
[13/04/2012] News toscana
Nei giorni scorsi è tornato di attualità il caso della trielina di Poggio Gagliardo nel comune di Montescudaio, area dichiarata inquinata già dal 2004 e sottoposta ad intervento di bonifica ancora non attuato. Adesso pare che il flusso idrico contaminato abbia cambiato direzione (sulle motivazioni ci sono interpretazioni differenti tra Arpat e Asa) e proceda verso il campo pozzi dell'acquedotto di Cecina, notizia che ha mandato in fibrillazione l'amministrazione comunale che ha chiesto e ottenuto un incontro in Regione.
Intanto in seguito a questo evento il comitato locale di Poggio Gagliardo ha lanciato un nuovo allarme trielina a cui a risposto, gettando acqua sul fuoco, l'assessore regionale all'ambiente e all'energia Anna Rita Bramerini.
«Possiamo assicurare che la situazione dell'acqua della zona è sotto controllo e che il monitoraggio già in corso verrà ulteriormente intensificato. L'intervento di bonifica definitiva della falda partirà a breve. Il progetto è stato approvato lo scorso gennaio e sarà messo a gara nei prossimi mesi». L'inquinamento della falda hanno spiegato dalla Regione, è stato quasi esclusivamente causato dagli sversamenti delle attività di conceria e lavanderia avvenuti negli anni settanta e ottanta nell'area di Poggio Gagliardo, piuttosto che dalle perdite dei bidoni ritrovati nell'area dell'ex conceria in anni più recenti e oggetto del processo penale da cui sono stati assolti i proprietari della ex conceria.
L'assessore ha poi precisato: «proprio a causa della siccità e dell'approssimarsi del periodo estivo, la Regione ha attivato gli strumenti della procedura d'urgenza per potenziare le opere di messa in sicurezza d'emergenza in corso, con lo scopo di rafforzare lo sbarramento idraulico della falda verso Cecina, in modo da proteggere ulteriormente i pozzi acquedottistici dall'afflusso dei contaminanti. L'intervento, in corso di definizione nei suoi dettagli tecnico-economici, sarà implementato nelle prossime settimane».
Quindi ci vorranno altre risorse per finanziare questa nuova fase di messa in sicurezza, che fa comprendere come sotto tutti gli aspetti (ambientali ed economici) sia urgente mettere la parola fine sulla vicenda, arrivando in tempi brevi alla bonifica dell'area. La Regione Toscana, ricordiamo che si sta sostituendo ai soggetti responsabili dell'inquinamento, e dal 2004 a oggi ha già speso oltre un milione di euro di risorse pubbliche per il monitoraggio effettuato da Arpat, per i costi di caratterizzazione e progettazione dell'intervento di bonifica e per la messa in sicurezza di emergenza attuata dal comune di Montescudaio.
«Teniamo a sottolineare - ha spiegato Bramerini- che la Regione ha in corso le procedure amministrative per il recupero delle risorse spese e continuerà a perseguire tutte le azioni affinché tale recupero giunga a buon fine. Condividiamo le preoccupazioni dei proprietari, incolpevoli, dei terreni perché la normativa prevede che qualora non siano individuati i responsabili, la Regione che si è sostituita in danno, deve rivalersi sui proprietari, non per la totalità delle spese sostenute ma al massimo fino al valore di mercato dei terreni» ha concluso l'assessore.