
[16/03/2012] News toscana
Dopo che anche in Toscana le polemiche sul fotovoltaico a terra sono state al calor bianco, dividendo amministrazioni locali, partiti ed associazioni ambientaliste, la proposta della Giunta, illustrata, nelle commissioni ambiente, agricoltura e sviluppo economico riunite in seduta congiunta e presiedute rispettivamente dal Vincenzo Ceccarelli (Pd), Loris Rossetti (Pd) e Caterina Bini (Pd), «Detta finalità, campi di applicazione, criteri generali, localizzazione e tipologia distributiva».
Un comunicato del Consiglio regionale, sottolinea che «Il corretto inserimento nel paesaggio e sul territorio di impianti fotovoltaici a terra, nasce dall'esigenza di rispettare le direttive europee 2001/77/CE e 2009/28/CE relative alla "promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili" e agli "obiettivi obbligatori da raggiungere entro il 2020" (il 20% per la Comunità, il 17% per l'Italia). Da qui l'individuazione di criteri per "mitigare possibili impatti ambientali e paesaggistici" che "non sono strettamente vincolanti, si legge nella premessa, consentendo interpretazioni legate a ciascun contesto". Sono quindi "parametri qualitativi cui fare riferimento"». La proposta della giunta sull'installazione di impianti fotovoltaici a terra in attuazione dell'art 3 della legge 11 sembrerebbe essere stata ben accolta dai consiglieri regionali dato che «Investe impianti fotovoltaici a terra, ad esclusione di quelli di potenza inferiore a 20 kWp a patto che "non interessino aree sottoposte a tutela culturale e/o paesaggistica". Da un punto di vista di localizzazione e tipologia distributiva, per una migliore integrazione, la "forma dell'impianto dovrà tener conto delle caratteristiche paesaggistiche con particolare riferimento ai manufatti rurali", dovrà essere localizzato "evitando di interessare coltivazioni storicizzate come ad esempio castagneti da frutto". Le caratteristiche costruttive dovranno essere tali da consentire la "massima resa nella minore superficie occupata", "minore ingombro possibile dei moduli fotovoltaici" e i manufatti a servizio dell'impianto come le cabine di trasformazione dovranno avere un ingombro contenuto. In tema di localizzazione, saranno da privilegiare aree "già dotate di rete viaria idonea", eventuali nuovi tratti per l'accesso dovranno "rispettare il reticolo delle strade rurali esistenti" e comunque una nuova viabilità dovrà essere fatta impiegando "materiali drenanti naturali».
Secondo Ceccarelli, «La proposta contiene criteri di buonsenso. A tratti sembra quasi un disciplinare, ma l'intento della Giunta è buono, forse un po' ridondante. Avvieremo le consultazioni con la volontà di chiarire».
Anche il vicepresidente della commissione sviluppo economico, Nicola Nascosti (PdL), nonostante un dubbio per una «Ulteriore complicazione nel processo decisionale» si è detto d'accordo per aprire le fasi delle consultazioni: «Trattandosi di disposizioni europee, enti locali e soggetti altri dovrebbero già conoscere le linee guida da seguire».
Andrea Agresti (PdL) vicepresidente della commissione ambiente esprime una perplessità di fondo: «Lavoriamo su provvedimenti che investono l'ambiente in assenza di un Piano del paesaggio».
La proposta di procedere alle consultazioni è appoggiata da Matteo Tortolini (Pd): «Il documento traccia linee non solo a tutela dell'ambiente ma anche tecnico-operative molto approfondite. Questi impianti possono configurarsi come fonte di reddito alternativo, è necessaria una regolamentazione chiara».
Un'esponente di un altro patito di maggioranza, Marta Gazzarri (Idv), è convinta che «il vero salto di qualità risiede nella capacità di coniugare ripresa economica e salvaguardia del territorio». Mentre dall'opposizione Antonio Gambetta Vianna (Lega Nord Toscana) dice che «I criteri di salvaguardia dovrebbero investire anche piccoli impianti. L'applicazione non sembra chiara ed è molto discrezionale». L'opposizione di centro, con Giuseppe Del Carlo (Udc) chiede di «Conoscere su quali basi la Giunta ha individuato i criteri. Immagino siano state fatte analisi sulle conseguenze delle prescrizioni». Secondo Monica Sgherri (Federazione della sinistra/Verdi) «Una cornice di riferimento può essere il presupposto per non avere più impianti bloccati». Da Paolo Marcheschi (PdL) è arrivata la richiesta di «Chiarimenti su localizzazioni in aree dismesse» ed ha annunciato un'interrogazione su questo tema perché «Lo spirito del documento che vuole orientare a un corretto ripristino di luoghi a seguito di dismissione di impianti è molto vago».