[11/05/2012] News

Acqua, e richiami da Bruxelles: il governo si assuma le sue responsabilità

Se l'Italia sulle questioni economiche sta lottando "per non retrocedere", su quelle ambientali ed in particolare sulla gestione acque, degli scarichi e più in generale degli ecosistemi fluviali, è già in serie B. Si succedono uno dopo l'altro i richiami e le messe in mora da parte dell'Europa e il nostro Paese purtroppo risulta in testa nella classifica poco virtuosa dei corsi d'acqua più inquinati del Vecchio continente: primo risulta il Sarno in Campania, seguito dal Lambro, Seveso, Olona, Mella (tutti affluenti del Po). Sulla depurazione i ritardi sono ormai cronici e il settore, per il quale occorrerebbero circa 20 miliardi di euro, non è mai stato considerato un volano per rilanciare l'economia del paese in senso anticiclico.

Se anche al Sud (vedi Salerno) i commissari (in breve tempo) stanno rimettendo a posto la sanità devastata - ad operare sono però dei militari - cosa analoga non è avvenuta per un'altra emergenza che attraversa la Campania e che fa fare brutta figura all'intero Paese.

 Il fiume Sarno, dopo 18 anni di commissariamento, non è stato ancora disinquinato. L'ex commissario, il provveditore alle opere pubbliche della Campania e del Molise, Giovanni Guglielmi, ha dichiarato che il sistema per la fine del 2013 potrebbe essere completato (le risorse economiche pare che ci siano), ma la patata bollente è ora passata in mano al nuovo commissario Flavio Cioffi (di fresca nomina), almeno fino a fine anno. Vedremo se poi ci saranno le condizioni per passare a regime ordinario.

Come noto gli impatti ambientali derivanti da scarichi civili ed industriali (concerie, fabbriche di conserve) avevano ridotto il corso d'acqua, che attraversa un territorio di 39 comuni,  ad una fogna. Con il commissariamento, iniziato nel lontano 1995, qualcosa si è mosso: alcuni depuratori sono stati realizzati ma è rimasto indietro il sistema fognario, troppo poco comunque rispetto al tempo intercorso.

Se da Sud ci si sposta a Nord la situazione cambia di poco. La Regione Lombardia rischia una multa di dieci milioni di euro per ogni depuratore che non ha installato. A dirlo è l'Europa,  che ha messo in mora l'Italia per l'inquinamento delle acque del Po. Via ministero dell'Ambiente le questione è arrivata sui tavoli delle Regione guidata da Formigoni ma anche di Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. La condanna, con le relative sanzioni (sono previste multe anche per ogni giorno di ritardo nel rispetto dell'adempimento, conteggiato dalla data di condanna) almeno per la Lombardia, potrebbe arrivare a breve e riguarda la mancata o deficitaria depurazione e la gestione delle acque reflue (greenreport ne ha già parlato in dettaglio in altre occasioni). Vedremo se in extremis l'ultimo passaggio potrà essere evitato e i soldi investiti più costruttivamente in infrastrutture invece che per pagare multe.

In tutta questa situazione il ministero dell'Ambiente, che sta facendo il "Ponzio Pilato", ha invece gravi responsabilità. La messa in mora riguarda infatti anche la mancata realizzazione delle Autorità distrettuali. I distretti idrografici sono stati individuati (in fretta e furia, e i risultati si sono visti) e inseriti nel decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; i Piani di gestione realizzati dalle Autorità di bacino nazionali (per incarico conferito dal governo Berlusconi all'ultimo tuffo), ma delle Autorità di distretto previste dalla Direttiva "Acque" 2000/60/CE, neppure l'ombra. Il che vuol dire che non sono state assegnate le risorse necessarie ai distretti, e che le Autorità di bacino nazionali, "facenti funzione" di Autorità di distretto, non hanno voce in capitolo per far rispettare quanto previsto nei Piani di gestione a regioni, province, autorità idriche, gestori, consorzi di bonifica... 

A rischio è di nuovo il rispetto degli obiettivi di qualità previsti dall'Europa (livello "buono" al 2015 per tutti i corpi idrici) e quindi sono dietro l'angolo possibili nuovi richiami da Bruxelles. Una sorta di gioco dell'oca a cui il ministero dell'Ambiente deve mettere la parola fine, e dare velocemente un senso a tutto il governo dell'acqua (e degli ecosistemi collegati) in questo Paese.   

 

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