[30/03/2012] News

L'Ue e l'importazione di alimenti provenienti dal Giappone

L'incidente della centrale nucleare di Fukushima del'11 marzo 2011, ha comportato il superamento dei livelli di radionuclidi in alcuni prodotti alimentari originari del Giappone. Dato che tale contaminazione può costituire una minaccia per la salute pubblica e degli animali nell'Unione è stato adottato il regolamento di esecuzione (297/2011) che ha imposto condizioni speciali per l'importazione di alimenti per animali e prodotti alimentari originari del Giappone o da esso provenienti. Adesso tale regolamento viene nuovamente ritoccato a seguito di nuove analisi e controlli, con un ulteriore regolamento di esecuzione pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi.

Le autorità giapponesi hanno fornito alla Commissione nuove informazioni. Sono stati prelevati numerosi campioni di sakè, whisky e shochu e in nessuno di tali campioni è stata rilevata radioattività (il processo di brillatura, fermentazione e distillazione rimuove la radioattività quasi completamente dalla bevanda spiritosa).

Comunque, la questione sarà seguita attraverso un monitoraggio continuo da parte delle autorità giapponesi. Dal canto suo, l'Ue esclude dal campo d'applicazione del regolamento sakè, whisky e shochu, al fine di ridurre l'onere amministrativo per le autorità giapponesi e per le autorità competenti degli Stati membri importatori.

Per quanto riguarda invece il cesio-134 e il cesio-137, il 24 febbraio 2012 le autorità giapponesi hanno adottato nuovi livelli massimi da applicare a decorrere dal primo aprile 2012, con misure transitorie previste per il riso, la carne bovina e la soia nonché per i relativi prodotti trasformati. Tali livelli massimi sono inferiori a quelli stabiliti dal regolamento (Euratom 3954/87) che fissa i livelli massimi ammissibili di radioattività per i prodotti alimentari e per gli alimenti per animali in caso di livelli anormali di radioattività a seguito di un incidente nucleare o in qualsiasi altro caso di emergenza radioattiva. Inoltre le misure transitorie per la carne bovina non sono pertinenti per le importazioni nell'Unione, dato che l'importazione di carne bovina dal Giappone non è consentita nell'Unione per motivi di salute pubblica e degli animali diversi dalla radioattività.

Le autorità giapponesi però hanno anche informato la Commissione circa il fatto che i prodotti dei quali non è consentita l'immissione sul mercato giapponese non possono neppure essere esportati. Dunque, per garantire la coerenza tra i controlli preventivi all'esportazione effettuati dalle autorità giapponesi e i controlli sui livelli di radionuclidi effettuati al momento dell'ingresso nell'Unione - pur non essendo necessario per motivi di sicurezza - verranno applicati a tali prodotti, livelli massimi di radionuclidi corrispondenti ai livelli massimi applicabili in Giappone, purché questi ultimi siano inferiori ai valori stabiliti dal regolamento Euratom del 1987.

Nel periodo immediatamente successivo all'incidente nucleare, inoltre, sono stati imposti controlli sulla presenza di iodio- 131 e della somma di cesio-134 e cesio-137 negli alimenti e nei mangimi originari del Giappone, dato che esistevano prove del fatto che il rilascio di radioattività nell'ambiente fosse connesso in ampia parte allo iodio- 131, al cesio-134 e al cesio-137 e che vi fossero solo emissioni molto limitate o nessuna emissione dei radionuclidi stronzio (Sr-90), plutonio (Pu 239) e americio (Am-241). Dato che il tempo di dimezzamento dello iodio-131 è breve (8 giorni), che negli ultimi mesi non vi sono state emissioni di radioattività nell'ambiente dalla centrale nucleare in questione e che attualmente il reattore si trova in una situazione stabile e non si prevedono ulteriori emissioni nell'ambiente, lo iodio-131 non è più presente nell'ambiente e, di conseguenza, nemmeno negli alimenti e nei mangimi originari del Giappone.

Di conseguenza non vengono mantenuti nel nuovo regolamento livelli massimi per lo iodio-131. Così come non vengL'ue e l'importazione di alimenti per animali e prodotti alimentari provenienti dal Giapponeono mantenuti livelli massimi per stronzio, plutonio e americio. E' evidente dunque che i controlli volti ad accertare la presenza dei suddetti radionuclidi nei mangimi e negli alimenti originari del Giappone non sono necessari.

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