
[05/04/2012] News
I giornali e le agenzie cinesi sono pieni delle foto del presidente Hu Jintao con la pala e il secchio dell'acqua che partecipa ad una campagna di rimboschimento insieme a un gruppo di volontari e bambini (si pensa accuratamente selezionati...). Il 3 aprile Hu ha solennemente fatto appello a «Promuovere maggiormente la campagna di rimboschimento volontario al fine di apportare un sostegno ecologico allo sviluppo scientifico della Cina».
Si tratta di una campagna avviata nel 1981, per risarcire i tagli indiscriminati di boschi e foreste attuati durante il "grande balzo" maoista per l'industrializzazione pesante e per l'agricoltura, e secondo il Partito comunista e il presidente cinese ora rappresenta «Un mezzo efficace per far fronte al cambiamento climatico, migliorare l'ambiente ecologico e pervenire ad una crescita verde».
Il Partito comunista ha voluto dare una grande visibilità all'evento ed a piantare alberi insieme ad Hu c'erano tutti i membri del Comitato permanente dell'ufficio politico del Comitato centrale, insieme ad altissimi paopaveri come Wu Bangguo, il premier Wen Jiabao, Jia Qinglin, Li Changchun, Xi Jinping, Li Keqiang, He Guoqiang e Zhou Yongkang: la crema del potere comunista attuale e futuro. «Dobbiamo mobilitare maggiormente l'opinione pubblica e trarre pienamente vantaggio dalla scienza e dalle tecnologie per promuovere questa campagna» li ha incitati Hu Jintao in una reminescenza maoiosta delle sorti progressive ed inevitabili della Cina.
Al di là della goffa messa in scena dei potenti padroni del Paese e del Partito, le cifre sono impressionanti: secondo i dati dell'Amministrazione di Stato delle foreste, ne gli ultimi 30 anni i volontari hanno piantato in tutta la Cina 61,4 miliardi di alberi. La copertura forestale della Cina nel 2010 ha raggiunto il 20,36% del territorio, nel 2005 era del 18,2%, dovrebbe arrivare al 21,66% nel 2015.
Secondo un rapporto dell'Amministrazione di Stato delle foreste, «Questa iniziativa si inscrive nel quadro degli sforzi del Paese miranti ad aumentare la sua capacità di sequestro del carbonio, vale a dire l'utilizzo delle sue aree forestali per eliminare l'anidride carbonica dall'atmosfera e continuare così a lottare contro il cambiamento climatico.
Hu si è rivolto in particolare alle autorità municipali dell'inquinatissima Pechino chiedendo loro di «accelerare la costruzione di una capitale più verde e di migliorare in maniera esaustiva la qualità dell'ambiente. Pechino deve dare l'esempio negli sforzi nazionali per lo sviluppo ecologico».
Il governo centrale cinese ha fatto grandi investimenti per costruire una barriera di alberi nel nord-est della Cina, proprio per difendere dalle tempeste di sabbia Pechino e la sua enorme area metropolitana che si estende senza soluzione di continuità fino al mega-porto di Tianjin.