[23/04/2012] News toscana

Elba: salvato un raro tarabuso in difficoltà. L’animale in cura al Cruma di Livorno

«Forse sarà una storia a lieto fine ma ancora la prognosi è riservata - si legge in una nota del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano - La vicenda riguarda un esemplare di Tarabuso, un airone rarissimo tutelato dalla Direttiva Habitat come specie a priorità di conservazione perché in forte declino in tutta Europa».

Il volatile è stato trovato stremato nei prati umidi del golf Acquabona da una studentessa elbana, Margherita Capitani, che aveva notato uno strano animale accovacciato e ha pensato giustamente di avvisare qualcuno per tentare di aiutarlo. Ha risposto all'appello Leonardo Forbicioni, che ha compreso subito la necessità di portare in salvo il volatile stremato dalla migrazione. «Il tarabuso (Botaurus stellaris) deve aver viaggiato a lungo prima di atterrare nella pozza dove sperava di trovare una rana o qualche piccolo animaletto commestibile - spiegano al Parco - Si è fatto prendere, difendendosi con qualche micidiale colpo di becco, ma è stato fortunato perché si è ritrovato in mani esperte». Forbicioni ha contattato l'ex presidente della Lipu Francesco Mezzatesta, conoscendo la sua esperienza acquisita nel gestire il primo centro recupero di rapaci creato in Italia, e insieme hanno verificato le condizioni fisiche per una prima diagnosi.

Il tarabuso è stato quindi ricoverato per la notte e poi inviato dal Parco al Centro recuipero uccelli marini e acquatici (Cruma) Lipu di  Livorno che opera da anni con tanti volontari per aiutare gli animali in difficoltà. La terapia intensiva è iniziata subito e secondo Gianluca Bedini del Cruma «Ci sono buone speranze».

La direttrice del Parco, Franca Zanichelli, sottolinea che «Questo episodio getta luce sulle grandi difficoltà che gli uccelli sopportano per trasferirsi dal sito di nidificazione ai luoghi di svernamento. Volano senza posarsi e quando trovano un'isola provano ad atterrare per riprendere le forze. Spesso le zone umide scompaiono da un anno all'altro e il ricordo geografico, anche se ben memorizzato, diventa inutile. E' importante mantenere le aree palustri, anche se malmesse e di piccole dimensioni, per il loro valore di luoghi di rifugio lungo le rotte di migrazioni. Nell'inverno 2010 e anche quest'anno un esemplare di Tarabuso era stato avvistato a Mola da Giorgio Paesani, confermando il grande valore dell'area come rifugio per gli esemplari di questa specie.

Dopo la riabilitazione il Tarabuso verrà inanellato e liberato, e così potrà raggiungere la sua destinazione con una targa alla zampa. Grazie a questi anelli con contrassegni numerici, anche a grande distanza dal luogo di rinvenimento e dopo diverso tempo, si potranno identificare gli individui [...] Attraverso l'inanellamento abbiamo imparato molte cose sugli spostamenti. I dati di cattura e poi di ritrovamento finiscono in un centro nazionale gestito da Ispra che è collegato con tutti i centri europei. Molti uccelli che sembravano spacciati sono tornati normalmente alla loro vita e per questo è importante sostenere l'attività del Cruma. Il Tarabuso trovato all'Elba forse puntava ad arrivare ad uno dei bei canneti che circondano le paludi costiere toscane o forse andava più a Nord, nel Delta del Po, o ancora voleva raggiungere le zone umide nell'Europa continentale. In Italia vive solo l'1% della popolazione europea e si presume che vi siano dalle 50 alle 70 coppie nidificanti. Per questo il suo salvataggio è stato davvero un fatto importante per la sopravvivenza della specie, e chissà che un giorno o l'altro non ci arrivi la conferma del suo rientro a casa!».

 

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