
[27/02/2012] News
Geithner embargo contro l'Iran dei Paesi G 20. India: continueremo a comprare petrolio da Teheran
Oggi il sito Islam Today, immediatamente ripreso dalla radio ufficiale iraniana Irib, rivela che « Migliaia di soldati americani sono arrivati nell'isola yemenita di Socotra in attesa di ordini per entrare in azione nel caso di un possibile attacco contro gli impianti nucleari dell'Iran». Il sito sottolinea che «La notizia giunge pochi mesi dopo l'annuncio della creazione di una base militare americana a largo delle coste dello Yemen».
Secondo fonti yemenite il governo di Sanaa, dove ci sono appena state le elezioni presidenziali che hanno posto fine all'eterno regime di Saleh, «Avrebbe già respinto la richiesta di Washington per avere la base militare non-permanente sull'isola».
Socotra è uno degli angoli più remoti e sconosciuti del mondo, pur essendo in un'area strategicamente cruciale: al largo del Corno d'Africa, tra Somalia e Yemen, il Mar Rosso e il golfo di Aden, l'isola, poverissima, ha anche un enorme e non ancora del tutto conosciuto patrimonio di biodiversità endemica.
Secondo Irib, «Mentre il presidente Obama e sostenitori hanno salutato il ritiro delle truppe Usa dall'Iraq come la fine della guerra nel Medio Oriente, dietro le quinte, il Pentagono sta tranquillamente ammassando truppe (oltre 50.000 ) e armamenti su due isole situate a sud dello stretto di Hormuz, a poca distanza dall'Iran. Fonti militari e di Washington riferiscono che il Premio Nobel della Pace (!) Obama abbia segretamente ordinato alle forze militari di aria e di mare ed ai marines, di apprestare dei pesanti dispiegamenti militari sulle due isole strategiche di Socotra, che è parte di un arcipelago yemenita nell'Oceano Indiano, e sull'isola di Masirah, Oman, all'uscita sud dello Stretto di Hormuz».
L'Iran sembra proprio si stia preparando alla guerra: il 25 febbraio il il ministro della difesa iraniano, generale Ahmad Vahidi, ha ammonito dalle colonne dell'agenzia Irna: «Un attacco da parte di Israele contro l'Iran porterà certamente alla disintegrazione dell'entità sionista. Teheran promette di punire Israele se deciderà di attaccarlo. Sono ridicole le minacce, rivolte da quel Paese in relazione al programma nucleare di Teheran» .
Pirouz Mousavi, uno dei direttori dell'industria petrolifera iraniana, ha smentito ieri che l'Iran abbia rifiutato la fornitura di 500mila barili di greggio alle raffinerie della Grecia. Ma oggi in Messico il segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner, ha detto che i Paesi del G20 starebbero studiando la possibilità di ridurre le importazioni di petrolio iraniano e di inasprire le sanzioni finanziarie contro la Repubblica islamica: «Ho avuto diversi colloqui con dei rappresentanti dei Paesi del G20 che pensano di ridurre in maniera importante le loro importazioni di petrolio provenienti dall'Iran», ha detto Geithner in una conferenza stampa dopo la riunione dei ministri e dei governatori delle banche centrali dei Paesi del G20. Secondo Geithner le sanzioni finanziarie contro Teheran, tra le quali il congelamento delle transazioni tra le banche occidentali e la Banca centrale iraniana, «Sono efficaci».
Ma gli altri colossi del G20, Cina, Russia ed India non ci pensano nemmeno ad applicare quelle sanzioni. Proprio mentre si concludeva il G20 messicano, l'ambasciatore indiano in Iran Srivastava ha ribadito all'agenzia Farsi che «L'India continuerà ad importare petrolio iraniano». Il diplomatico indiano si era appena incontrato con il presidente della Camera di commercio di Teheran Yahya al Eshaq. Ed ha confermato la posizione presa dal ministro delle Finanze indiano in risposta alla "proposta" del governo statunitense di aiutare New Delhi a trovare fonti di rifornimento petrolifero alternative per poter aderire all'embargo occidentale contro gli approvvigionamenti iraniani. Irib sottolinea che «Gli Usa avevano detto all'India che potrebbero infatti favorire accordi con l'Iraq e l'Arabia Saudita, principali fornitori internazionali di greggio, ma l'informazione resta ancora ufficiosa».