[27/03/2012] News

La battaglia dei tre pinguini e Google earth nel global warming della Penisola Antartica

Tre specie di pinguini: di Adelia (Pygoscelis adeliae) antartico o chinstrap (Pygoscelis antarcticus) e papua (Pygoscelis papua) che condividono la Penisola Antartica occidentale per la nidificazione, sono colpiti in modi diversi dalle alte temperature provocate dal global warming.

La ricerca, realizzata da Heather Lynch e dai suoi colleghi della Stony Brook University di New York, si basa su tre documenti: "Spatially integrated assessment reveals widespread changes in penguin populations on the Antarctic Peninsula" pubblicato su Ecology; "Differential advancement of breeding phenology in response to climate may alter staggered breeding among sympatric pygoscelid penguins", comparso su Marine Biology Progress Series; "Detection, differentiation, and abundance estimation of penguin species by high-resolution satellite imagery" scritto per Polar Biology.

Per monitorare le colonie delle tre specie di pinguini, Il team di Lynch ha messo insieme il lavoro sul campo in Antartide e, sempre di più, immagini satellitari. I pinguini di Adelia e antartico migrano nella Penisola Antartica occidentale, mentre i papua la frequentano per tutto l'anno.

«L'Antartide è considerata una delle regioni a riscaldamento più rapido del mondo - spiegano gli scienziati - Le temperature più calde spostano il ciclo riproduttivo, portando i pinguini a deporre le uova prima. La popolazione residente di gentoo (papua, ndr) è in grado di adattarsi più rapidamente e anticipare la sua "clutch initiation" di quasi il doppio di quanto facciano le altre specie». Secondo Lynch «Questo può permettere loro di competere meglio per il migliore spazio di nidificazione. Gli Adelia e gli antartici non conoscono le condizioni locali fino a che non arrivano per riprodursi e non sono in grado di anticipare più rapidamente i loro cicli di nidificazione».

Oltre ad essere capaci di anticipare la deposizione delle uova, i gentoo/papua preferiscono le zone con meno ghiaccio marino e sono in grado di migrare più a sud nel ghiaccio antartico che si scioglie. Invece le specie antartica e di Adelia si affidano maggiormente all'abbondanza di krill antartico, il che richiede la presenza del ghiaccio marino per il loro ciclo vitale.

Il risultato è che i pinguini papua sono in aumento, mentre le popolazioni della Penisola Antartica delle altre due specie stanno sensibilmente diminuendo. Le ricerche effettuate dal team della Stony Brook University hanno confermato che le popolazioni di pinguini di Adelia sono diminuiti in quasi tutti i siti di nidificazione nella Penisola Antartica. I ricercatori hanno anche contribuito a chiarire i precedenti studi contraddittori, che suggerivano che i pinguini antartici potessero beneficiare della diminuzione del ghiaccio marino, hanno invece dimostrato che anche le popolazioni di questa specie sono in diminuzione nell'area.

Il 10 e l'11 aprile la professoressa Lynch presenterà la ricerca ed i progressi nel utilizzo di immagini satellitari per monitorare le popolazioni di pinguini al Polar Climate Change Research: A Workshop for Educators" , sponsorizzato dal Bnl-Sbu Center for impacts of regional climate change (Ciircc), organizzato per fornire agli insegnanti delle scuole scientifiche gli strumenti necessari per spiegare i cambiamenti climatici nelle regioni polari. «Vogliamo che gli insegnanti proseguano con un insieme concreto di risorse e un piano educativo per insegnare le scienze polari e il cambiamento climatico», ha detto la Lynch.

Una di queste risorse è Google Earth, dove gli scienziati hanno caricato le loro immagini satellitari dei pinguini e di altre specie che vivono o si riproducono nelle regioni polari. La Lynch sottolinea che «L'utilizzo di Google Earth ha contribuito a "democratizzare la scienza" nel senso che chiunque può visualizzare le immagini. Le immagini satellitari hanno fatto avanzare la scienza del monitoraggio delle popolazioni di pinguini, riducendo drasticamente il tempo necessario per fare un censimento e addirittura aiutando a trovare colonie finora sconosciute. Quello che prima ci sarebbero volute settimane per fare attraverso il lavoro sul campo può ora essere fatto in poche ore attraverso l'uso di satelliti».

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