
[30/03/2012] News
Secondo Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, «Destano perplessità e sconcerto le affermazioni del Presidente dell'Enel Paolo Colombo a proposito delle fonti rinnovabili. E' anzi un bene che l'efficienza energetica e le energie pulite sostituiscano impianti vecchi e desueti. E' compito del Governo, senza rendite e sprechi, accompagnare il pieno ingresso mercato delle fonti energetiche rinnovabili con politiche serie e uno sguardo rivolto al futuro».
Realacci ce l'ha con quanto ha detto oggi il presidente dell'Enel Paolo Andrea Colombo: «Lo sviluppo delle rinnovabili, unito alla stagnazione della domanda, sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendone a rischio la possibilità di rimanere in esercizio».
E pensare che si tratta della stessa Enel che ai bei tempi dei ministri Scajola e Romani e prima del referendum diceva che l'Italia aveva bisogno di una decina di centrali nucleari Epr perché bisognava aggiungere almeno il 25% di energia all'attuale produzione nazionale e che con le rinnovabili non era possibile perché n on erano abbastanza competitive...
Probabilmente Enel usa ancora una volta la tecnica del "chiagni e fotti" in vista degli "Stati Generali delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica", organizzato da Ises Italia e Kyoto club il 2 aprile a Roma, e che vedranno una prima sessione di confronto tra le Associazioni coinvolte e una seconda dedicata all'incontro con i responsabili dei Ministeri competenti. Secondo il senatore Pd Francesco Ferrante «Può davvero essere l'occasione per arrivare ad una regolamentazione efficace e sostenibile del settore, superando le interferenze indebite di grandi player energetici che stanno portando avanti una precisa strategia della disinformazione contro le fonti rinnovabili».
Per Ferrante «Enel entra a gamba tesa sul tema degli incentivi, collegando lo sviluppo delle rinnovabili alle difficoltà incontrate sul mercato dalla produzione di energia elettrica da fossili. Le cose sono due: o si tratta di disinformazione o di una sorta di confessione di chi guarda al passato e ha paura del futuro. Sono comunque dichiarazioni gravi, a cui rispondiamo con argomentazioni fondate, ad esempio con l'autorevole studio dell'Università Bocconi diffuso proprio oggi, che stima i benefici netti delle Fer al 2030 in 79 miliardi di euro nei prossimi 20 anni, suddivisi tra maggiore occupazione, mancato import combustibili fossili, export netto dell'industria e riduzione del prezzo di picco dell'energia. La strada del confronto tra imprese e governo permetterà di evidenziare i gravi problemi sul fotovoltaico che sorgerebbero in caso di conferma delle bozze relative al Quinto conto energia, a partire dagli ostacoli per i piccoli operatori e dal taglio drastico degli indennizzi. Inoltre si potrà avviare la correzione delle bozze del decreto sulle rinnovabili elettriche e far fare finalmente passi avanti a quello su efficienza e rinnovabili termiche, che sembra essersi smarrito nei corridoi ministeriali».