[02/04/2012] News

Protocollo Kyoto 2: entro un mese i firmatari devono presentare gli obiettivi di riduzione delle emissioni

Dare seguito agli impegni presi a Durban ed arrivare con un fronte unitario all'appuntamento di giugno in Brasile al Rio+20. Questo è l'obiettivo dell'Europa che sta discutendo degli impegni da assumere nell'ambito del cosiddetto "Kyoto 2" di cui non si conoscono ancora tutte le regole.

Tutti i firmatari del protocollo devono presentare i loro obiettivi di riduzione delle emissioni alle Nazioni Unite entro il 1 maggio e gli Stati membri dell'Ue hanno ribadito il target del 20% per il 2020, con la possibilità di arrivare fino al 30% obiettivo condizionato però dagli impegni presi dagli altri paesi.

Quindi si naviga ancora a vista perché anche altre questioni tecniche presenti sul tavolo dei negoziati internazionali, non hanno ancora trovato soluzione, in primis la durata del secondo periodo di impegno per Kyoto2, che potrebbe essere di cinque o otto anni. L'Ue preme per otto anni, in vista dell'entrata in vigore del nuovo accordo globale salva-clima che dovrebbe essere al più tardi all'inizio del 2020.

In questo contesto, i ministri dell'ambiente dell'Ue hanno sottolineato «la necessità di target sufficientemente ambiziosi» nella seconda fase di Kyoto, facendo appello agli altri paesi partner del protocollo a seguire questa linea. Altro problema aperto è quello inerente i crediti di Kyoto inutilizzati, cioè le quote di emissioni eccedenti di cui dispongono paesi dell'Europa centrale e orientale, che hanno avuto una produzione industriale inferiore a quella prevista rispetto a quando sono stati fissati gli obiettivi, nel 1997. Si tratta di circa 10 miliardi di crediti.

La proposta dell'Ue è quella di trovare una soluzione concordata alla questione, in modo tale che non ci siano discriminazioni fra i paesi che fanno parte dell'Unione e quelli che invece non ne fanno parte, evidenziando che l'uso di questi crediti si applica solo agli Stati che entrano nel Kyoto 2, che comincia il primo gennaio 2013. Altro punto da chiarire è quella della definizione delle regole per contabilizzare l'uso dei terreni e la silvicoltura, in termini di stoccaggio del carbonio. 

Siamo ancora lontani quindi dalla definizione di un quadro di regole condiviso per l'avvio del Kyoto2 e intanto in questa prima metà del 2012 si aspetta anche il programma di lavoro di un nuovo team del segretariato della convenzione Onu per il clima, che sarà incaricato di preparare la piattaforma per arrivare al prossimo accordo globale salva-clima.

 

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