
[26/03/2012] News
Il rapporto "Waste-to-Energy Markets - Renewable Power and Heat Generation from Municipal Solid Waste: Market Outlook, Technology Assessments, and Capacity and Revenue Forecasts" di Pike Research analizza le opportunità per il mercato globale delle energie da rifiuti (Waste-to-Energy - Wte) per tre segmenti tecnologici principali: combustione, gassificazione e la digestione anaerobica e «fornisce una valutazione completa dei driver della domanda, dei modelli di business, dei fattori politici, della tecnologia e le questioni connesse alla rapida crescita di mercato per le Wte», riguardanti i principali protagonisti mondiali di questo discusso settore e le previsioni fino al 2022 sulla produzione di energia per applicazione e regione.
Pike Research spiega che la Wte «comprende tecnologie di conversione termica e biologica che sbloccano l'energia utilizzabile immagazzinata nei rifiuti solidi urbani (Rsu) per produrre elettricità e calore. Gli impianti di termovalorizzazione sono integrati in più ampi regimi di gestione dei rifiuti volti a prevenire l'utilizzo delle discariche. Riducendo il volume dei rifiuti del 90% o più ed evitando le emissioni di gas metano dal degrado della discarica, la Wte offre un'opzione interessante per promuovere la crescita low-carbon nell'affollato panorama delle energie rinnovabili».
Ovviamente in questo rapporto si omette di dire che il recupero energetico ha anche un'alternativa, assai più valida e sostenibile almeno secondo l'Unione Europea (e pure secondo noi), che nella propria gerarchia per la corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti indica il recupero di materia, ovvero il riciclo, come prioritario rispetto al recupero energetico
Secondo il rapporto nel 2011 nel mondo sono state prodotte circa 2 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani e nei prossimi 10 anni, la crescita della popolazione, l'urbanizzazione e l'aumento del livello di benessere dovrebbero portare questa cifra ancora più in alto e, con buona pace dei chi si oppone ad ogni termovalorizzazione dei rifiuti, con un aumento della richiesta globale di soluzioni Wte.
A guidare la nuova crescita delle tecnologie Wte sembra essere ancora una volta la Cina che sta spostando il centro delle tecnologie Wte lontano dall'Europa e verso l'Asia-Pacifico. Ma il rapporto sottolinea che «tuttavia, gli elevati costi di capitale iniziali e la messa in discarica, attraente dal punto di vista economico, rappresentano ostacoli che persistono per la loro adozione diffusa. Anche se attualmente sono operativi più di 800 impianti Wte termici in quasi 40 Paesi in tutto il mondo, queste strutture trattano solo l'11% dei rifiuti solidi urbani prodotti nel mondo nel 2011, rispetto al 70% che è andato in discarica».
Il mercato è ancora dominato dalle tecnologie di combustione ma Waste-to-Energy Markets prevede che l' incremento delle tecnologie advanced thermal treatment (Att), come la pirolisi, potrebbero far diminuire il conferimento in discarica e migliorare l'economicità delle Wte, considerando poi che «un aumento degli impianti delle tecnologie biologiche è inoltre previsto in tutto il mondo».
Secondo il rapporto di Pike Research i sistemi Waste-to-Energy dal 2022 tratteranno almeno 261 milioni di tonnellate di rifiuti anno, con una produzione di energia elettrica e termica stimata in 283 terawattora (TWh) rispetto ai 221 TWh del 2010. Nello scenario definito "più ottimistico", le Wte potrebbero trattare 396 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani all'anno, producendo 429 TWh di energia.
Nel 2012 il mercato mondiale delle tecnologie Wte termiche e biologiche raggiungerà almeno i 6,2 miliardi di dollari ed entro il 2022 crescerà fino a 29,2 miliardi dollari; con la previsione "ottimistica", il valore di mercato potrebbe raggiungere nel 2022 gli 80,6 miliardi dollari.