[06/03/2012] News toscana

Sistema rurale toscano: "regge" nonostante la crisi

L'Irpet ha presentato oggi il "Rapporto sul sistema rurale toscano" elaborato su incarico della Regione, da cui emerge un quadro di luci e ombre. Considerata la congiuntura sfavorevole e alcune difficoltà storiche del settore, è possibile essere ottimisti e guardare la parte mezza piena del bicchiere. Nello specifico: durante il 2010 il comparto agroalimentare toscano ha contribuito per il 3,3% alla formazione del valore aggiunto dell'economia regionale, per un totale di 3 miliardi e 145 milioni di Euro.

Per poco più della metà (1.734 milioni di € ) il valore aggiunto è stato prodotto da agricoltura e silvicoltura, mentre l'industria alimentare ha prodotto il 43% del valore aggiunto complessivo, pari a 1.353 milioni di €. Cresce la dimensione aziendale, che passa in media dai 7 ai 10 ettari, ma si registra anche una forte contrazione del numero di aziende (-38%), un dato peggiore di quello nazionale (-32%).

Le aziende più piccole diminuiiscono di un 9% all'anno, mentre quelle maggiori "tengono" e accrescono il loro peso sul totale. Complessivamente diminuisce la Sau (superficie agricola utilizzata). Bene l'agriturismo che risente in misura minore della crisi con la Toscana (4074 aziende) che conferma la leadership in Italia (33,5% delle presenze totali). Nota positiva anche dalle esportazioni che fanno registrare il dato migliore evidenziato dal rapporto. Sono cresciute del 12% nel 2010 e dell'10% nel 2011.

La performance maggiore riguarda il vino, con un +16% , al quale si aggiunge un +12% per l'olio. Resta invece critico il dato legato all'età media degli agricoltori: il 40% ha più di 60 anni. Su questo aspetto è intervenuto anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi «Anche nel settore dell'agricoltura, così importante per lo sviluppo toscano, quello dei giovani deve essere il nostro vero assillo, l'impegno quotidiano. Dobbiamo rivalutare questa attività, anche sotto il profilo dell'immagine, parlare con le scuole, studiare forme specifiche di accesso al credito, far crescere l'esperienza del progetto "Giovanisì. Fare impresa in agricoltura"».

Un secondo punto sottolineato dal presidente riguarda la necessità di interfacciare le politiche agricole con quelle urbanistiche e ambientali. «La giunta regionale ne ha parlato, siamo consapevoli che nei provvedimenti di legge ci sono incongruenze, vincoli eccessivi oppure lassismo, norme differenti tra i comuni. Tutto ciò ostacola e rende difficile lo sviluppo. Dobbiamo ribadire con forza questo concetto di integrazione anche nella revisione della legge n.1 sul governo del territorio, nelle decisioni che dobbiamo prendere su questioni ambientali emergenti come la siccità o in scelte decisive come quelle relativi all'utilizzo delle biomasse».

«La Toscana - ha aggiunto l'assessore all'agricoltura Gianni Salvadori - ha la possibilità di centrare i risultati che si auspicano, se farà rete. Gli agricoltori toscani hanno voglia di investire e pensano al futuro, noi dobbiamo rafforzarli su questa strada. L'agricoltura e l'agroindustria hanno la possibilità di contribuire a rimettere in piedi l'economia di questo Paese».

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