
[09/05/2012] News
Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, intervenendo all'esclusivo Atlantic Council Awards Dinner a Washington, ha detto che ‹‹Bisogna poter trovare soluzioni per un mondo che testimonia una crescita di disuguaglianza, ingiustizia, e insicurezza sociale. Questa è la leadership che ha creato le Nazioni Unite e la loro Carta fondante. E questa è la leadership che manterrà i suoi principi vivi e forti››.
Ban ha gettato uno sguardo preoccupato sulla situazione geo-politica mondiale: ‹‹In Siria, la violenza continua. Siamo in una corsa contro il tempo per evitare una la guerra civile su vasta scala, con una mortalità a livello potenzialmente massiccio. Le tensioni tra Israele e Iran rimangono pericolose. La Corea del Nord ha recentemente lanciato un altro missile e sembra contemplare un altro test nucleare, sfidando la comunità internazionale. Vediamo arrivare la carestia nel Sahel. Colpi di stato militari in Mali e Guinea Bissau. Sudan e Sud Sudan sull'orlo di un conflitto che non molto tempo fa ha richiesto due milioni di vite. Si aggiungano a questo la crisi nell'area dell'euro, i cambiamenti climatici, le pressioni di una popolazione di 7 miliardi in crescita sul nostro pianeta sempre più fragile. Quasi ovunque guardiamo, a quanto pare, vediamo ... ingiustizia crescente, insicurezza che cresce... la disuguaglianza sociale crescere. Se dovessi parlare come un economista, potrei dire che abbiamo un eccesso di offerta di problemi e un deficit di soluzioni. Un deficit di leadership››.
Ban non si è nascosto che lo stato della cose a livello mondiale riflette solo in parte i grandi cambiamenti che stanno trasformando il mondo e che il cambio del vecchio ordine è ormai inevitabile, anche se le spinte che vengono dal basso, le rivolte e le rivoluzioni in molti Paesi e la crisi politica e sociale dell'Occidente rendono il contesto incerto. Per questo la leadership atlantica deva cambiare segno rispetto a quella sperimentata durante la guerra fredda e nel post-socialismo reale e nell'avvio della globalizzazione: ‹‹Una leadership dedicato al bene comune, un bene comune globale. Una leadership di nazioni che agiscono di concerto, come abbiamo visto, in una gestione veramente globale››.
Il segretario generale dell'Onu ha ricordato di aver vissuto la guerra di Corea e l'aiuto fornito dagli Usa alla Corea del sud: ‹‹Oggi come allora credo che la Nazioni Unite possano e debbano essere la soluzione per le grandi sfide del mondo. L'impegno attraverso le Nazioni Unite è la via da seguire, per condividere i costi e le responsabilità della leadership, per sostenere valori universali e per governare il mondo attraverso questa grande transizione. I cinque imperativi per l'azione collettiva globale sono: combattere il cambiamento climatico e tracciare un nuovo percorso di crescita sostenibile e per lo sviluppo; prevenire i conflitti e rispondere meglio alle catastrofi naturali e altre emergenze umanitarie, di cui molte sono tragedie artificiali, le crisi provocate dall'uomo; creare un mondo più giusto, sicuro ed equo e fondato sui diritti umani universali; sostenere le nazioni in transizione verso la democrazia, mentre molte persone nel mondo arabo e in Nord Africa stanno ancora lottando per i propri diritti e per le loro legittime aspirazioni, legittimi diritti della dignità umana per dare alle donne e ai giovani del mondo maggiore voce e opportunità››.
Il segretario generale dell'Onu ha ricordato gli interventi armati internazionali in Costa d'Avorio, in Libia ‹‹Sotto l'ombrello di legittimità fornito dalle Nazioni Unite e le organizzazioni regionali - l'Unione africana, la Lega degli Stati arabi e altri›› e afferma che ‹‹Ora bisogna aiutare queste nazioni in transizione. Questa è una delle mie priorità. In Tunisia, Egitto, Libia e altrove, stiamo lavorando per soluzioni che si concentrano sulle persone, sulla creazione di istituzioni democratiche, contribuendo a promuovere i diritti umani, la creazione di posti di lavoro e opportunità economiche, soprattutto per le donne ei giovani. La sfida in Siria è particolarmente difficile. Il governo continua ad aggredire il suo popolo. Ogni giorno, purtroppo, vediamo immagini più spaventose: truppe che entrano nei centri cittadini, civili innocenti che muoiono, anche i bambini. Le forze di sicurezza stanno arrestando e torturando la gente con grande brutalità. Nel frattempo, gli attacchi da parte dell'opposizione e di altri gruppi armati si sono intensificati››.
Entro domani l'Onu avrà in Siria più di 130 osservatori che dovrebbero salire a più di 230 entro il 15 maggio e 300 a fine mese, per attuare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, con l'obiettivo immediato di salvare vite umane e porre fine alle violenze. ‹‹Ma la situazione è ancora molto precaria e fragile - ha ricordato Ban . Cerchiamo inoltre di creare un varco per l'impegno politico tra il governo e chi vuole cambiamenti. Lasciatemelo dire chiaramente: questa è una missione difficile in un momento difficile... una missione molto pericolosa. Sappiamo quali sono i rischi per la sicurezza per i nostri coraggiosi osservatori dell'Onu, sappiamo che i cittadini siriani potrebbero subire punizione anche solo per parlare con loro. E sappiamo quale sia a natura del regime, che potrebbe utilizzare la presenza della missione per preparare ulteriori violenze››. Lo stesso allarme è stato rilanciato dall'inviato speciale dell'Onu in Siria, Kofi Annan, che ha ancora una volta chiesto al governo siriano di assumersi le proprie responsabilità per rispettare i 6 punti del piano Onu.
Ban Ki.moon ha anche ricordato che 13 giorni fa ‹‹Charles Taylor, ex presidente della Liberia, è stato riconosciuto colpevole dal nostro tribunale speciale per la Sierra Leone. Oggi vi dico: nessun leader, ovunque e in qualsiasi momento, dovrebbe immaginare che lui, o lei, goda dell'impunità per i crimini atrocità. I responsabili di tali atti, in Siria o altrove, devono essere ritenuti responsabili dalla comunità internazionale››.
E pensare che Ban era stato presentato al meeting dell'Atlantic Council con un caloroso discorso da un certo Henri Kissinger, uno che di responsabilità per i crimini atroci se ne intende, a cominciare dal Cile e passando per il Vietnam, Nicaragua, El Salvador ed un infinità di Paesi dove la democrazia e i diritti umani sono stati sepolti non certo in nome dell'interesse comune democratico, ma sotto l'interesse imperiale che allevava dittatori fascisti.
Ma Ban ha signorilmente sorvolato sulle responsabilità passate (e presenti) della creme atlantica che lo ospitava ed applaudiva ed è tornato sul suo invito a creare una leadership collettiva mondiale ‹‹Che metta le persone al primo posto. Abbiamo bisogno di creare un mondo più umano, un mondo di soluzioni reali per la gente comune. Un mondo più giusto, con una protezione più robusta e proattivo dei diritti umani e delle libertà fondamentali... con maggiore sicurezza ed equità per tutti. Per come la vedo io, la giustizia e la dignità non sono astrazioni. Non sono semplici aspirazioni. Sono diritti ed è responsabilità dei governi garantirli. Nessuna di queste idee è estranea a chiunque si trovi qui questa sera. Sono i fondamentali valori americani, al centro dei valori trans-atlantici, sempre più largamente condivisi in tutto il mondo. La nostra sfida è quella di continuare a diffondere questi principi, questo codice universale. E far si che assumano la leadership››.