[04/05/2012] News
Il 6 marzo 2012 sì è svolto a Firenze il convegno "I nuovi reati per gli enti ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001 e la relazione con i reati ambientali di cui al decreto legislativo 121/2011". L'iniziativa è stata organizzata nell'ambito del ciclo di conferenze tenute annualmente dallo "Sportello Informambiente" di A.R.R.R. S.p.A., società avente caratteristiche in house con socio unico la Regione Toscana, che svolge attività di raccolta ed elaborazione di dati tecnici ed informazioni legislative finalizzata alla divulgazione e diffusione di informazioni sull'intero ciclo della gestione dei rifiuti a supporto di operatori pubblici e privati del settore.
Hanno collaborato all'iniziativa Arpat, Federambiente, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e lo Studio K Associato di Firenze. La giornata è stato organizzata con l'obiettivo di approfondire il tema dei reati ambientali alla luce delle novità introdotte dal Decreto legislativo 121/2011 che estende la responsabilità amministrativa degli enti, di cui al D.lgs. 231/01, anche agli illeciti commessi in violazione delle norme a protezione dell'ambiente e introduce nel codice penale due nuove fattispecie di reato:
a) distruzione o deterioramento significativo di un habitat all'interno di un sito protetto (art. 737-bis);
b) uccisione o possesso, fuori dai casi consentiti, di specie vegetali o animali protette (art.727-bis).
Il convegno si è rivolto a soggetti pubblici ed enti ma anche ad aziende, società e soggetti che tutelano il territorio e svolgono attività di controllo e accertamento, anche di carattere penale.
Hanno partecipato ai lavori un centinaio di persone; tra questi: il Generale D. Giuseppe Vicanolo, Comandante Guardia di Finanza regione Toscana; il Tenente Col. Italo Spalvieri Comandante della Guardia di Finanza Reparto operativo Aeronavale di Livorno, la dott.ssa Maura Cavallaro, Vicepresidente della Provincia di Lucca, il V.Q.A.F. Stefano Ignesti del Corpo Forestale di Firenze, la dott.ssa Maria Grazia Tosi, Comandante Polizia Municipale del Comune di San Casciano Val di Pesa, il dott. Livio Giannotti, Amministratore delegato di Quadrifoglio S.p.A., il dott. Ariberto Merendi, Responsabile del Settore Responsabile Tutela dell'Ambiente della Provincia di Pistoia e altre numerose personalità in rappresentanza di Istituzioni, Enti e Aziende interessate alla tematica in discussione.
Presenti anche i corsisti del "Master in Gestione e controllo dell'Ambiente: tecnologie e management per il ciclo dei rifiuti" patrocinato da A.R.R.R. S.p.A. e organizzato dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, che in questo anno accademico 2011-2012 è alla quinta edizione.
Il convegno è stato aperto dal Presidente del Consiglio di Amministrazione di dell'Agenzia Regionale Recupero Risorse S.p.A., rag. Graziano Cipriani che ha salutato tutti i presenti ringraziandoli per essere intervenuti così numerosi. Il Presidente di A.R.R.R. S.p.A ha poi portato i saluti del Capitano Mario Ferri, Comandante del NOE, Nucleo Operativo Ecologico, dei Carabinieri di Firenze e del dott. Giuseppe Catanzaro, Presidente di Confindustria Agrigento, i quali, per importanti impegni sopraggiunti, non hanno potuto partecipare ai lavori della giornata. La sessione tecnico-scientifica è stata avviata dal dott. Stefano Bruzzesi, Direttore dell'A.R.R.R. S.p.A., che ha illustrato l'iniziativa, presentando il programma di lavoro ed i relatori. Il convegno è stato ricco di spunti e di informazioni esaustivamente illustrati da tutti i relatori. Il primo relatore è stato il dott. Michele Giordano che ha ampiamente informato sulle tematiche connesse al D.lgs. 231/2001.
Nel corso della sessione tecnicoscientifica è stato messo in evidenza come il D.lgs. 231/2001 ha istituzionalizzato la responsabilità ai fini penali/amministrativi in capo agli Enti. Gli interventi hanno sottolineato sia la finalità del D.lgs. 231/01, ossia la previsione di un modello sanzionatorio indirizzato anche al soggetto collettivo portatore dell'interesse economico sotteso, sia come l'estensione dei reati ambientali nel campo di applicazione del D.lgs. 231/2001 rappresenta una assoluta novità.
Il Procuratore della Repubblica, Dott. Giulio Monferini, nel suo intervento ha messo in evidenza che, con l'estensione dei reati ambientali nel D.lgs. 231/01, diventano fattibili i processi ambientali, perché nei processi intrapresi nei confronti delle persone giuridiche non opera la prescrizione penale ma quella civile più lunga e, pertanto, non ci sono più scappatoie e non c'è la possibilità per l'ente di ricorrere all'oblazione. La responsabilità dell'Ente, si è detto, viene meno se in sede giudiziale l'ente dimostra di aver adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire il reato della specie verificatosi. Gli interventi hanno quindi evidenziato che l'ente è esente da responsabilità non solo se dimostra di aver adottato efficaci modelli organizzativi ma che questi ultimi devono essere in concreto stati attuati. Il pubblico ministero in fase dibattimentale deve provare la condotta cosciente del comportamento illecito, dimostrando il vantaggio o l'interesse dell'ente. Il Procuratore della Repubblica, Dott. Giulio Monferini, ha specificato che la polizia giudiziaria, quando effettua i controlli, deve verificare quali sono le prassi reali ossia se i dipendenti sono a conoscenza dei modelli e se questi sono effettivamente applicati perché in tal modo risulta più semplice per il Pubblico Ministero in fase dibattimentale dimostrare la responsabilità dell'ente.
Inoltre è stato illustrato che i principali reati in materia ambientale, inclusi nell'alveo applicativo del D.lgs. 231/01, hanno ad oggetto il traffico illecito dei rifiuti, la raccolta, il trasporto e lo smaltimento senza autorizzazioni e che tali reati vengono posti in essere al fine di ottenere un risparmio di costi. Per contrastare la commissione di tali reati, l'Assessore all'Ambiente, Anna Rita Bramerini, ha sottolineato che bisognerebbe potenziare gli impianti sul territorio onde evitare la circolazione dei rifiuti perché spesso, a causa anche delle forti contrapposizioni che sui territori ostacolano la realizzazione degli impianti, si rischia di favorire l'import export tra regioni o tra paesi confinanti, aggravando così il bilancio ambientale e, indirettamente, aprendo spazi alla criminalità organizzata che opera illecitamente non rispettando le leggi, l'ambiente e la salute dei cittadini. Tra le criticità sono emerse la mancanza, nell'elenco dei reati ambientali, delle fattispecie più gravi di reato, come il disastro ambientale, e la necessità di inasprire le pene (attualmente sono solo interdittive e pecuniarie) per disincentivare la commissione dei reati. Sono stati ricchi di spunti importanti anche gli interventi dell'avvocato Filippo Bellagamba, del dott. Andrea Poggi, Direttore tecnico di ARPAT, del prof. Paolo Ghezzi Responsabile tecnico del Master sui rifiuti della Scuola di Studi Superiori Sant'Anna di Pisa e del dott. Daniele Fortini, Presidente di Federambiente, che hanno arricchito la giornata con il loro punto di vista.