[18/05/2012] News toscana

Rimozione Costa Concordia: Arpat impegnata a tutelare l’ambiente in tutte le fasi dell’operazione

Come riportato su greenreport nei giorni scorsi, la Conferenza decisoria convocata dal Commissario delegato Gabrielli con tutte le Amministrazioni interessate, ha approvato martedì 15 maggio le operazioni previste dal progetto di massima presentato dalle società Micoperi e Titan Salvage, incaricate della rimozione del relitto della Costa Concordia.

Si tratta di un'operazione complessa, con interventi rilevanti dal punto di vista ingegneristico, da effettuare nel tempo più breve possibile. L'intervento si preannuncia molto impegnativo anche per ciò che riguarda gli aspetti ambientali, considerata la valenza delle opere da realizzare in mare (per la stabilizzazione, la rotazione e il "rigalleggiamento" del relitto) ed i numerosi mezzi navali utilizzati allo scopo. 

Per questo Arpat in questi giorni ha fornito un contribuito istruttorio indicando tutte le prescrizioni ritenute necessarie a ridurre al minimo gli effetti ambientali dell'operazione, che si aggiungono alle misure di protezione previste nel progetto. «Per quanto riguarda gli impatti sulla qualità dell'aria è prevista una specifica attività di monitoraggio da parte del proponente il progetto, da svolgere secondo le specifiche tecniche indicate dall'Agenzia, mentre per quanto riguarda l'aspetto del rumore, il monitoraggio dovrà essere effettuato secondo i criteri metodologici che Arpat (insieme ad Ispra) ha messo a punto per i cantieri delle grandi opere, contenuti nelle linee guida di prossima pubblicazione».

 Inoltre non verranno trascurati neppure gli effetti del rumore sui mammiferi marini, tematica sulla quale Arpat ha maturato esperienze recenti grazie al progetto Giohna. Per quanto riguarda l'impatto dei materiali liquidi contenuti all'interno del relitto, che si potrebbe verificare sull'ambiente marino durante le operazioni di rimozione, oltre a quello dei materiali che si produrranno durante le operazioni di allestimento delle opere sottomarine, Arpat insieme ad Ispra ha predisposto un piano di monitoraggio dell'ecosistema marino che si andrà ad integrare con quello predisposto dalle società incaricate del recupero.

Intanto Arpat in questi giorni ha già collocato al Giglio due stazioni di monitoraggio acustico e sarà presente sul posto quando saranno effettuate le indagini geotecniche, con l'impiego dei mezzi di perforazione che verranno poi utilizzati per le opere di palificazione in mare. «L'Agenzia quindi continuerà ad assicurare la propria presenza all'Isola del Giglio per seguire direttamente, nell'ambito del proprio ruolo istituzionale, tutte le diverse fasi del recupero, contribuendo a garantire i massimi livelli di salvaguardia dell'ambiente durante l'intera realizzazione del progetto». Le indicazioni e le raccomandazioni per ora fornite dall'Agenzia sono state recepite nel documento finale della Conferenza di martedì scorso: successivamente Arpat si esprimerà in dettaglio nelle varie fasi autorizzative.

 

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