[29/03/2012] News toscana

Costruiamo un sistema toscano dei parchi

Sia per scadenze istituzionali -rinnovi di presidenze e di enti di gestione- sia soprattutto per esigenze di riordino e ridefinizione dei vari ruoli e compiti, per i parchi e le aree protette della Toscana in tempi solleciti si dovrà procedere ad una adeguata e indispensabile messa punto normativa.

E perché non ci siano dubbi sulle finalità e urgenze va detto subito che l'obiettivo deve essere quello di riuscire a costruire un sistema toscano di parchi e di aree protette che interessi e coinvolga concretamente i parchi nazionali fino ai siti comunitari.

In questo ambito vanno riconsiderati, ad esempio, ruoli come quello delle Anpil ma anche dei siti specialmente di quelli presenti nei parchi nazionali e regionali e il tutto va fatto ridefinendo anche i rispettivi ruoli istituzionali dalla regione fino ai comuni con particolare attenzione alle province impegnate in una fase estremamente delicata ma che nella nostra regione -anche se non dappertutto nella stessa misura- hanno svolto un ruolo importante e positivo.

Questo ritardo lo si avverte specialmente in una fase tanto delicata e allarmante per la crisi che sul piano nazionale sta mettendo a dura prova i nostri parchi. Una crisi dovuta certo ai tagli finanziari ma anche e soprattutto per una gestione ministeriale in palese contrasto con la lettera e lo spirito della legge quadro e che nega qualsiasi autonomia ai parchi e in particolare alle aree protette marine ricorrendo spesso strumentalmente anche ai commissariamenti.

Si aggiunga inoltre il danno derivante dall'aver sottratto inopinatamente ai piani dei parchi il paesaggio con il nuovo codice dei beni culturali.
In questi giorni in un incontro con la Provincia di Pisa ho scoperto che con le sue riserve e Anpil molto importanti che vanno dal Monte Pisano alla Val di Cecina alle Cerbaie essa tutela il 10% del territorio pari a quello della parte pisana del Parco di San Rossore.

Ma se vogliamo che questa realtà sia gestita unitariamente vanno superati i limiti dimensionali e gestionali delle attuali Anpil che in più d'un caso sono finite ai margini di qualsiasi impegno comunale o- peggio- sono ‘degenerate' come quella della Val di Cornia che ha assunto dimensione folli e quindi assolutamente ingovernabili.

E parlando di sistema toscano che presenta una varietà di territori e ambiti tutelati estremamente variegati da comprendere dalle golene ai boschi di cui ha parlato pochi giorni fa il Presidente Rossi nell'incontro con i comitati di Asor Rosa, non vanno dimenticati ambiti anche fluviali di confine con la Liguria come il Magra e il territorio emiliano come quello dell'Appennino Tosco- Emiliano e delle Foreste Casentinesi. Senza considerare che tutto ciò per molti versi grava sul santuario dei cetacei la cui gestione praticamente latita da tempo.

Ecco perché occorre far bene e presto rompendo gli indugi; i rinvii, le manfrine sono durate già fin troppo tempo con esiti certo non positivi.

Renzo Moschini, coordinatore Gruppo di San Rossore

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