[30/03/2012] News

E morirono proprio quando avevano imparato a dar retta ai mercati finanziari...

E' il mercato finanziario, bellezza e se ne accetti le regole - nonostante sia tu ad averle scritte - è lui che te le detta. E non c'è democrazia o altra forma di governo che tenga, lui le sposa tutte perché è lui che alla fine presenta il conto essendo il vero dittatore (democraticamente scelto of course).

Ed è talmente potente e autorigenerante che una crisi senza precedenti non solo non ne ha ridotto - come sperato - la forza, ma lo ha persino rinvigorito tanto da far ritenere ai più che non ci sia alternativa. Vedi la catarsi dei subprime da strumenti tossici causa di tutti i mali a ritrovati mezzi fondamentali per far quattrini nei giro di pochi anni. Come spiegare poi diversamente quanto sta accadendo in Europa e in Italia in particolare, quando dopo giorni di spread in diminuzione e borsa in attivo è bastato un giovedì nero per frantumare convinzioni solo alcuni giorni fa sbandierate dagli stessi personaggi che oggi sono di nuovo a dire: o fate come diciamo noi o i mercati non ci perdoneranno, dopo aver detto appunto che eravamo alla svolta e alla fine della crisi.

Ma cosa non ci perdoneranno? Che non facciamo in un nanosecondo una riforma del lavoro che cambia regole quarantennali senza dare garanzie alcune di ripresa dell'occupazione? Non ci perdoneranno che non crediamo possibile una ripresa economica tassando le persone; rendere il loro licenziamento più facile; pagare la benzina due euro al litro; non ridurre il costo di uno che sia uno dei servizi?

Questa si chiama dittatura appunto. Quella dove non hai nemmeno il tempo di "pensare", di "elaborare" perché il debito ti mangia vivo - o ti dicono che lo farà - e se non spieghi ai mercati come pensi di trovare quei soldi che ti mancano loro ti strangolano. E lo fanno davvero, basta vedere la Grecia.

E se ti opponi con uno sciopero eccezionale e generale come in Spagna? Peggio che mai, allora sì che sei "insolvente", che non sei credibile. E se invece faccio come dici? Bhè non va tanto meglio. Come si è visto con il cambio dal governo Berlusconi a quello Monti lo spread è calato, sono arrivati gli applausi di tutti, ma il lavoro non è tornato; i salari non sono aumentati; i consumi men che meno; l'Italia insomma non è ripartita. E' solo più "credibile" perché ha un governo "normale" rispetto a quello precedente, tutto qui. Il Paese se non è in ginocchio poco ci manca, e soprattutto non ha idea di come uscirne. L'Europa lo stesso non sembra avere le capacità di ristabilire i ruoli tra governi e mercato e anzi soffia sul fuoco, almeno con alcuni suoi leader.

Qualcuno si è accorto che si è spostato l'asse terrestre e che l'occidente non ha più quello strapotere di un tempo, ma evidentemente si crede che sia più facile avere fede cieca nei poteri taumaturgici del mercato finanziario piuttosto che nelle capacità di elaborare tutti assieme un modello di sviluppo diverso che permetta sostanzialmente due - certamente gigantesche -, ma solo due cose: ridurre la povertà e il depauperamento delle risorse del pianeta.

Il mondo su questo dovrebbe lavorare una volta stabilito che il modello attuale non ha portato i frutti sperati e che anzi, dopo un sensibile aumento generalizzato del benessere, ora sta tornando indietro allargando più che mai la forbice tra ricchi e poveri (vedi i dati odierni sul lusso che non conosce crisi nemmeno per sentito dire).

E pensare che questo nostro politicissimo tecnico governo, riesce a dire cose assolutamente giuste e condivisibili attraverso un suo ministro che fino a poco tempo fa era (o appariva) solo un burocrate alle soglie della pensione. Stiamo parlando del ministro Corrado Clini che d fronte alla presentazione dell'outlook dell'Ocse, dove sono emersi dati assai negativi per l'Italia, ha detto: «Sono necessarie politiche che armonizzino economia e ambiente. L'integrazione tra visione economica e ambientale ci assicura da un rischio al quale andiamo incontro: quello di sprecare risorse economiche, insieme alla perdita del patrimonio ambientale».

«Un esempio di tali politiche - ha sottolineato il ministro - è quello di unire le misure volte alla riduzione del debito, a quelle che contribuiscano alla tutela e al miglioramento dell'ambiente. Senza questo approccio integrato non riusciremo a dare una svolta definitiva alla crisi e nei prossimi anni dovremo affrontare questioni ambientali sempre più critiche e complesse».

Non solo «particolarmente preoccupanti - ha rilevato ancora Clini - sono le previsioni di aumento dello sfruttamento petrolifero, e di quello dell'acqua, soprattutto a causa delle esigenze demografiche ed economiche dei paesi emergenti. Si richiedono politiche che riducano lo spreco di queste risorse».

Il ministro ha inoltre affermato - si legge nella nota - che lavorerà in modo particolare, insieme a tutta la squadra di governo, agli obiettivi di sostenibilità ambientale anche attraverso strumenti di natura fiscale, come le "carbon tax", che mirano a "dare un prezzo al danno ambientale", e migliorare la qualità ambientale attraverso soluzioni di mercato.

Sempre dentro al mercato stiamo, e di questo ce ne siamo fatti una ragione da tempo, ma in questo caso giocherebbe a favore nostro e dell'ambiente. Ma è persino troppo facile capire che per ridurre l'impatto antropico dell'uomo sui flussi energetici e di materia servono politiche pianificatorie di lunghissima visione e condivisione. Politiche nulla hanno a che vedere con i tempi di scelta richiesti dai mercati finanziari. Il problema di essere considerati "solventi" dai mercati lo capiamo, ma l'impressione è che qui si faccia la fine di quel padrone a cui morì l'asino proprio quando aveva imparato a non mangiare...

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