[27/03/2012] News

Summit sulla (in)sicurezza nucleare di Seoul. Obama: «Siamo qui per agire, non per parlare».

I leader di oltre 50 Paesi ed i capi di 4 istituzioni internazionali riuniti nella capitale sud coreana

Secondo quanto scrive l'agenzia ufficiale cinese Xinhua la Dichiarazione approvata oggi a Seoul «Riafferma gli impegni internazionali a ridurre al minimo l'utilizzo dell'uranio e del plutonio altamente arricchiti e ad ampliare le discussioni sulla sicurezza nucleare, nel contesto della sicurezza nucleare, in seguito alla crisi nucleare in Giappone».

Aprendo il summit nucleare il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha sottolineato «la necessità di uno stretto coordinamento internazionale per rafforzare il regime mondiale della sicurezza nucleare. Spero che il summit dei Seoul, basandosi sulle realizzazioni fatte durante il summit di Washington, segnerà una nuova tappa nella creazione di un consenso e di piani di azione».

La verità è che la tragedia nucleare di Fukushima Daiichi e che quello che, a 25 anni da Chernobyl, una paziente opera di propaganda politica era riuscito a derubricare ad una questione di "pericolo terrorista" è ritornato ad essere un problema globalmente legato all'industria nucleare.

Come ha evidenziato lo stesso Lee «1.600 tonnellate di uranio altamente arricchito e 500 tonnellate di plutonio in grado di produrre circa 126.500 armi nucleari sono stoccate in tutto il mondo. Ridurre e finalmente eliminare tutti i materiali nucleari "alla rinfusa" è una soluzione fondamentale per la prevenzione del terrorismo nucleare. I leader mondiali hanno la responsabilità di mantenere la pace e la sicurezza di tutta l'umanità. Conseguentemente, devono utilizzare tutti i mezzi per impedire ai terroristi di ottenere dei materiali nucleari».

Il presidente Usa Barack Obama ha detto che i 50 Paesi si sono riuniti a Seoul «Per agire, non per parlare» e poi ha riproposto alla Russia di riavviare il disarmo nucleare bilanciato tanto promesso. Fa comunque impressione vedere la foto di gruppo del summit, con Obama ed altri leader delle democrazie occidentali che vogliono lottare contro il terrorismo immortalati insieme a feroci dittatori che utilizzano il terrorismo di stato per mettere a tacere le loro opposizioni e le armi e l'energia atomica per mantenere un ruolo nel quadro geopolitico mondiale.

Ma Obama ha comunque detto che «I governi di tutto il mondo stanno applicando gli impegni presi durante il summit di Washington, stanno eliminando i materiali nucleari e prendendo delle misure più reali e concrete. Diversi Paesi sono presenti al summit per prendere delle azioni, non per parlare». Effettivamente, al suo fianco l'impenetrabile dittatore del Kazakistan annuiva silenziosamente.

Obama ha proseguito: «Penso che comprendiamo tutti che nessun Paese può fare tutto da solo e che l'obiettivo non sarà raggiunto se noi non lavoriamo in quanto comunità internazionale. E' quel che abbiamo fatto a Washington e quel che facciamo a Seoul farà parte di una più grande architettura mondiale concepita per ridurre la minaccia del terrorismo nucleare e continuare l'utilizzo pacifico della tecnologia nucleare». Il discorso di Obama è stato naturalmente applaudito da tutti i Capi di Stato che sono dotati di armi nucleari o che vorrebbero dotarsene.

