
[22/03/2012] News
«Organizziamo insieme gli stati generali della green economy, per creare una pressione non difensiva, ma molto propositiva e aggressiva che spieghi che la prospettiva di crescita del nostro Paese sta nei punti contenuti nel Manifesto per lo Sviluppo Sostenibile, che non sono soltanto i punti di un'associazione ma sono i fondamentali dell'economia reale». Con questo invito a Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, il ministro Corrado Clini ha chiuso i suoi interventi (nella foto un momento dell'incontro) nell'ambito del meeting "La green economy per affrontare la crisi italiana" organizzato dalla stessa fondazione di Ronchi sotto forma di un vero e proprio question time, in cui gli imprenditori hanno potuto rivolgersi direttamente al ministro Clini ed ascoltare le sue risposte.
«Un confronto che negli ultimi anni non era mai avvenuto - ha chiosato nel suo intervento il presidente dei Consorzio compostatori David Newman - e per questo mi auguro che l'attuale governo continui sulla strada del confronto con gli operatori».
Effettivamente si è trattato di un confronto diretto che ha portato centinaia di imprenditori ad affollare la sala romana che ha ospitato l'evento e Clini non ha mancato di sottolineare che il futuro sarà quello di promuovere un'industria della green economy, che vada al di là del marketing e della pedagogia: l'esempio portato è quello dei rifiuti: «Per quanto riguarda la corretta gestione del ciclo dei rifiuti - ha spiegato il ministro - noi oggi abbiamo bisogno di un ciclo industriale, perché se c'è chi ricicla e poi c'è chi riusa, la raccolta differenziata cresce, se non c'è riciclo e non c'è riuso, allora la raccolta differenziata resta un esercizio pedagogico di nessuna utilità».
«Il nostro intento dunque - ha continuato il ministro dell'ambiente - è quello di rendere competitivo e vantaggioso riciclare i rifiuti urbani derivati dalle raccolte differenziate. Questo vale anche per il Sud: non ci venite a chiedere soldi per l'educazione ambientale perché se a Napoli , in Calabria e in Sicilia siamo nelle condizioni in cui siamo è perché dietro non c'è alcuna industria del riciclo, a differenza di situazioni virtuose come il Veneto, la Lombardia, l'Emilia Romagna e la Toscana».
Il ministro Corrado Clini ha toccato molti argomenti, tra cui anche la difesa del suolo, all'indomani della visita nei luoghi della tragedia ligure fatta ieri con il presidente della Repubblica Napolitano: «Il precedente governo aveva stanziato un miliardo per la manutenzione del territorio, ma poi ne ha dirottati 800mila a copertura del debito e ora ci ritroviamo a riparare i danni con le briciole, quando la prevenzione risulta invece essere uno dei perni dello sviluppo: investendo 2 miliardi di euro l'anno nella prevenzione del dissesto idrogeologico il ritorno stimato, in termini economici, occupazionali e ambientali è di 6 miliardi».
Anche sul fronte delle energie rinnovabili Corrado Clini ha indicato una prospettiva nuova: «Il nuovo approccio deve essere quello di collegare gli incentivi alle fonti rinnovabili al conto economico, mentre oggi è considerato solo un costo».
La replica del senatore del Pd Francesco Ferrante non si è fatta attendere: «Apprezziamo le intenzioni del ministro sulle rinnovabili, i risultati ottenuti sulla chimica verde e sulla normativa dei bioshopper. Ben vengano anche gli stati generali della green economy, ma io voglio ricordare al ministro che se non saranno varati i decreti attuativi per le rinnovabili, che aspettiamo da settembre, agli stati generali ci sarà la metà delle imprese, perché le altre nel frattempo saranno già morte. Non possiamo sentirci dire dopo 6 mesi che il ministro dell'ambiente non ha ancora trovato l'accordo con il ministero dello sviluppo economico».
Il presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi ha comunque accolto con entusiasmo l'invito del ministro, rilanciando subito la proposta di organizzare gli stati generali della green economy nel corso di Ecomondo, se ovviamente ci sarà la disponibilità degli organizzatori.
«E' ora che si costituiscano gli stati generali per manifestare il sorgere di questo grande cambiamento di orizzonte, anche in Italia. Non a caso ne discutiamo nel 2012, quando Rio + 20 sarà dedicato proprio alla green economy - ha concluso Ronchi - Prepariamo questa scadenza per stimolare la partecipazione di tutti i soggetti realmente interessati a disegnare una nuova manifattura e una nuova industria italiana».