
[03/05/2012] News
Forse c'è qualche speranza per gli orsi polari e risiede nella loro capacità di nuotatori sulle lunghe distanze. A dirlo è il Canadian Journal of Zoology, che pubblica la ricerca "Long-distance swimming by polar bears (Ursus maritimus) of the southern Beaufort Sea during years of extensive open water", nella quale un team dell'US Geological Survey (Usgs) dell'Alaska science center spiega che «Gli orsi polari (Ursus maritimus - Phipps, 1774) dipendono dal ghiaccio marino per la cattura delle loro prede, i mammiferi marini. I recenti declini del ghiaccio marino sono stati collegati alla riduzione delle condizioni fisiche, della sopravvivenza e della a dimensione della loro popolazione. La causa principale si ipotizza che sia la ridotta opportunità di foraggiamento legata al declino del ghiaccio marino, ma possono essere un fattore anche i costi degli spostamenti in mare, in un ambiente dove il ghiaccio si è deteriorato».
I ricercatori statunitensi hanno utilizzato i dati degli spostamenti di 52 femmine adulte di orsi polari munite di collari con Global positioning system (Gps), 12 delle quali con cuccioli o giovani sotto l'anno o di poco più di un anno, per documentare nuotate su lunga distanza di oltre 50 km nel mari di Beaufort meridionale e dei Chukchi. «Durante i 6 anni (2004-2009), abbiamo identificato 50 nuotate su lunga distanza di 20 orsi - si legge sul Canadian Journal of Zoology - Durata e distanza variavano rispettivamente da 0,7 a 9,7 giorni (media = 3,4 giorni) e da 53,7 a 687,1 km (media = 154,2 km). La frequenza del nuoto è sembrata aumentare nel corso dello studio. Abbiamo dimostrato che le femmine adulte di orsi polari ei loro cuccioli sono in grado di nuotare per lunghe distanze nei periodi in cui sono presenti ampie aree di mare aperto. Tuttavia, il nuoto di lunga distanza sembra richiedere maggiori esigenze energetiche dello spostamento sul ghiaccio marino. Le nostre osservazioni suggeriscono che il nuoto di lunga distanza è una risposta comportamentale al declino estivo delle condizioni del ghiaccio marino».
Gli orsi bianchi trascorrono gran parte della loro vita dentro e intorno all'acqua e sono ben adattati al nuoto, ma le scoperte degli scienziati dell'Usgs dimostrano che sono nuotatori ancora più eccezionali di quanto si credesse e in una nota l'Usgs spiega che «Oltre ad essere un risultato impressionante, questo fornisce anche qualche indizio intrigante su un futuro per l'orso polare con meno ghiaccio del mare Artico. Che questi orsi sappiano nuotare a distanze così lunghe potrebbe significare che non sono così vulnerabili da essere bloccati in mare, come è stato descritto dai media». Gli scienziati americani si chiedono però se gli orsi polari possano spendere così tanta preziosa energia nel nuoto sulle lunghe distanze.
Per munire le orse di Gps il team dell' Usgs ha utilizzato elicotteri per sorvolare la banchisa e, dopo averle sedate, hanno anche praticato loro un piccolo tatuaggio di identificazione all'interno del labbro superiore. I segnali trasmessi dai Gps hanno permesso di realizzare sia le "rotte" degli orsi che una mappatura del ghiaccio marino. Ora bisognerà capire se queste lunghissime nuotate sono una nuova caratteristica della vita degli orsi polari dovuta al cambiamento climatico: «Nei decenni precedenti non avevamo la tecnologia dei collari Gps per documentare questo tipo di comportamento di nuoto negli orsi polari - spiega Karen Oakley, dell'Usgs Alaska Science Center - Tuttavia, d'estate le condizioni del ghiaccio marino nel Mare di Beaufort meridionale sono cambiate notevolmente nel corso degli ultimi 20 o 30 anni, in modo tale che c'è molta più acqua libera durante l'estate e l'autunno. Storicamente, in questa regione non c'era non c'era mai stata tanta acqua aperta per gli orsi polari per nuotare sulle lunghe distanze che abbiamo osservato in queste ultime estati di ritiro estremo del ghiaccio marino».
E' incoraggiante che gli orsi polari possano nuotare più a lungo di quanto si pensasse, ma questo per loro è anche un potenziale rischio: i ricercatori fanno notare che «I costi energetici e fisici di tale nuoto di lunga distanza sono sconosciuti» e le orse polari studiate in media stanno in mare 2,3 volte più di quanto stiano sul ghiaccio marino. Inoltre, «I dati degli spostamenti suggeriscono anche che gli orsi non fanno pause per riposare o mangiare durante il nuoto su lunga distanza», dicono all'Usgs.
Particolare interesse hanno suscitato le 12 femmine accompagnate da cuccioli e giovani orsi: «Entro un anno dal posizionamento del collare, siamo stati in grado di recuperare o di osservare 10 di queste femmine, e 6 di queste avevano ancora i loro cuccioli - spiega Anthony Pagano, il principale autore dello studio - Queste osservazioni suggeriscono che anche alcuni cuccioli sono in grado di nuotare su lunghe distanze. Per le altre quattro femmine con i cuccioli, non sappiamo se hanno perso i loro cuccioli prima, durante, o ad un certo punto, dopo le loro lunghe nuotate».
Questi ed altri progetti di ricerca sponsorizzati dall'Usgs puntano «A perfezionare e migliorare i modelli per progettare il futuro status degli orsi polari in un ambiente in rapida evoluzione, dove il ghiaccio del Mar Artico sta continuando a ritirarsi più velocemente del previsto».