
[10/04/2012] News
In calo il consumo di carbone ed è sovra-produzione
Secondo quanto scrive l'agenzia ufficiale Xinhua - e conferma il Sole24Ore di oggi - , l'8 aprile l'industria cinese delle terre rare ha istituito «Un'associazione con l'obiettivo di incoraggiare uno sviluppo sano del settore». L'associazione, composta da 155 membri tra i quali i giganti minerari Aluminum Corporation of China e China Minmetals Corporation, che rappresentano tutte le maglie della catena industriale delle terre rare, dallo sfruttamento minerario alle fonderie, con l'intento di rendere le comunicazioni ed i negoziati più facili all'interno del nuovo organismo. Secondo Su Bo, viceministro dell'industria e delle tecnologie dell'informazione, l'associazione delle terre rare cinesi «E' stata creata per promuovere lo sviluppo corretto e sostenibile del settore».
Il presidente dell'associazione sarà Gan Yong, uno scienziato dell'Accademia di ingegneria della Cina e presidente della Società cinese delle terre rare, che ha detto: «L'associazione si sforzerà di formare un meccanismo dei prezzi ragionevole e di creare una situazione win-win per gli operatori e i consumatori grazie agli sforzi di coordinamento».
La Cina è nella bufera, con denunce all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) da parte di Usa, Ue e Giappone per la sua politica sulle terre rare che, con l'asserito intento di proteggere l'ambiente e preservare le sue risorse esauribili, ha messo dei limiti alla produzione e (soprattutto) all'esportazione delle terre rare, essenziali per l'elettronica di consumo e per la green economy.
Secondo Gan, la nuova associazione «Aiuterà a rafforzare le comunicazioni internazionale ed a trattare in maniera appropriata le divergenze commerciali conformemente alle norme internazionali ed alle regole della Wto. La Cina produce più del 90% delle terre rare del mondo, ma le sue riserve di terre rare rappresentano solo un terzo delle riserve mondiali. Numerosi Pesi nel mondo possiedono delle riserve di terre rare, non bisogna quindi contare solamente sulla sola Cina per l'approvvigionamento».
Intanto, mentre lo scontro internazionale sui nuovi materiali non sembra destinato a diminuire, dalla Cina arriva una buona notizia per quanto riguarda il consumo di una materia prima abbondante ed inquinante: il carbone. Secondo quanto ha annunciato Wang Xianzheng, presidente dell'Associazione dell'industria del carbone della Cina, «La crescita della domanda cinese di carbone ha continuato a rallentare nel secondo trimestre, in parte a causa del rallentamento dell'economia interna. L'approvvigionamento e la domanda continueranno ad equilibrarsi approssimativamente al secondo trimestre Le imprese del carbone devono accordare un'attenzione particolare all'aumento della produzione del carbone del Paese ed al calo della domanda e regolare correttamente il volume di produzione, al fine di evitare dei cambiamenti brutali sul mercato del carbone».
La richiesta di carbone in Cina è in calo dal quarto trimestre del 2011, da quando cioè la crescita economica ha rallentato sulla scia della crisi internazionale e dell'incerta ripresa nella zona euro. Comunque, secondo i dati ufficiali, «La produzione di carbone della Cina ha raggiunto 838 milioni di tonnellate nel corso per primo trimestre, in aumento del 5,8%».
Si tratta di una crisi da sovra-produzione, tanto che Wang ha avvertito che «Anche i prezzi del carbone sono calati in questi ultimi mesi a causa del declino della domande. L'industria carbonifera deve stare attenta alla sovra-capacità strutturale e deve stabilire delle relazioni a lungo termine con le compagnie di produzione di elettricità e le acciaierie al fine di promuovere lo sviluppo stabile del settore». Verrebbe da dire, chi di terre rare ferisce di carbone perisce.