Al summit è intervenuto anche il presidente cinese Hu Jintao che ha assicurato che «La Cina ha preso delle misure attive per rafforzare la sicurezza nucleare ed ha fatto dei progressi sostanziali dalla tenuta del primo summit sulla sicurezza nucleare a Washington di due anni fa. La Cina assegna una grande importanza all'acquisizione delle capacità per garantire la sicurezza nucleare ed anche a delle ispezioni complete e nel quadro nazionale sulla sicurezza delle sue installazioni nucleari. A questo riguardo, abbiamo istituito dei programmi di formazione a tutti i livelli e differenti tipi di formazione. La Cina ha seriamente onorato i suoi obblighi internazionali in materia di sicurezza nucleare ed ha ratificato l'emendamento alla Convenzione sulla protezione fisica delle materie nucleari e la Convenzione per la soppressione degli atti di terrorismo nucleare. La Cina ha rispettato seriamente ciò che impongono i suoi obblighi stipulati nelle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. La Cina si è impegnata in un'ampia cooperazione internazionale in materia di sicurezza nucleare ed ha firmato con l'International atomic energy agency un accordo sulla cooperazione per la sicurezza nucleare».

Sembra che a Seoul ognuno se la canti e se la suoni e che tutto sia a posto e sotto controllo, tanto che il presidente cinese ha annunciato che «La Cina ha attivamente prestato la sua assistenza ad altri Paesi in material di sicurezza. Ha anche accolto dei workshop sulla sicurezza nucleare con un centinaio di stagisti provenienti da più di 10 Paesi dell'Asia-Pacifico. Ha anche apportato il suo contributo al Fondo della sicurezza nucleare dell'Iaea destinato ad appoggiare la Cina ed altri Paesi asiatici a procurarsi le capacità per assicurare la loro sicurezza nucleare».

Peccato che Hu Jintao abbia dimenticato di dire che tra i Paesi assistiti dalla Cina ci sono anche i compagni della Corea del Nord e gli amici del Pakistan che non hanno firmato il Trattato di non proliferazione nucleare e che hanno collaborato a sviluppare armi nucleari che Islamabad ha in abbondanza e Pyongyang vorrebbe tanto avere.

Alla fine Hu ha ammesso che la Cina dovrà raddoppiare i suoi sforzi se vuole una vera sicurezza nucleare, per questo intende «Fare del Centro di eccellenza in Cina un centro regionale, intensificare la cooperazione con l'Iaea ed aiutare i Paesi che hanno bisogno di riconvertire i reattori Heu», cioè ad uranio altamente arricchito.

Poi ha presentato i 4 punti della Cina sulla "sicurezza nucleare nel nuovo contesto": «Seguire un approccio scientifico e sensibile alla sicurezza nucleare e rafforzare la fiducia nello sviluppo dell'energia nucleare. Dobbiamo far fronte ai rischi associati, rendere l'energia nucleare più sicura e più affidabile e promuovere lo sviluppo sicuro e la sostenibilità dell'energia nucleare; Rafforzare le capacità compatibili con le responsabilità nazionali per garantire la sicurezza nucleare. Dovremo stabilire e migliorare il sistema legislativo e regolamentare che regge la sicurezza nucleare, mettere in piedi il team incaricato della gestione dei casi di emergenza nucleare, aumentare l'apporto in materia di ricerca e sviluppo ed intensificare la formazione del personale; Moltiplicare gli scambi e la cooperazione su scala internazionale e migliorare la situazione in materia di sicurezza nucleare nel mondo. Dovremo promuovere l'universalità degli strumenti giuridici internazionali pertinenti, promuovere l'applicazione delle norme di sicurezza nucleare, aiutare i Paesi in via di sviluppo a migliorare le loro capacità tecniche; Adottare un approccio globale e trattare sia i sintomi che le cause profonde della proliferazione nucleare e contrastare il terrorismo nucleare. Dovremo rispettare gli obbiettivi ed i principi della Carta delle Nazioni Unite, seguire i nuovo concetto di sicurezza caratterizzato dalla mutua fiducia, dal mutuo vantaggio, dall'eguaglianza e dal coordinamento e far ricorso a mezzi pacifici per risolvere i problemi e le differenze internazionali. Questo aiuterà a creare un ambiente internazionale favorevole per rafforzare la sicurezza nucleare».

Naturalmente ogni riferimento all'Iran non era assolutamente casuale...

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