[17/02/2012] News toscana

Fusti tossici di Gorgona, anche il Parco nazionale chiede che si recuperino urgentemente

Domani manifestazione a Livorno

Dopo Legambiente e il Wwf anche il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano chiede un pronto recupero dei fusti tossici finiti in mare al lago di Gorgona il 17 dicembre 2011.

Oggi il Parco in una nota ricorda che «sono passati esattamente due mesi dalla notte in cui l'Eurocargo Venezia della Grimaldi Lines perse in mare, durante una tempesta, 112 pericolosi fusti in acciaio contenenti sostanze chimiche a base di nichel e molibdeno. Una vicenda che testimonia la pericolosità dei traffici marittimi in aree sensibili come lo sono le acque del Santuario dei cetacei  Pelagos e il mare del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano». Il facente finzione di presidente dell'Ente Parco, il vicesindaco di Porto Azzurro Anfelo Banfi dice: «apprendo con sollievo del ritrovamento dei bidoni tossici sui fondali della  Gorgona e chiedo che si faccia presto a recuperarli per evitare ancora  danni al mare».

Il Parco è preoccupato dopo «i rilevamenti Arpat che parlano di alta solubilità  del prodotto disperso e di alto rischio tossicità per gli organismi acquatici se i bidoni dovessero  aver rilasciato il loro contenuto. L'Ente si terrà in contatto con tutti gli istituti competenti per monitorare la situazione e per collaborare affinché  si faccia tutto il possibile per annullare e mitigare il rischio per l'ambiente nella fase più delicata: l'operazione del loro recupero. Intende anche ringraziare l'efficace attività  della Capitaneria di Porto, dell'Arpat  e l'interessamento del ministero dell'ambiente e della Regione Toscana».

Intanto a Livorno si prepara la manifestazione del 18 febbraio, con appuntamento in Piazza Civica alle 15,00, sotto lo slogan "Il nostro mare non è una discarica" e gli organizzatori, Vertenza Livorno e Rete per la difesa della salute e dell'ambiente ci vanno giù duro:«sembra incredibile, ma a due mesi di distanza dall'incidente del cargo Venezia, che ha perso in mare circa duecento bidoni di rifiuti tossici, continua il balletto delle versioni fornite dalla compagnia e dalle autorità. Continuano a susseguirsi versioni contrastanti sul luogo dove sarebbe avvenuto l'incidente, sulla dinamica, sul numero dei bidoni, sul loro contenuto, sulle modalità previste per il recupero e così via. Prima si tace, poi si parla di cobalto, poi sparisce il cobalto e viene fuori il nichel, i bidoni da 198 diventano 112... L'unica cosa certa è che nel nostro mare ci sono almeno 40 tonnellate di rifiuti tossici che se non verranno recuperati provocheranno un disastro (ammesso che il disastro non sia già in corso».

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