[23/05/2012] News toscana

Siccità, D’Angelis: servono nuove infrastrutture idriche e una riduzione dei consumi

La Commissione tutela delle acque convocata ieri presso l'Autorità di bacino dell'Arno per fare il punto sulla disponibilità della risorsa idrica, ha confermato come, nonostante il miglioramento, la fase di emergenza non sia ancora superata. Alla riunione ha partecipato anche Publiacqua, l'azienda che gestisce il servizio idropotabile nelle province di Firenze, Prato, Pistoia e parte di Arezzo. Al presidente Erasmo D'Angelis greenreport ha chiesto un approfondimento sulla situazione considerati i dati disponibili ad oggi.

«La siccità storica che sta colpendo la Toscana dal settembre 2011, mitigata da alcuni giorni di pioggia nell'ultimo mese, determina ancora uno stato di emergenza e di allerta. E' permanente il monitoraggio delle risorse idriche e continua per noi la gestione della più pericolosa siccità degli ultimi cento anni, tra le più gravi mai vissute dal nostro territorio. Basta salire su colline e montagne per avere un'idea del generale crollo delle falde, e l'Arno in secca scorre con la portata più ridotta dal 1930. Uno dei più importanti serbatoi idrici dell'Italia centrale, la diga di Bilancino, che fa ‘bere' 1.1 milioni di toscani nelle province di Firenze, Prato, Pistoia, solo grazie alla piovosità provvidenziale dell'ultimo mese ha migliorato la sua capacità di invaso. Oggi contiene circa 48 milioni di metri cubi d'acqua. Due metri oltre il livello di metà aprile, che significano 10 milioni di metri cubi in più. Ma resta una diga riempita poco oltre la metà. Il dato storico dell'invaso, infatti, è di 69 milioni di metri cubi normalmente registrati nel periodo invernale e primaverile».

Quindi quali sono le vostre previsioni per la prossima estate e soprattutto per l'autunno?

«Gran parte dell'estate potrebbe essere salva ma aspettiamo ancora le piogge che servono per evitare razionamenti e disagi a settembre e nei primi mesi autunnali, da sempre i più complessi dell'anno soprattutto per le zone non direttamente collegate al sistema Bilancino-Anconella: le colline in particolare tra Prato e Pistoia, il Chianti e il Valdarno».

Questa situazione non può più essere definita eccezionale dato che negli ultimi 10 anni si è ripetuta almeno tre volte. Quali sono le strategie di mitigazione da adottare?

«Bombe d'acqua improvvise con micidiali "flash flood" concentrati nel tempo e nello spazio e siccità prolungate con un drammatico corredo di incendi boschivi e desertificazioni: sono i fenomeni che continuiamo a definire "estremi" solo perché estremi erano fino a ieri, quando rappresentavano il limite dell'orizzonte conosciuto, mentre da qualche tempo si ripetono con frequenze che lasciano atterriti, tra l'altro destinate a crescere.

Questo quadro richiede due azioni immediate: nuove opere con infrastrutture idriche che garantiscano flessibilità di approvvigionamento per difenderci e adattarci, e la radicale riduzione dei consumi di acqua potabile individuali (221 litri a testa al giorno sono troppi) e soprattutto nei settori irrigui e industriali. Insomma, evitare al massimo sprechi e usi impropri dell'acqua pubblica -  su questo insistono anche le ordinanze dei sindaci di gran parte del territorio toscano - e iniziare anche la buona pratica del riuso delle enormi quantità di acque depurate nei grandi impianti tra San Colombano e Prato.

Sappiamo che un solo elemento fa la differenza rispetto alle ultime siccità del 2007 o del 2003 o del tragico 1985 quando solo l'avventuroso "tubone di Zamberletti" dai laghi dei Renai portò acqua all'Anconella che pescava nel fango, e il caldo estremo si traduceva in rubinetti senz'acqua in un territorio da sempre assetato. Oggi se l'acqua arriva a tutti è perché gli investimenti che i sindaci hanno fatto realizzare a Publiacqua in 11 anni (660 milioni) hanno prodotto questo risultato. Complessivamente, circa 1,6 miliardi di euro sono stati spesi su scala Toscana in 11 anni, prelevati dalle sole bollette, ed hanno modernizzato e potenziato reti e acquedotti quasi ovunque. Senza questa mole di opere, l'acqua in gran parte della nostra Regione arriverebbe da mesi solo via autobotti o a fasce orarie e razionamenti».

Per la riduzione dei consumi è necessaria anche la collaborazione da parte dei cittadini che devono essere debitamente informati. Come vi state muovendo su questo fronte?

«Publiacqua ha risposto positivamente all'obbligo previsto nella recente legge regionale sull'emergenza idrica per una campagna di comunicazione. La faremo partire dal 1 giugno utilizzando tv, radio, giornali, mezzi mobili, web e social network, per sensibilizzazione sull'uso corretto dell'acqua. Testimonial saranno Paolo Hendel e Chiara Francini».

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