
[16/02/2012] News
E' sempre la corruzione uno dei nostri più grandi guai, ma l'elenco dei reati non basta a capire il fenomeno e soprattutto aiuta poco a ridurre gli stessi. Lo si evince, a parer nostro, anche dalla relazione orale del presidente della Corte dei conti Luigi Giampaolino presentata oggi, durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2012, alla presenza del Capo dello Stato.
«La semplice elencazione delle fattispecie oggetto delle sentenze emesse dai giudici contabili nel corso del 2011, (...) - ha detto - offre una panoramica esaustiva dei comportamenti idonei ad arrecare un danno alle finanze pubbliche: dalla corruzione ai comportamenti dannosi posti in essere nell'esercizio dell'attività sanitaria; dall'errata gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti all'illecita percezione di contributi pubblici o comunitari; dal gravemente colposo utilizzo di strumenti derivati o simili prodotti finanziari ai danni connessi alla costituzione e gestione di società a partecipazione pubblica; dalla responsabilità per danni connessi alla stipula di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ai pregiudizi erariali conseguenti ad errori nella gestione del servizio di riscossione dei tributi».
Lasciando da parte gli altri settori, su quello dei rifiuti almeno per noi è d'obbligo fare una riflessione: al netto dei comportamenti chiaramente truffaldini, le cronache sono piene di indagini e blitz e operazioni che troppo spesso finiscono in bolle di sapone. Questo accade perché c'è un'evidente difficoltà di interpretazione delle complicatissime leggi in materia peraltro continuamente aggiornate che creano problemi anche alle società che intendono essere virtuose.
Non solo, creano problemi agli stessi giudici e quasi mai aiutano ad alimentare una corretta gestione integrata dei rifiuti, che dovrebbe essere l'orizzonte di tutti. Si aggiunga poi che molti di questi reati sono anche conseguenza di una carenza di impianti dedicati oppure di piani provinciali o regionali assai malfatti che creano le condizioni ideali perché, soprattutto in casi di emergenza, la malavita trovi il campo più fertile possibile per germogliare.
Sia ben chiaro, nessuno vuol difendere gli indifendibili, ma dovrebbe ormai essere chiaro che non è solo con l'aggiunta di leggi e l'elenco annuale dei reati fatti che si risolve alcunché.
Dice sempre Giampaolino: «Si tratta di una lunga e, si potrebbe dire, ben triste teoria di casi e vicende, qui segnalate solo in parte e per categorie generali, che serve non tanto per tracciare una mappatura dell'illegalità, della corruzione o del malaffare (fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce) ma, quel che più interessa, ad effettuare una ricognizione degli episodi più ricorrenti di gestione delle risorse pubbliche inadeguata, perché inefficace, inefficiente, diseconomica.
È questo l'aspetto sul quale sempre più si accentra l'attenzione delle sezioni giurisdizionali della Corte, in quanto scopo della loro azione è non solo quello di reintegrare il patrimonio leso o sanzionare il responsabile del danno, ma prim'ancora, quello di guidare per il futuro l'operato del pubblico dipendente, o comunque, del soggetto incaricato dell'attuazione dell'attività amministrativa, indirizzandolo al corretto perseguimento di quegli interessi pubblici stabiliti dalle leggi e rispetto ai quali vi è stata la funzionalizzazione di pubbliche risorse».
Ecco se questo è il lavoro svolto dalla Corte e questi gli obiettivi, è bene che la discussione non si limiti alla cronaca ma approfondisca nel merito le questioni.
Il malaffare va ridotto alla fonte come i rifiuti. Se le leggi non sono in grado di dare certezza del dovere, non lo sono neanche di dare la certezza del diritto. Se un organo di controllo interpreta una norma in modo diverso (e in qualche caso opposto) ad un altro organo di controllo, è evidente che chi vuole osservare la legge non sa cosa fare. Se fa in un modo incorre nei fulmini del secondo, se fa in un altro incorre nei fulmini del primo. E giù conferenze stampa sulle eco mafie!