
[13/03/2012] News
L'Unione europea ha lanciato oggi una seconda sfida contro le restrizioni delle esportazioni cinesi di materie prime, tra le quali 17 terre rare, il tungsteno e il molibdeno. Insieme ad Usa e Giappone, l'Ue ha formalmente chiesto consultazioni per le risoluzioni delle controversie con la Cina all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) una richiesta che fa seguito ad una denuncia al Wto da parte dell'Ue che all'inizio di quest'anno l'ha vista vincitrice riguardo a restrizioni simili per altre materie prime.
Il commissario Ue al commercio commissario, Karel De Gucht, ha sottolineato che «Le restrizioni cinesi sulle terre rare e altri prodotti violano le norme commerciali internazionali e devono essere rimosse. Queste misure danneggiano i nostri produttori e consumatori nell'Ue e in tutto il mondo, compresi i costruttori dell'hi-tech di avanguardia e delle green business applications. Nonostante la chiara sentenza del Wto nella nostra prima disputa sulle materie prime, la Cina non ha fatto alcun tentativo di rimuovere le restrizioni alle altre esportazioni. Questo non ci lascia altra scelta che quella mettere in discussione nuovamente il regime delle esportazioni della Cina, per garantire un accesso a questi materiali delle nostre imprese».
La Cina impone una serie di restrizioni alle esportazioni, compresi dazi e quote di esportazione ed ulteriori requisiti che, secondo la Commissione Ue, «Limitano l'accesso a questi prodotti per le aziende fuori della Cina. Si tratta di misure che comportano una sensibile distorsione del mercato e favoriscono l'industria cinese a scapito delle imprese e dei consumatori dell'Ue. L'Ue ritiene che queste restrizioni siano in violazione delle regole generali del Wto ed anche degli impegni specifici della Cina su dazi all'esportazione come parte del suo protocollo di adesione al Wto».
Nonostante la recente sentenza del Wto, la Cina non ha dato alcun segnale della volontà di rimuovere le restrizioni alle esportazioni, anzi, gli ultimi annunci sulle quote di terre rare inaspriscono ulteriormente restrizioni. «Pertanto, l'Ue ha deciso di lanciare una seconda sfida sugli elementi delle terra, il tungsteno ed il molibdeno - avverte la Commissione europea - L'Ue si augura che tali consultazioni in seno all'Omc porteranno ad una soluzione soddisfacente con la Cina».
Rispondendo alle questioni ambientali sollevate da pechino Bruxelles ricorda che «L'Ue sostiene e incoraggia tutti i Paesi a promuovere una produzione rispettosa dell'ambiente e sostenibile delle materie prime. Tuttavia, l'Ue ritiene che le restrizioni all'esportazione non contribuiscano a questo obiettivo, ci sono misure più efficaci di tutela ambientale che non discriminano le industrie straniere».
La sfida è davvero epocale e riguarda materiali strategici dei quali l'Unione europea scarseggia: mentre terre rare spesso costituiscono una piccola quota del prodotto finito, sono il più delle volte non sostituibili (e quando lo sono il prodotto finale "riprogettato" è molto più costoso). Secondo l'Ue «La loro non disponibilità può portare alla rottura delle "catene del valore". La Cina ha il monopolio della fornitura di terre rare con una quota del 97% della produzione mondiale».
Un altro problema è quello del tungsteno, un metallo molto duro che dà un contributo importante alla produzione di utensili in acciaio ed al raggiungimento di elevati livelli di produttività nelle industrie, viene usato in illuminotecnica, elettronica, ingegneria energetica, rivestimenti e "joining technology", nell'industria automobilistica e aerospaziale e nella tecnologia medica. La Cina è di gran lunga il più grande produttore di tungsteno del mondo, con il 91% della produzione globale.
Il molibdeno è un elemento metallico che viene utilizzato principalmente come agente legante per la produzione di leghe più forte e resistenti al calore, grazie alla sua elevata temperatura di fusione.
Le leghe sono inoltre utilizzate per i filamenti delle lampadine. Le industri siderurgiche rappresentano più del 75% del consumo di molibdeno. La Cina è il principale produttore mondiale di molibdeno e rappresenta il 36% della produzione globale.
La richiesta di consultazioni al Wto è il primo passo nel processo di risoluzione delle controversie. Su questa questione, negli ultimi anni l'Ue si è scontrata più volte con la Cina, senza successo, e ora spera di utilizzare il processo di consultazione del Wto per arrivare a una soluzione reciprocamente soddisfacente con Pechino. Se non verrà trovata nessuna soluzione soddisfacente, la controversia potrebbe essere trasmesso ad un gruppo di esperti del Wto per una decisione.