[30/04/2012] News

Gheddafi ha finanziato la prima elezione di Sarkozy?

Cinquanta milioni di euro nel 2007 in cambio del nucleare

Mentre in Francia si infiamma la campagna elettorale ed i colpi bassi si sprecano, un'inaspettata conseguenza dell'inchiesta sull'affaire Karachi (che riguarda i finanziamenti della campagna elettorale del 1995) rischia di mettere in ulteriore imbarazzo il presidente uscente Nicolas Sarkozy. I giornalisti-investigatori di "Mediapart" nella primavera del 2011 avrebbero scoperto una documentazione che riguarda il finanziamento della campagna elettorale  per le presidenziali del 2007 vinte da Sarkozy e il finanziatore sembra essere un fantasma molto imbarazzante: il dittatore libico Mouammar Gheddafi. Mediapart ha scavato ed ora dice di essere arrivata «Alla prova ricercata. Secondo un documento ufficiale libico datato 10 dicembre 2006, il regime di Gheddafi ha deciso di sbloccare una somma di 50 milioni di euro per la campagna presidenziale di Nicolas Sarkozy nel 2007. In questa nota che pubblichiamo, Moussa Koussa, allora capo dei servizi di intelligence esteri libici, uomo di fiducia  di Gheddafi, diventato poi ministro degli esteri e che disertò dal regime durante l'attacco della Nato e fuggì prima a Londra e poi nel Qatar,autorizza il direttore del gabinetto di Gheddafi, Bachir Saleh, ad intraprendere i versamenti segreti. Koussa evoca in questo documento delle riunioni preparatorie con Brice Hortefeux e l'intermediario Ziad Takieddine. ‘Questo documento prova che si è in presenza di un affare di Stato', conferma quest'ultimo a Mediapart».

Quindi Sarkozy, che più di tutti ha voluto la guerra libica e che dopo la caduta e l'omicidio di Gheddafi è andato in Libia accolto come il capo dei liberatori, non solo ha trafficato con Gheddafi (cosa nota ed ufficiale) in armi e nucleare, ma avrebbe anche preso i soldi dal suo ex amico per essere eletto allo scranno che oggi è insidiato dal socialista Hollande. 

Mediapart assicura di aver ottenuto la scottante nota «In questi ultimo giorni» da parte «dell'ex alto responsabile libico», attualmente in clandestinità»..Nel documento in arabo firmato da Koussa, si parla di un «Accordo di principio» per «Appoggiare la campagna elettorale del candidato alle elezioni presidenziali, M. Nicolas Sarkozy, per un ammontare di un valore di cinquanta milioni di euro» La nota però non precisa se tale finanziamento abbia davvero avuto luogo. Nella  nota tradotta da Mediapart si precisa però che questo accordo è successivo a «Una riunione tenuta il  6/10/2006», alla quale avrebbero partecipato per la Libia «Il direttore dei servizi di intelligence libici (Abdallah Senoussi, ex-capo dei servizi segreti militari attualmente detenuto in Mauritania, ndr) e il presidente dei Fondi libici di investimenti africani (Bachir Saleh, ndr), e da parte francese M. Brice Hortefeux e M. Ziad Takieddine».

La nota pubblicata da Mediapart rivela che il finanziamento della campagna elettorale 2007 era stato discusso durante «Un colloquio preliminare tra ZT  (Ziad Takieddine, ndr) e Saïf al Islam», cioè uno dei figli di Gheddafi. Il documento fa anche riferimento ad una visita in Libia di "NS+BH 06.10.2005", che, secondo il sito francese,  riguarda «Una visita in Libia nell'ottobre  2005 di Sarkozy, allora ministro dell'interno, e di Hortefeux, suo luogotenente, per regolare le modalità del finanziamento della campagna di Sarkozy ("MODALITES FIN CAMPAGNE NS REGLEES")». Nel marzo 2011, mentre gli aerei francesi bombardavano Tripoli,  proprio Saïf al Islam aveva ricordato in un'intervista a Euronews che la Libia aveva finanziato la campagna di Sarkozy per le presidenziali del 2007.

