[16/04/2012] News

Il presidente del Madagascar Rajoelina coinvolto nel traffico illegale di legname di palissandro?

Radio France Internationale (Rfi) ha trasmesso il contenuto di una lettera confidenziale che rivela i restroscena del licenziamento, avvenuto il 13 aprile, del ministro dell'ambiente del Madagascar. Joseph Randriamiarisoa, a causa della sua cattiva gestione «dell'affaire del legno di palissandro».

La procedura che tiene in piedi il governo di transizione malgascio vuole però che il nuovo ministro dell'ambiente sia dello stesso movimento politico del predecessore e quindi è stato chiesto di ricoprire l'incarico al movimento di Albert Zafy, ma la sua risposta, fatta trapelare da Rfi, mette in grave imbarazzo il presidente Andry Rajoelina, accusato senza mezzi termini di far parte della mafia del legname pregiato.

«Quando il primo ministro, Omer Beriziky, ha chiesto per scritto al capo del movimento Albert Zafy, di dare una lista di sostituti del ministro dell'ambiente - spiega Rfi - Albert Zafy, ex presidente del Madagascar, ha dato la seguente risposta datata 8 aprile e firmata di proprio pugno:

"Bisogna prima sostituire il signor Andry Nirina Rajoelina. Il sig. Andry Rajoelina, è l'arte dell'usurpazione, (...) l'arte della corruzione, (...), l'arte della disonestà. Considerata la pratica mafiosa del Sig. Mr Andry Nirina Rajoelina (...) riguardo ai motivi della sostituzione, quale ironia!!! Anche la comunità internazionale è al corrente che il Sig. Andry Nirina Rajoelina (...) è implicato negli affaires del palissandro: delle inchieste affidabili (...) ne forniscono prove irrefutabili"».

Zafy, si riferisce ad un documentario tedesco nel quale dei trafficanti di legname cinesi affermano di avere legami col presidente Rajoelina, ma il film non fornisce prove concrete del suo coinvolgimento nel traffico di opalissandro. Probabilmente la lettera (fatta filtrare ad arte) fa parte della battaglia politica di Zafy, ritiratosi dal processo di uscita dalla crisi politica del Madagascar, tanto che l'ex presidente malgascio ha negato di indicare i nuovi ministri del suo movimento per il governo di unità nazionale.

A dire il vero l'ex ministro dell'ambiente Randriamiarisoa era stato accusato di cattiva gestione della crisi del palissandro anche dai partner stranieri del Madagascar, da alcuni ambasciatori e dalla Banca mondiale, visto che il suo ministero ha ricevuto 52 milioni di dollari per combattere bracconaggio e taglio forestale illegale e invece aveva emesso un'ordinanza che autorizza lo sfruttamento delle foreste sotto ogni forma. Decreto abolito il 14 marzo dal consiglio dei ministri del Madagascar mentre Randriamiarisoa era all'estero, cosa che ha innescato la crisi di governo e la richiesta delle sue dimissioni.

In Madagascar la tensione rimane alta dopo il sequestro di uno stock di palissandro nel nord dell'isola: 3.000 tronchi tagliati illegalmente in un parco nazionale intercettati dai militari il 7 aprile, la popolazione locale aveva circondato la caserma di Antalah, minacciando di rapire il direttore regionale delle foreste (che è fuggito nella capitale Antananarivo) e ci sarebbero stati anche arresti. 

I manifestanti sono piccoli contadini locali che lavorano per quella che i media del Madagascar chiamano «La mafia du bois de rose», una cinquantina di notabili locali che tra il 2009 e il 2011 hanno ottenuto concessioni forestali da parte di alcune istituzioni del Madagascar. La corruzione è evidente, visto che il taglio, la vendita e il trasporto del palissandro sono vietati in Madagascar. La corruzione riguarda soprattutto i militari che i manifestanti accusano di sequestrare i carichi di legname per rivenderseli.

I cinque principali operatori forestali che danno lavoro (illegale) ai contadini di Antalah, il 5 aprile avevano dato un ultimatum di 72 ore, che prevedeva lo smantellamento forzato degli accampamenti, ai militari degli "éléments mixtes" che operano nella regione dal maggio 2011 per contrastare (ma i locali dicono per gestire) il traffico di palissandro. Il 6 aprile sono arrivati una trentina di militari del Régiment des forces d'intervention come rinforzo degli "éléments mixtes" e le strade che portano a Antalah sono state bloccate. Il quartier generale dei militari stato fatto segno di colpi di arma da fuoco.

Il 10 aprile la situazione è ulteriormente precipitata con l'arresto di 26 persone e la loro incriminazione per minacce ed oltraggio alle forze dell'ordine e per il tentativo di rapimento del Directeur régional de l'environnement forêt (Dref) della regione di Sava, i manifestanti dicono che volevano solo parlare con quest'ultimo perché portasse le loro proteste all'Haute autorité de la transitino, il governo provvisorio del Madagascar.

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