[12/04/2012] News

Vigni: «Rinnovabili, decreti da correggere». Realacci: «Conferenza Stato-Regioni può migliorarli»

Anche il presidente degli Ecologisti Democratici, Fabrizio Vigni, interviene sui decreti ministeriali sul "quinto conto energia" per il fotovoltaico e sulle altre fonti rinnovabili annunciati dal governo: «I nuovi obiettivi fissati per il 2020 sono apprezzabili, ma nella pratica con questi decreti si rischia di frenare lo sviluppo delle energie pulite e di vanificare quei traguardi. Ci auguriamo che la Conferenza Stato - Regioni apporti delle correzioni e che il governo ascolti le preoccupazioni del mondo delle rinnovabili.

Gli obiettivi di sviluppo della produzione di energia elettrica dalle rinnovabili, più ambiziosi di quelli precedentemente fissati, vanno nella direzione giusta. Raggiungere il 35 per cento entro il 2020, peraltro, è per l'Italia una meta più che realistica, considerati i risultati già raggiunti. Sono numeri che confermano come lo sviluppo delle rinnovabili sia ormai un pilastro fondamentale della strategia energetica del nostro paese. Quando dagli obiettivi dichiarati si passa però alle procedure ed agli strumenti previsti nei decreti, nascono serie preoccupazioni sul rischio che lo sviluppo delle rinnovabili possa essere invece di fatto frenato, con ripercussioni negative per gli investimenti e per l'occupazione in un settore cruciale della green economy.

Per noi non è in discussione il fatto che venga gradualmente ridotta l'entità degli incentivi, ad esempio per il fotovoltaico, via via che si riducono i costi delle tecnologie e ci si avvicina alla "grid parity", né la necessità di tenere sotto controllo il costo complessivo degli incentivi; abbiamo sempre ritenuto che si debbano valorizzare anche in questo settore gli investimenti produttivi e le filiere industriali nazionali, contrastando logiche di rendita e di speculazione finanziaria. Ciò che ci preoccupa è il fatto che si introducano limiti di crescita alle rinnovabili ampiamente al di sotto delle potenzialità di sviluppo, che una troppo drastica riduzione degli incentivi in una fase già segnata da enormi difficoltà di accesso al credito per le famiglie e le imprese possa bloccare gli investimenti, e non di meno ci preoccupa che si prevedano anche per impianti di piccole dimensioni complesse procedure burocratiche come quelle legate ai registri. C'è da augurarsi dunque che anche attraverso la Conferenza Stato - Regioni i punti più critici siano corretti e che il governo tenga conto delle preoccupazioni degli operatori e delle imprese del settore.

Al tempo stesso è necessario affrontare in tempi rapidi anche altre questioni, come quella degli incentivi per l'energia termica prodotta da fonti rinnovabili e soprattutto (come priorità di politica economica per uscire dalla crisi) dispiegare un piano per il risparmio e l'efficienza energetica in ogni settore dell'economia italiana, a cominciare dalla scelta di rendere permanenti le agevolazioni fiscali del 55 per cento per le ristrutturazioni edilizie eco-efficienti».

Secondo Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, «Il Governo ha finalmente preso atto che le fonti rinnovabili possono fornire in Italia già dal 2020 un contributo al fabbisogno energetico generale, ed elettrico in particolare, molto più elevato di quello prima preventivato, oltre a costruire un sistema elettrico più competitivo, libero e aperto. Sostituendo impianti e fonti più vecchie ed inquinanti. In sintonia con quanto stanno facendo molti Paesi europei a cominciare dalla Germania. E' forte però il rischio che la drastica riduzione degli incentivi previsti e soprattutto il sovraccarico di passaggi burocratici rappresenti un grave ostacolo allo sviluppo delle imprese italiane di un settore che può contribuire molto al rilancio della nostra economia. Importante è per questo il ruolo della Conferenza Stato-Regioni: il presidente della Regione Toscana Rossi ha già preannunciato la richiesta di interventi migliorativi. E' al tempo stesso necessario favorire il risparmio energetico in tutti i settori ed è per questo indispensabile, ad esempio, prorogare e rafforzare il credito d'imposta del 55% che ha rappresentato un importante volano per l'edilizia e la filiera connessa». 

 

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