Il 12 marzo, avvisato di quanto stava per cadere sulla sua presidenziale testa, Sarkozy aveva definito «Grottesco» un eventuale finanziamento della sua campagna elettorale del 2007 da parte di Gheddafi, «Se avesse finanziato, non sarei stato molto riconoscente», dato che l'intervento armato della Francia e della Nato ha fatto cadere il regime libico nel 2011.  La portavoce del presidente candidato, Nathalie Kosciusko-Morizet, ha denunciato una «diversione grossolana» da parte «Dell'équipe di François Hollande», dopo che in questa stessa ultima settimana elettorale ha fatto irruzione anche l'oscura vicenda di sesso ed intrighi di Strauss Kahn, ed ha assicurato che  «I conti della campagna del 2007, arrivati a 22 milioni di euro, sono stati validati dal Conseil constitutionnel, senza "alcuna contestazione"».

Anche Sarkozy ha detto in un'intervista a Parisien Dimanche: «Vedete bene che si tratta di un tentativo di  distrarre l'attenzione dopo il ritorno sulla scena di Dominique Strauss-Kahn, che è tutto salvo che un vantaggio per i socialisti che sono riluttanti a ricordare chi avevano intenzione di fare prossimo presidente della Repubblica francese». Ma la preoccupazione è grande, visto che il primo ministro François Fillon si è precipitato a dire a Europe 1 che il sito Mediapart è «Un'officina finanziata da ricchi amici di François Hollande». Edwy Plenel, redattore capo di Mediapart ha risposto: «François Fillon è davvero informato male. Gli azionisti maggioritari del sito sono i suoi giornalisti fondatori che lo hanno finanziato con i loro risparmi. Mediapart mantiene la serietà e l'affidabilità delle sue informazioni, frutto di dieci mesi di inchiesta sulle relazioni stabilite dal 2005 dal primo cerchio di Nicolas Sarkozy con il regime dittatoriale del colonnello Gheddafi».

Bernard Cazeneuve, uno dei portavoce di Hollande, ha chiesto a Sarkozy di «Spiegarsi davanti ai francesi di fronte ad elementi così gravi. Se i fatti rivelati da Mediapart venissero definitivamente confermati da altri documenti o dalle indagini giudiziarie in corso, sarebbe allora stabilito che il presidente uscente ha mentito ai francesi per dissimulare la realtà di un affare di Stato molto grave». Secondo il portavoce del Partito socialista Benoît Hamon, «Poco a poco, stiamo vedendo apparire lo scenario della conquista del potere da parte di Nicolas Sarkozy. Questo ci permette di comprendere meglio alcune scelte politiche fatte durante 5 anni, in particolare il progetto di vendere del nucleare civile a Gheddafi. Se queste informazioni verranno confermate, questo significa semplicemente che Sarkozy si è messo lui stesso nelle mani di Gheddafi. L'ipotesi sempre più probabile è quella di un sistema di corruzione senza equivalenti. Non c'è alcuna ragione di dubitare dell'autenticità di questo documento pubblicato da Mediapart: il fatto che lo stesso Ziad Takkiedine, che è uno capisaldi di questo affaire, giudica questo documento credibile, dà consistenza a queste informazioni. La reazione di Nathalie Kosciusko-Morizet è gravissima nel merito. Immaginare che Mediapart sia strumentalizzata dal PS è incredibile. E' una rimessa in causa totale dell'indipendenza della stampa da parte p del portavoce del presidente della Repubblica. E' il segno che la destra è sconvolta e che ha perso totalmente il controllo».

