
[16/04/2012] News
Il folto gruppo di associazioni che aderiscono alla manifestazione del 18 aprile a Roma, davanti a Montecitorio alle 11, per chiedere che i decreti sulle rinnovabili del governo siano cambiati attraverso un confronto vero con il mondo delle rinnovabili, spiega cos'è che non va:
Porte chiuse al confronto. Malgrado annunci e promesse il Governo ha scelto di non ascoltare le associazioni delle rinnovabili prima dell'approvazione dei decreti. La conseguenza, purtroppo, è che i testi sono pieni di errori, previsioni impossibili, burocrazia inutile. Mentre si coglie con chiarezza la mano dei grandi gruppi energetici.
Ennesimo rinvio per le rinnovabili termiche. Si attendono da settembre scorso i Decreti che dovrebbero permettere di avviare interventi che hanno enormi potenziali di risparmio energetico e di emissioni di CO2. Arriva invece un ennesimo rinvio, nonostante Passera avesse annunciato due mesi fa l'imminente approvazione di un provvedimento che avrebbe controbilanciato il sostegno dato alle rinnovabili elettriche e grazie al quale "saremo all'avanguardia in Europa".
Burocrazia per fermare gli investimenti. L'obiettivo di ridurre il costo degli incentivi in bolletta viene perseguito attraverso una strategia di "kafkiana" burocrazia. Sono introdotti limiti annui alle nuove installazioni, registri obbligatori e a pagamento (senza rimborso) per gli impianti anche di piccola taglia, aste per quelli grandi (con fidejussioni del 10%). In questo modo si aumentano i costi e si tolgono certezze.
Tagli degli incentivi fino a -50% per gli impianti fotovoltaici. Penalizzati i piccoli. La riduzione media dal 1° luglio 2012 degli incentivi è pari al 35% e penalizza maggiormente gli impianti piccoli sui tetti, perché in proporzione questi hanno un prezzo meno legato alla riduzione dei costi delle tecnologie. Una diminuzione che accelera, però, ogni semestre, tanto che dal 2014 il valore potrebbe essere inferiore a quello di vendita dell'energia nel mercato elettrico.
Penalizzata la bonifica dei tetti in amianto. Il nuovo decreto cancella il bonus di 5 centesimi a kwh previsto dal 4° conto energia per chi sostituisce i tetti in amianto bonificandoli con pannelli fotovoltaici. Così, per un impianto da 1 MW la riduzione delle tariffe sarà di -50% rispetto a quelle precedenti. Un calo che cancellerà ogni investimento, e che rappresenta una vera beffa a 20 anni dalla messa al bando dell'amianto, in un Paese dove sono in attesa di bonifica circa 50mila edifici pubblici e privati e 100 milioni di metri quadrati di strutture in cemento-amianto.
Promesse impossibili per lo sviluppo al 2020. Sono talmente tante le barriere agli investimenti e così bassi i tetti annui previsti per ogni fonte rinnovabile che gli obiettivi europei al 2020 diventano irraggiungibili.
Rinvio retroattivo dei pagamenti per i Certificati Verdi. Il decreto ha introdotto anche un rinvio dei rimborsi alle imprese per produzioni elettriche effettivamente già immesse in rete negli anni passati, togliendo così ulteriori certezze alle imprese di eolico, biomasse, idroelettrico. Il tutto motivato con ragioni di cassa, ma con la conseguenza di mettere in crisi le imprese e gli accordi con le banche.
Alla manifestazione di Roma aderiscono Aes - Azione Energia Solare, Agroenergia, Associazione Italiana Energie Agroforestali, Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica, Associazione Nazionale Energia dal Vento, Anie-Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, Associazioni Produttori Energia da Fonti Rinnovabili, Ascomac - Cogena, Associazione Italiana Energia Mini Eolico, Asso Energie Future, Associazione Italiana Solare Termico, Assosolare, Associazione Tecnici Energie Rinnovabili, Consorzio Italiano Biogas, Comitato Industrie Fotovoltaiche Italiane, Consorzio dei Produttori di Energia da Minieolico, Federazione Produttori Idroelettrici, Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia, Gruppo Informale per la Geotermia e l'Ambiente, Ises Italia, Associazione Italiana Biomasse, Kyoto Club.
Legambiente è fra gli organizzatori della manifestazione e in una lettera inviata al Direttivo del Cigno verde per invitarlo a partecipare il direttore Rossella Muroni ed il vicepresidente Edoardo Zanchini scrivono: «Finalmente è stato emanato il Decreto Ministeriale 15/03/2012 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 2 aprile, n. 78) che assegna alle Regioni e alle Province autonome gli obiettivi in materia di fonti rinnovabili al 2020 (c.d. Burden Sharing). Negli allegati al Decreto è riportata per ogni Regione la quota minima d'incremento dell'energia da produrre con fonti rinnovabili. Le Regioni devono anche intervenire sull'efficienza energetica, nel sistema dei trasporti pubblici locali, nell'illuminazione pubblica, nel settore idrico e negli edifici e nelle utenze delle PP.AA. oltre che ridurre il traffico urbano. Ci lascia però perplessi il fatto che siano previsti al 2020 consumi finali lordi di energia superiori alle stime dell'anno in corso. Evidentemente, non si tiene conto dei margini di efficienza, al di là della crisi economica, che potrebbero consentire una notevole riduzione della domanda. Inoltre, i due decreti interministeriali varati l'11 aprile (uno sul conto energia per il fotovoltaico e l'altro relativo a tutte le altre fonti rinnovabili per la produzione elettrica) rischiano di bloccare lo sviluppo delle fonti rinnovabili per via dei tetti annui alle installazioni, l'obbligo dei registri, il sistema delle aste. Né contengono le novità che auspichiamo per facilitare l'autoconsumo di energia rinnovabile. Per queste ragioni abbiamo confermato la mobilitazione del prossimo 18 aprile davanti a Montecitorio insieme alle aziende e alle associazioni delle rinnovabili. Purtroppo questi provvedimenti, anche se registrano alcuni passi avanti, scontano il limite dell'assenza di una programmazione che potrebbe essere data da un Piano energetico nazionale basato su un nuovo sviluppo economico e occupazionale. Lo strumento del Burden Sharing può essere utile per far smuovere le Regioni a porsi obiettivi più ambiziosi e sollecitare l'impegno dal basso per avere Piani energetici regionali e locali orientati in modo spinto al risparmio, all'efficienza e alla produzione di rinnovabili».
Secondo Zanchini i decreti sulle rinnovabili approvati dal Governo «Sono una brutta sorpresa che rischia di avere un impatto devastante sul settore, con un brusco stop agli investimenti nel territorio italiano. Sarà impossibile, infatti, per famiglie e imprese avere certezza per i finanziamenti e, soprattutto, accesso al credito da parte delle banche. I testi contengono impedimenti burocratici e barriere agli investimenti che avrebbero l'effetto di fermare i successi realizzati in questi anni in termini di produzione di energia pulita e di nuova occupazione. Purtroppo, si è scelto di abbandonare un modello ispirato alla Germania, semplice e con incentivi certi nel tempo, per passare a una infinita burocrazia, limiti agli investimenti annui per tutte le fonti e tutte le taglie di impianti, registri e aste, nuovi balzelli e fidejussioni bancarie».
I file sul Burden Sharing possono essere scaricati dal sito:
http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=111532
(Nella foto la manifestazione dello scorso anno)