
[19/03/2012] News
Al sesto World water forum conclusosi il 17 marzo a Marsiglia, il Joint researc centre (Jrc - Centro comune di ricerca) Ue di Ispra ha presentato un rapporto intitolato "Attuali risorse idriche in Europa e Africa" dal quale emerge che «Vaste zone in Spagna e nell'Europa orientale hanno in media meno di 200 mm acqua dolce a disposizione ogni anno, mentre la domanda di acqua è tra 3 a 10 volte superiore» tra le zone più in crisi c'è anche l'area a nord della Puglia.
Le mappe sulla disponibilità ed il consumo idrico contenute nel rapporto mostrano delle variazioni nella produzione annuale di acqua dolce da 10 mm a più di 500 mm per l'Europa e da meno di 0,1 mm a più di 500 mm per l'Africa. «Il rapporto delinea le incertezze esistenti e indica gli ulteriori sforzi di ricerca necessari per una migliore gestione dell'acqua e disponibilità di acqua contro le richieste di provenienti da diversi settori economici - spiega il Jrc - e si prefigge di sostenere le sfide politiche più importanti per garantire il legittimo accesso all'acqua. Analizza le risorse idriche disponibili, inondazioni, siccità e scarsità d'acqua, utilizzando modelli di simulazione idrologica.
In Europa, la maggior parte dei dati necessari per la valutazione delle risorse idriche sono già disponibili, ma l'accesso ad essi deve essere ancora migliorato per ottenere una visione pan-europea. In particolare deve essere affrontata la questione delle disponibilità pubblica delle osservazioni sulle portate dei fiumi».
Per l'Africa le ultime valutazioni delle risorse idriche rivelano vastissime aree con una produzione annua di acqua dolce di meno di 200 mm. «Valori più alti sono misurati solo in alcune parti dell'Africa equatoriale, nel sud-ovest dell'Etiopia, nell'Africa sud-orientale e nel Madagascar. La scarsità d'acqua è particolarmente difficile da stimare in quanto i dati pan-africani più recenti sull'utilizzo dell'acqua risalgono all'anno 2000. Inoltre, proprio come per l'Europa, le informazioni sui trasferimenti dell''acqua dei bacini fluviali spesso non sono disponibili».
Il 13 marzo, intervenendo al World water forum il commissario Ue all'ambiente Janez Potocnik aveva annunciato che a novembre la Commissione europea «Pubblicherà un piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee» che presenterà la strategia dell'Ue e rafforzerà gli sforzi per una «Prevenzione e una preparazione» per i problemi legati all'acqua, con particolare attenzione alle persone e agli ecosistemi naturali, e all'equilibrio tra domanda e offerta.
Intanto il rapporto "Per un uso efficiente delle risorse idriche in Europa" dell'Agenzia europea per l'ambiente (Aea) mette in evidenza che «Le risorse idriche dell'Ue sono sottoposte a notevole pressione e che la situazione è destinata a peggiorare prima di poter migliorare». L'Aea avverte: «L'uso inefficiente continuato dell'acqua potrebbe mettere a rischio l'economia, la produttività e gli ecosistemi dell'Europa e chiede con forza una gestione integrata dell'acqua, «A partire da una migliore applicazione della legislazione esistente. L'acqua pulita è una risorsa naturale di vitale importanza, che richiede un'attenta gestione. E' essenziale per la vita ed è parte integrante di quasi tutte le attività economiche, comprese la produzione di cibo, l'energia e gli output industriali. La disponibilità di acqua pulita in quantità sufficiente non solo è un prerequisito per la salute e il benessere umani, ma è anche essenziale per gli ecosistemi d'acqua dolce e per i numerosi servizi che forniscono».
Il rapporto Aea sottolinea che «Sono necessari Sforzi maggiori nell'uso più efficiente dell'acqua in Europa: l'uso inefficiente dell'acqua colpisce le risorse di cui hanno bisogno gli ecosistemi e la gente, che sono entrambi fondamentali per la produttività e la sicurezza dell'Europa. Flussi fluviali ridotti, livelli dei laghi e delle acque freatiche in calo e zone umide che scompaiono possono avere degli effetti distruttivi sui sistemi naturali che sono il fondamento della produttività economica».
Il nuovo studio evidenzia che «Alcune carenze idriche hanno portato a limitazioni sull'acqua potabile in alcune parti d'Europa, e c'è anche una sempre più intensa competizione per le risorse idriche». Nell'Ue l'agricoltura utilizza circa un quarto dell'acqua proveniente dall'ambiente naturale, una percentuale che arriva fino all'80% in alcune aree dell'Europa meridionale, Italia compresa. La fornitura pubblica di acqua rappresenta circa un quinto dell'acqua utilizzata in Europa ed oltre il 25% di questa viene sprecata solo per gli sciacquoni del water closed. C‘è anche il problema degli impianti idroelettrici che «Cambiano anche la struttura naturale e il flusso di fiumi e laghi, con delle conseguenze per gli ecosistemi».
La Aea fa notare che «L'agricoltura è un settore in cui è possibile ottenere facilmente dei miglioramenti in termini di efficienza, poiché molta acqua è usata in modo inefficiente per irrigare i campi. Delle stime mostrano che approssimativamente un quarto dell'acqua impiegata per l'irrigazione in Europa potrebbe essere risparmiata semplicemente cambiando il tipo di condutture o condotte utilizzate».
Presentando il rapporto a Marsiglia, la direttrice esecutiva dell'Aea, Jacqueline McGlade, ha detto: «Le risorse idriche sono sotto pressione in molte parti d'Europa, e la situazione sta peggiorando. Agricoltura, produzione energetica, industria, fornitura di acqua pubblica ed ecosistemi sono tutti importanti, e sono tutti in competizione per questa risorsa limitata. Con i cambiamenti climatici che rendono la fornitura di acqua meno prevedibile, è estremamente importante che l'Europa usi l'acqua in modo più efficiente a beneficio di tutti i suoi utilizzatori. Le risorse idriche dovrebbero essere gestite efficacemente come qualsiasi altra risorsa naturale che i paesi possiedono».