Uno dei protagonisti di questo intrigo l'uomo d'affari franco-libanese Ziad Takieddine, ha detto all'Afp  di riconoscere la firma di Koussa sul documento tuttavia in un comunicato sostiene di «Non  aver assistito a  questa riunione». ma che «ha potuto aver luogo». Poi si è detto «Contento  della pubblicazione di questa nota che rivela  un affaire molto grande». Takieddine non è nuovo a scandali di questo tipo, visto che è pesantemente coinvolto nei furti finanziari del dossier Karachi sui finanziamenti illeciti della campagna elettorale di Edouard Balladur nel 1995.

Mediapart ha intervistato l'ex ministro degli interni francese Brice Hortefeux che ha dichiarato di non aver «Mai incontrato Moussa Koussa e Bachir Saleh». Il giornale satirico (ma molto ben informato) "Canard Enchaîné" all'inizio di aprile aveva rivelato che «Bachir Saleh, ricercato all'Interpol, ha ottenuto un documento di soggiorno in Francia "au nom du regroupement familial"». Saleh, poi diventato direttore del governo di Gheddafi, ed ora in esilio in Francia  ha smentito di  «Essere mai stato destinatario di un tale documento  e il suo avvocato ha detto che «Esterna al riguardo le più esplicite riserve sull'autenticità della nota pubblicata da Mediapart  e  comodamente presentata come costituente la prova di un finanziamento della campagna 2007 di  Nicolas Sarkozy».

Ma Takieddine conferma che il documento è credibile e sottolinea che «L'inchiesta sarà difficile perché molti tra gli intervenuti sono morti durante la guerra in Libia, ma è già importante rendere pubblico questo documento. Moussa è stato effettivamente in relazione con la Francia. Questo avveniva in segreto, con Saleh. Le relazioni della Libia con la Francia erano gestite dallo stesso Senoussi per conto di Gheddafi, ma aveva delle linee parallele tra i servizi di intelligence gestite dal ministro dell'interno dell'epoca Sarkozy, attraverso Claude Guéant e Moussa Koussa».

Sarkozy sembra molto preoccupato e stamattina è  andato a France 2 per annunciare: «Presenteremo denuncia contro Mediapart questo documento è un falso grossolano, le due persone in Libia che avrebbero dovuto aver inviato e aver ricevuto questo documento hanno smentito».

Hollande ha risposto dagli schermi di Europe 1 : «E' la giustizia che deve decidere. Se è un falso allora il sito sarà condannato, se non è un falso, allora dovranno fornire delle spiegazioni. E' un sito di indagine, di informazione, è accaduto che a volte abbia accusato qualche personalità di sinistra. Non vedo come si possa stabilire che ci  sarebbe una relazione, una confusione tra i socialisti e questo sito di informazione che, lo ricordo, è composto da noti giornalisti. Si può amarli o non amarli, ma sono dei giornalistiche hanno dimostrato la loro competenza in diversi casi. Non ho ispirato niente  e nessuno, chi può pensar questo? Credete che abbia bisogno  che ci siano dei giornalisti che rivelano dei casi, pensate che sia con questo che ritengo di vincere l'elezione presidenziale? Ogni volta che c'è uno scandalo che tocca il potere non è mai una buona cosa per la democrazia e non è mai buono per i partiti di governo».

La cosa sembra comunque grave se oggi Fillon, pur di screditare Mediapart  arriva a dare ragione ad Hollande: Dopo aver spiegato su Rtl che  non esiste alcun mandato di arresto dell'Interpol per Bachir Saleh dice che «Dispone di un passaporto diplomatico del Niger e a questo titolo è protetto dall'immunità diplomatica», il primo ministro francese ha detto di essere certo che il documento pubblicato da Mediapart è falso ed ha accusato il direttore del sito, Edwy Plenel, di essere recidivo: «Ha fatto la stessa cosa con il Partito socialista, quando aveva pubblicato (ma su Le Monde, ndr)  un documento che diceva che il Ps era stato finanziato da Noriega», l'ex narco-dittatore di Panama . E Fillon ricorda che «Le Monde aveva dovuto scusarsi perché il documento era falso. Se Plenel ha dei documenti che li rimetta alla giustizia, altrimenti è una manipolazione».

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