[03/05/2012] News

Tajani (Commissione Ue): «Europa leader mondiale del riciclaggio entro il 2020»

Che non basti invocarla per ottenerla, la crescita, è un fatto oggettivo. Che si possa stimolare con le politiche di austerity è stata una pessima idea e oggi lo riconoscono tutti tranne la Merkel. Che se l'orizzonte è quello di una riconversione ecologica bisogna stabilire cosa deve e cosa non deve crescere forse non è altrettanto chiaro, ma bisogna che lo diventi. Infine, che al di là delle discussioni, quando si parla di crescita si parla, anche se non solo, di materie prime è un altro fatto incontrovertibile.

E' per questo che greenreport.it guarda con molta attenzione alla strategia sull'accesso alle materie prime che il 25 aprile ha avuto un nuovo passaggio - di cui i giornali hanno parlato pochissimo - con l'incontro a Berlino tra il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani e la Cancelliera Tedesca Angela Merkel ai margini di un convegno sulle materie prime organizzato dal partito Cristiano Democratico tedesco (CDU / CSU). Un aggiornamento nel quale Tajani ha parlato in modo esplicito dell'opportunità, che noi condividiamo, di fare dell'Europa un leader mondiale nelle capacità relative al riciclaggio entro il 2020.

La Commissione, si legge nel discorso di Tajani, propone di agire, attraverso la «progettazione di prodotti per consentire il riciclaggio di alta qualità, e migliorare il modo in cui i materiali oggi considerati come rifiuti possono diventare materie prime secondarie (le nostre cosiddette "miniere urbane")».

Come abbiamo sottolineato già molte volte, ci sono altri aspetti della strategia assai più discutibili, dall'opportunità di sfruttare i giacimenti europei a non del tutto chiari accordi con l'Africa, ma sul riciclo non si può non essere d'accordo con questa strategia. E siccome stiamo parlando di crescita, questo settore può contribuire non poco sia sul piano economico, sia su quello ecologico. I flussi di materia sono importanti almeno quanto quelli di energia, e quindi come è fondamentale lo sviluppo delle fonti rinnovabili lo è quello delle materie rinnovabili, non solo biomasse, ma materie seconde.

Per farlo tuttavia bisogna definitivamente uscire dall'equivoco raccolta differenziata/riciclo. La raccolta differenziata non è il riciclo. Il riciclo è un processo industriale. Se lo si vuol fare crescere bisogna incentivarlo o facilitarlo in qualche modo e creare le condizioni per cui i prodotti finiti entrino nel mercato. La volatilità del prezzo del petrolio ha permesso e sta permettendo ad alcune materie prime seconde di avere una stabilità che può dar loro un vantaggio importante sul mercato. L'Italia, all'interno dell'Europa, ha tutte le caratteristiche e le opportunità per dare un contributo importante in questo settore, ma bisogna che decida che cosa vuole fare da grande e se vuole avere anche un ruolo nel rilancio dell'idea stessa di Europa, che ci pare latiti alquanto. 

 

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