttivo della berta minore sull'isola. Un'azione devastante che rischiava, senza un intervento specifico, di portare all'estinzione la popolazione di Montecristo».
L'associazione ambientalista sottolinea che «L'isola toscana ospita un'importantissima colonia di berta minore, formata da un numero di coppie compreso tra le 400 e le 750. L'Italia e, in particolare il Parco nazionale arcipelago toscano hanno una grandissima responsabilità per la conservazione di questa specie in quanto l'isola di Montecristo ospita tra il 3 e il 10% della popolazione mondiale nidificante».
Giorgia Galbani, responsabile Iba e rete Natura 2000 Lipu, respinge le preoccupazioni e le accuse piovute da associazioni animaliste come Enpa e Lav, che si sono accodate all'allarme sul presunto avvelenamento di Montecristo lanciato da Carlo Gasparri, un anziano ex campione di pesca subacquea elbano a capo della minuscola associazione antiparco "Arcipelago Libero": «Si tratta di tecniche standardizzate e utilizzate con successo in realtà simili a queste. La presenza di specie alloctone invasive è una delle minacce più serie per la biodiversità a livello globale, e il loro impatto è molto grave su certi ambienti, come le isole e gli habitat di acqua dolce».
E pensare che questa incredibile polemica, nata dall'ignoranza scientifica di qualcuno, dalla disinformazione di altri e soprattutto dalla volontà di mettere in cattiva luce il Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano (che svolge un ruolo molto marginale) è finita in parlamento grazie ad un'interpellanza della deputata del Pdl Fiorella Ceccacci Rubino, ignara che il progetto era stato approvato e sostenuto dai ministri della sanità e dell'ambiente del governo Berlusconi.
Secondo BirdLife International, (la rete internazionale di associazioni per la tutela della natura e degli uccelli selvatici, «Le specie alloctone invasive sono la maggiore causa di estinzione degli uccelli selvatici. Le specie alloctone invasive inoltre sono uno dei fattori che minacciano il 44% delle specie incluse nella Lista Rossa nella categoria Critically Endangered (minacciate in modo critico). Inoltre, le specie invasive mettono in pericolo il 67% delle specie di uccelli selvatici che nidificano nelle isole oceaniche».