[26/04/2012] News toscana

Rischio idraulico, modifiche alla L.R. 66/2011: lo spirito della norma non deve cambiare

Nei giorni scorsi in commissione regionale Ambiente e territorio, presieduta da Vincenzo Ceccarelli (Pd, nella foto), è stata presentata la proposta di legge dell'esecutivo con cui si intende riformulare gli articoli 141 e 142 della legge regionale 66/2011 (Legge Finanziaria per l'anno 2012) in materia di governo del territorio e difesa del rischio idraulico.

Secondo  la giunta è necessario «risolvere problemi interpretativi emersi in fase di prima applicazione e quindi per garantire una corretta e uniforme attuazione su tutto il territorio regionale». Per quanto attiene l'articolo 141, "Tutela dei corsi d'acqua", è utilizzata una formula più esplicativa. Viene cioè chiaramente indicato che "sono consentiti gli interventi di natura idraulica finalizzati al buon regime delle acque". La proposta poi "definisce anche tutti gli interventi, non strettamente connessi a migliorare la funzionalità idraulica del corso d'acqua, ma funzionali a favorire la tutela del fiume e la sua fruibilità, che possono essere realizzati nell'alveo e nella fascia di rispetto dei 10 metri, previa autorizzazione dell'autorità idraulica competente".

A destare però le maggiori polemiche, anche da parte di amministrazioni locali, è stato l'articolo 142 "Interventi nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata", e per questo la modifica è stata più complessa. In ogni modo l'esecutivo ha dichiarato che intende "arrivare a procedure applicabili omogeneamente su tutto il territorio regionale". Per particolari tipologie di intervento in determinate situazioni morfologiche del territorio, sono state introdotte "procedure applicative semplificate che non inficiano l'obiettivo della preventiva messa in sicurezza idraulica degli interventi". E' stata inoltre confermata "l'importanza delle opere di messa in sicurezza la cui preventiva realizzazione costituisce presupposto irrinunciabile per la regolarità degli interventi consentiti dai titoli abilitativi edilizi".

Queste indicazioni non chiariscono nel merito le modifiche al precedente testo, e quindi sarà necessario avere ulteriori elementi per fare valutazioni. Comunque per volontà dichiarata - anche recentemente - del presidente Rossi sulla sicurezza idraulica non si torna indietro.  «Le modifiche sono calibrate rispetto alle esigenze emerse - ha detto Ceccarelli - Credo che dovremo intervenire di nuovo sul tema, intanto rispondiamo a problematiche di zone rurali che risiedono soprattutto in Maremma e alla questione di edifici e impianti pubblici. Appurato infatti che in zona p4 non si potrà più costruire un ospedale o un termovalorizzatore, la proposta dell'esecutivo regionale risponde a situazioni già in atto che non possiamo tenere bloccate».

Il riferimento all'impianto di Selvapiana (comune di Pontassieve) che dovrà sorgere in area di espansione del fiume Sieve è esplicito. Il caso del termovalorizzatore per cui è in corso la procedura per l'Autorizzazione integrata ambientale, può in qualche modo essere ascritto alle "situazioni già in atto" visto che l'iter è iniziato da tempo, ma già il vecchio impianto è ubicato in area ad alto rischio idraulico e, al di la dei cavilli e delle modifiche di legge, perpetuare nell'errore anche con la nuova struttura prevista dal Piano interprovinciale dei rifiuti, ci pare poco opportuno. 

 

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