[03/05/2012] News

Trovate morte 32 focene dello Yangtze, estinzione sempre piĆ¹ vicina per la sottospecie di cetacei

Sei anni dopo che il delfino del fiume Yangtze (Lipotes vexillifer), o baiji come lo chiamano i cinesi, è stato dichiarato "functionally extinct", un altro mammifero marino del grande fiume cinese è ormai sull'orlo dell'estinzione: secondo il Wwf in meno di due mesi 32 esemplari di focene dello Yangtze (Neophocaena asiaeorientalis asiaeorientalis), sono stati trovati morti nei laghi di Dongting e Poyang. 

Le focene di fiume soffrono per gli stessi pericoli che hanno portato il baiji all'estinzione: pesca illegale con  l'elettricità (electrofishing) scontri con le eliche delle barche, avvelenamento, inquinamento e diminuzione delle prede legato sia al crescente inquinamento dello Yangtze che alla diminuzione del suo livello ed al cambiamento climatico. Nell'Asia orientale vive un'altra sottospecie di focena di fiume: la Neophocaena asiaeorientalis sunameri.

Le autopsie sulle focene morte hanno rivelato che almeno due degli animali sono stati uccisi dalle eliche e da electrofishing. Secondo Gang Lei, a capo del China's Central Yangtze program, «Questa tragedia dimostra che la focena dello Yangtze si trova ad affrontare enormi sfide. Le morti delle focene dimostrano che in assenza di misure efficaci per invertire radicalmente la tendenza del degrado ecologico, il futuro di questa a creatura incredibile è tutt'altro che certo. Dobbiamo agire immediatamente». 

I dati sono allarmanti: in tutto il grande fiume cinese sopravvivono forse  1.000 focene e la loro popolazione  è in drammatico declino. Anche la Lista Rossa Iucn sta valutando la situazione della sottospecie per vedere se la situazione lo richieda di classificare queste focene come in pericolo critico di estinzione. Il colpo mortale sembra essere arrivato dalla costruzione di una  serie di infrastrutture lungo il corso del fiume, comprese alcune grandi dighe, che hanno stravolto l'ecologia del corso d'acqua.

Dopo l'estinzione del baiji, molte delle specie autoctone e più importanti del fiume stanno scomparendo. Il pesce spatola cinese (Psephurus gladius), probabilmente il pesce d'acqua dolce più grande del mondo, è ormai a rischio critico, con soli due esemplari avvistati dal 2002 e i ricercatori temono che possa già essere estinto dopo che una ricerca del 2009 non è riuscita a trovarne nemmeno uno. Ma il fiume è diventato un posto invivibile anche per l'alligatore cinese (Alligator sinensis), lo storione dello Yangtze (Acipenser dabryanus), e la tartaruga dal guscio molle gigante dello Yangtze (Rafetus swinhoei), tutte specie in pericolo critico nella Lista Rossa .

Ma nonostante questo impressionante calo di biodiversità è stata avviata la realizzazione di un  nuovo gigantesco progetto idroelettrico, la diga Xiaonanhai, che sconvolgerà ulteriormente gli ultimi habitat di diversi pesci in via di estinzione o autoctoni del fiume.

L'estinzione di massa delle grandi specie simbolo dello Yangtze ha pesanti ripercussioni anche sui mezzi di sostentamento, un tempo abbondanti, delle comunità di pescatori, che devono fare i conti anche con l'inquinamento industriale. La pesca è diminuita del 77% tra gli anni '50 e gli anni '90 e lo stesso governo cinese ammette che il danno fatto allo Yangtze è «In gran parte irreversibile». In un rapporto del 2007 l'amministrazione statale cinese per la protezione dell'ambiente diceva che il 30% del corso degli affluenti dello Yangtze erano «Gravemente inquinati» e che 600 km del fiume era in «Condizioni critiche». 

Nonostante questo il Wwf China e le autorità cinesi sperano che non sia troppo tardi per salvare la focena dello Yangtze Il governo locale sta lavorando ad un piano regolamentare meglio la pesca e il traffico navale  in quel che rimane dell'habitat la focena, intanto gli ambientalisti stanno anche valutando un piano per trasferire alcune focene in un ecosistema più sicuro, magari a monte della diga delle Tre Gole, il gigantesco progetto idroelettrico che ha ulteriormente degradato il corso inferiore dello Yangtze.

 

Torna all'archivio