
[17/04/2012] News
Domani la manifestazione delle associazioni a Motecitorio per il cambio dei decreti sulle rinnovabili
Dall'incidenza degli incentivi per le energie rinnovabili sulla bolletta elettrica degli italiani (col quadro normativo probabilmente destinato a mutare profondamente, se arriverà a termine il percorso della carbon tax iniziato con la riforma fiscale del governo Monti), passando per le prime, concrete frizioni con i produttori tradizionali di energia, fino ad arrivare alla manifestazione di domani contro le scelte di politica energetica portate avanti dall'esecutivo: le energie rinnovabili sono costantemente al centro del dibattito sulla green economy italiana (e non), nel bene e nel male.
Il Pew Charitable Trusts, un'organizzazione non governativa e senza fini di lucro, con sede a Philadelphia (Usa) ha recentemente pubblicato l'edizione annuale del suo studio "Who's winning the clean energy race?" (vedi link). Basandosi sui dati raccolti da Bloomberg New Energy Finance ha stilato un rapporto sulla marcia delle varie nazioni verso un futuro energeticamente basato sulle rinnovabili, individuando nell'Italia uno dei campioni nell'ultima parte del tragitto. La corsa del Bel Paese è destinata ad una brusca frenata, o il mondo delle rinnovabili può per il momento dormire sonni relativamente tranquilli? Phyllis Cuttino (foto), direttrice del Clean Energy Program del Pew, ha cercato per i lettori di greenreport di far luce su questi temi.
Con i due schemi di decreti ministeriali firmati ieri, varati dal ministero dello Sviluppo economico Corrado Passera - di concerto con il ministero dell'Ambiente e quello dell'Agricoltura - la crescita degli incentivi alle rinnovabili sarà dimezzata, in Italia, rispetto a quanto previsto: un incremento di 3 miliardi di euro, a regime, rispetto ai 6 inizialmente previsti. Come giudica questa rimodulazione degli incentivi?
Il nostro rapporto dimostra chiaramente che l'Italia rappresenta una storia di successo a livello globale nell'energia pulita. Gli investimenti privati nell'energia pulita in Italia sono aumentati oltre il 38% dal 2010, il che rappresenta il quarto aumento maggiore tra tutti i membri del G-20. L'Italia vanta, inoltre, il maggiore tasso di crescita degli investimenti di tutti i membri del G-20 negli ultimi cinque anni, e il più grande investimento rispetto alla dimensione della sua economia.
Questi progressi sono il risultato di una serie di fattori, tra cui: 1) il calo dei prezzi del solare e dell'eolico che rende queste tecnologie competitive in termini di costi rispetto a mezzi alternativi di generazione dell'elettricità in Italia; e 2) incentivi stabiliti dalle autorità governative.
Gran parte degli esperti si aspettano che i tagli agli incentivi per le energie rinnovabili in Italia e in altri paesi europei rallentino i flussi degli investimenti nei prossimi mesi e nel prossimo anno. Tuttavia, si prevede anche che i prezzi dei pannelli solari diminuiscano nel 2012 e oltre, rendendo così queste tecnologie più attraenti per gli investimenti, nonostante le riduzioni degli incentivi.
Quando si parla di incentivi alle fonti rinnovabili, la parte del leone spetta generalmente al fotovoltaico. Questo è anche il caso dell'Italia, sebbene tramite i nuovi schemi di decreti ministeriali si sia deciso di puntare ad incentivi più omogenei tra le varie fonti. Inciderà positivamente, questo livellamento, sullo sviluppo globale delle energie rinnovabili?
L'energia eolica è sempre stata il maggiore destinatario degli investimenti in tutto il mondo, e attualmente la capacità di generazione eolica è tre volte superiore rispetto a quella solare. Anche nel 2011, l'energia eolica si è diffusa più di quella solare - 43 gigawatt per l'eolico rispetto ai 30 gigawatt del solare. Ciò è dovuto al fatto che l'energia eolica è la tecnologia di generazione rinnovabile più competitiva in termini di costi.
Tuttavia, negli ultimi tre anni, gli investimenti nel solare sono aumentati più rapidamente e hanno superato gli investimenti nell'eolico. Nel 2011 sono stati investiti quasi 128 miliardi di dollari nel solare, rispetto ai 72 miliardi di dollari nell'eolico. La crescita in termini di investimento e diffusione del solare è frutto della rapida diminuzione dei prezzi delle tecnologie in questo settore. Negli ultimi anni, i prezzi dei pannelli solari sono diminuiti dell'80%, con un calo del 50% solo nel 2011. Pur essendo ancora più costosa dell'energia eolica, l'energia solare è sempre più competitiva in termini di costi, soprattutto per usi residenziali in mercati in cui il costo dell'elettricità è elevato.
