[06/03/2012] News

La Cina vuole più elettricità nucleare "sicura ed efficace"

Aumento della percentuale delle rinnovabili

Nel rapporto di attività del governo cinese, presentato dal primo ministro Wen Jiabao  alla quinta sessione dall'11esima Assemblea popolare nazionale (Apn - il Parlamento) si legge che «La Cina assicurerà uno sviluppo redditizio e sicuro dell'elettricità nucleare».

Wen ha sottolineato che  «Il governo ottimizzerà la struttura delle fonti di energia, promuoverà l'utilizzo efficace ed ecologico delle energie tradizionali, assicurerà uno sviluppo redditizio e sicuro dell'elettricità nucleare e aumenterà la percentuale rappresentata dalle energia nuove e rinnovabili. Per riformare in maniera metodica i prezzi dell'elettricità,  lanceremo un piano di tariffazione differenziato per le famiglie che finalizzerà i meccanismi di fissazione dei prezzi dell'elettricità idraulica e nucleare e delle energie rinnovabili». Secondo i recenti piani sull'energia nucleare della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma della Cina, nel 2020 saranno operativi più di 70 reattori nucleari che produrranno appena il 5% dell'elettricità del Paese. Nel 2050 il nucleare cinese dovrebbe arrivare a 400 milioni di kW.

Zhu Zhiyuan, deputato all'Apn e vice-presidente della sezione di Shanghai dell'Accademia delle scienze della Cina, non ha dubbi: «Il rapporto di attività del governo è il segno che il governo cinese riprenderà il normale sviluppo dell'elettricità nucleare».

Il disastro nucleare di Fukushima Daiichi ha provocato anche in Cina una forte preoccupazione dell'opinione pubblica e qualcuno ha cominciato timidamente a mettere in dubbio la sicurezza delle centrali nucleari cinesi e la necessità di costruire altre (una bestemmia in un Paese dove nucleare civile e militare sono la stessa cosa),  il governo comunista di Pechino ha preso  tempo, ha sospeso l'avvio della costruzione di 4 reattori nucleari che aveva già approvato e nel 2001 non ha approvato alcun progetto di centrale nucleare. Ora, ad un anno dal terremoto/tsunami del Giappone , con la popolazione più preoccupata della crisi  economica che dalle scarse notizie che filtrano sul disastro nucleare di Fukushima Daiichi, Yang Qi, presidente onorario dell'Istituto dell'energia nucleare della Cina ed esponente del Partito comunista cinese, può dire che «Il Paese non deve fermare i progetti di centrali nucleari, dato che la domanda di elettricità non cessa di aumentare a causa della crescita economica. Dobbiamo essere totalmente fiduciosi della sicurezza delle centrali nucleari - ha detto Yang, sfidando l'evidenza dei fatti, durante un workshop all'11esimo  Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del Popolo cinese - Le tecnologie utilizzate nelle centrali nucleari operative in Cina appartengono alla versione modernizzata dei reattori di seconda generazione, basati sulla tecnologia francese M310. La sicurezza delle centrali nucleari cinesi, sia operative che in costruzione, può essere assicurata geologicamente, perché ci sono poche possibilità di tsunami nei siti selezionati». A parte che si sorvola allegramente sul rischio sismico presente praticamente in tutta la Cina... ma le "poche possibilità di tsunami" erano anche tra le rassicurazioni della lobby nucleare giapponese che hanno portato al disastro di Fukushima Daiichi.

Le dichiarazioni di Yang arrivano tre giorni dopo che  Zhao Qizheng, portavoce della Conferenza consultiva politica del Popolo cinese, aveva solennemente annunciato che «La Cina svilupperà l'elettricità nucleare in maniera estremamente sicura. Anche il 12esimo  Piano quinquennale  ha menzionato l'elettricità nucleare, impegnandosi a sviluppare questa energia in maniera più efficace e facendo della sicurezza una condizione preliminare», condizione che evidentemente non era prevista prima, tanto che Zhu Zhiyuan ha proposto all'Apn di promulgare una legge sulla sicurezza nucleare, definendola «Urgente per lo sviluppo delle centrali  nucleari».

La riunione dell'Apn è stata anche l'occasione per denunciare le sanzioni occidentali contro il nucleare dell'Iran: il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi, ha detto che «Per apportare una soluzione efficace al problema, abbiamo bisogno della cooperazione e non di scontri o di sanzioni. Siamo ostili alle sanzioni unilaterali. La Cina si oppone alla produzione di armi nucleari in tutti i Paesi del Medio Oriente, compreso l'Iran. Però, ogni Paese ha il diritto di sviluppare il suo nucleare civile, a condizione di rispettare i suoi impegni».

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