I ricercatori e le aziende di tutto il mondo stanno lavorando allo sviluppo di una serie di tecnologie diverse per le energie rinnovabili da utilizzare nei settori dell'elettricità e dei trasporti. Questi sforzi dovrebbero aiutare a creare scelte aggiuntive e alternative a costi più bassi per i consumatori. Alla fine sarà il mercato a decidere quali tecnologie giustificheranno gli investimenti in futuro. I recenti cali dei costi dei sistemi solari, eolico, bioenergetico e di stoccaggio dell'energia suggeriscono che in futuro verranno impiegate varie tecnologie.
L'Italia, nelle intenzioni del governo, punta a diventare un hub del metano a livello europeo. Questa scelta rischia di frenare lo sviluppo delle energie rinnovabili nel Paese, o potrebbe far parte di una corretta diversificazione delle fonti all'interno della transizione energetica in atto?
La politica energetica è legata inseparabilmente alla prosperità economica, sicurezza nazionale e protezione ambientale. Stimolare l'accesso a diversi tipi di fonti energetiche competitive in termini di costi, pulite e sicure è un approccio intelligente per i governi nazionali. Per vari aspetti, il gas naturale è più pulito di altre fonti combustibili fossili utilizzate nei trasporti e nella produzione di elettricità. Inoltre, le recenti scoperte e tecniche di estrazione del gas naturale hanno aumentato la fornitura e ridotto i prezzi raggiungendo livelli storicamente molto bassi. Il gas naturale può essere anche affiancato alle fonti di energia rinnovabili per garantire la produzione quando il sole non è sufficiente o in assenza di vento. Le prospettive per il gas naturale e le energie rinnovabili in questo momento sono promettenti e crediamo che queste fonti energetiche si possono rafforzare reciprocamente, contribuendo allo sforzo teso a fornire ai consumatori una gamma di nuove scelte di fonti energetiche a basso costo e pulite.
I sostanziosi incentivi alle fonti rinnovabili - in particolare al fotovoltaico - garantiti in Italia hanno favorito una loro forte espansione sul territorio, ma ancora - all'interno del Paese - latita una forte filiera industriale di settore. Per non parlare della mancanza di un Piano energetico nazionale, che possa garantire uno sviluppo unitario e organico alla strategia energetica nazionale. Quale rilevanza attribuisce a tali lacune?
Realizzando questi rapporti fin dal 2009, abbiamo riscontrato un collegamento molto evidente tra politiche nazionali forti e attrazione degli investimenti. L'Italia negli ultimi anni ha portato avanti una serie di politiche nazionali forti ed ha attratto notevoli investimenti, fino a diventare uno dei mercati più dinamici a livello mondiale nell'ambito del solare. Diverse aziende, lavoratori e consumatori italiani hanno tratto beneficio da tali investimenti.
Gli Stati Uniti hanno subito un calo in termini di quota di produzione di energia rinnovabile negli ultimi anni, ma la nostra ricerca ha scoperto che l'industria ha ancora creato dei posti di lavoro negli USA con un tasso più rapido rispetto all'economia nel suo insieme. Ci sono quindi una serie di modi in cui i paesi possono trarre beneficio da politiche forti a favore dell'energia pulita e livelli di investimento elevati.
Il vostro rapporto evidenzia come, nel periodo analizzato, «Gli investimenti nei Paesi del G-20 hanno rappresentato più del 90% del totale mondiale». Come è possibile cercare di sanare questo squilibrio, e quali sono le responsabilità in merito da parte dei Paesi del G-20 (in termini di mancato aiuto finanziario ai Paesi in via di sviluppo, o mancato trasferimento di tecnologie riguardanti le energie rinnovabili)?
È vero, la nostra ricerca indica che i membri del G-20 continuano a dominare questo settore, attirando il 95% di tutti gli investimenti a livello globale nell'energia pulita. Tuttavia, la nostra ricerca ha dimostrato anche che la concorrenza in termini di prezzi è stata la caratteristica dominante del settore dell'energia pulita lo scorso anno. Questa concorrenza dei prezzi, soprattutto in molti paesi in via di sviluppo, ha reso competitivi i costi dell'energia pulita rispetto ai combustibili fossili. Per questo motivo, ci aspettiamo di vedere dei tassi di crescita annuali degli investimenti dal 10 al 18 per cento nei prossimi 10 anni, in parti dell'Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina. I mercati dei paesi in via di sviluppo per l'energia solare ad uso residenziale sono particolarmente promettenti.